Numerosi titoli legati alla cannabis sono schizzati ieri e molti hanno registrato rialzi a doppia cifra in chiusura.
Grafico su 300 minuti Acreage Holdings
In testa al rialzo troviamo Acreage Holdings (OTC:ACRGF), (CSE:ACRGu), schizzato di oltre il 16% sia sulla piazza USA che su quella canadese.
La compagnia statunitense è salita alla ribalta nella prima metà del 2019, quando ha stretto un accordo con Canopy Growth (NYSE:CGC), (TSX:WEED), grazie al quale il coltivatore di marijuana canadese ha ottenuto il diritto di acquisire la compagnia per 2,4 miliardi di dollari USA (3,4 miliardi di dollari canadesi). L’accordo, tuttavia, entrerà in vigore solo quando la marijuana sarà legalizzata a livello federale negli Stati Uniti.
Altre compagnie nel settore della cannabis che hanno visto rialzi a doppia cifra ieri sono: la californiana MedMen Enterprises (OTC:MMNFF), (CSE:MMEN), rimbalzata di oltre l’11% negli USA e del 12,5% sulla borsa del Canada; il colosso canadese della cannabis Canopy Growth, schizzato di poco meno del 12,5% da entrambi i lati del confine; Curaleaf Holdings (OTC:CURLF), (CSE:CURA), un coltivatore con sede in Massachusetts, che ha visto un’impennata di poco meno dell’11% negli USA e di poco più dell’11% sulla borsa di Toronto; ed HEXO Corp. (NYSE:HEXO), (TSX:HEXO), un coltivatore con sede in Quebec il cui titolo si trova in una stabile traiettoria ribassista dall’inizio del 2020.
Grafico di HEXO su 60 minuti
Il suo titolo è schizzato di oltre l’11% sia sulla borsa canadese che su quella statunitense.
Riduzione delle operazioni, maggiore attenzione
Non è del tutto chiaro come mai i titoli legati alla cannabis siano in una fase di rialzo. L’assenza di un ovvio e diretto nesso causale con il rally non significa che queste compagnie non abbiano niente in comune per quanto riguarda il recente cambiamento delle loro prospettive operative. La maggior parte di esse ha ridotto le proprie operazioni, riposizionandosi su una portata geografica minore.
Ad esempio, Acreage Holdings di recente è uscita da alcuni mercati ed ha chiuso alcune delle sue attività, mentre MedMen ha annunciato qualche mese fa l’intenzione di vendere gli asset in Arizona ed Illinois, chiudendo al contempo del tutto un’altra struttura di coltivazione sempre in Illinois.
Persino Canopy Growth all’inizio del mese aveva annunciato una serie di interventi atti a “semplificare le operazioni e migliorare l’attenzione organizzativa”.
Tra le mosse presentate il 16 aprile: la cessazione delle operazioni in Africa ed il trasferimento della proprietà dei suoi possedimenti nella zona ad imprese locali. Chiuderà una struttura di coltivazione al coperto a Saskatchewan per “allineare ulteriormente la produzione in Canada”. Inoltre, la compagnia ha ridotto le coltivazioni in America Latina, annunciando che cesserà le attività in una struttura di coltivazione in Colombia. E fermerà le operazioni di coltivazione di marijuana a New York.
Queste decisioni hanno aiutato le compagnie a tagliare i costi operativi ed a concentrare i loro sforzi in un contesto in cui diventa sempre più difficile aumentare il capitale.
Sembra anche che gli investitori stiano rispondendo positivamente a queste prospettive operazionali più snelle.
Il Libano è il primo paese arabo a legalizzare la marijuana a scopo terapeutico
La scorsa settimana, il parlamento nazionale del Libano ha votato a favore della legalizzazione della coltivazioni di marijuana a scopo terapeutico e la nazione è diventata il primo paese arabo a consentire la coltivazione di cannabis.
In base ad un articolo pubblicato su un giornale statale, il National, con sede ad Abu Dhabi, il governo sarà l’unica agenzia autorizzata a produrre e vendere cannabis. La decisione viene considerata un modo per rivitalizzare l’economia del paese, dal momento che, secondo le stime, il nuovo settore potrebbe generare fino ad un miliardo di dollari USA di entrate all’anno se efficacemente regolamentato e tassato.
In base all’articolo, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine riportava il Libano tra i cinque principali produttori mondiali di cannabis nel 2018. La droga sarebbe coltivata illegalmente nelle regioni orientali del paese.
Negli anni Novanta, il Libano aveva destinato milioni di dollari di aiuti esteri alla lotta alla coltivazione illegale di cannabis.