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Continua la complicata danza del dollaro

Pubblicato 19.04.2021, 16:18
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Al momento, il dollaro USA langue ad un minimo mensile. Questo perché anche i rendimenti sono scesi allo stesso modo nello stesso periodo.

Tra i tanti fattori, il tonfo è stato anche merito della Federal Reserve, che ha ribadito più volte che non alzerà i tassi. Ma gli investitori sono sempre più scettici, dopo che la banca centrale aveva minimizzato l’impennata dei rendimenti come niente di più che la fiducia in un aumento della domanda sulla scia della riapertura dell’economia, ignorando la possibilità di un aumento dell’inflazione e promettendo, al contempo, che i tassi resteranno più bassi per un periodo più lungo, anche se dovessero essere raggiunti gli obiettivi di inflazione.

Inoltre, dopo il reflation trade dei giorni scorsi, sono arrivate le prese di profitto. La scorsa settimana, settori value come servizi pubblici (+3,7%) e materiali (+3%) erano in testa, mentre i settori growth come tech (+1,1%) e servizi di comunicazione (-0,1%) erano rimasti indietro.

Inoltre, considerato che il reflation trade si basa sull’aumento dell’inflazione, sta diventando difficile negare che l’inflazione stessa non sia una presenza sui mercati. Dopotutto, i dati sui prezzi al consumo USA della scorsa settimana hanno indicato che l’indice IPC è salito dello 0,6% sul mese e del 2,6% su base annua.

Si tratta del balzo maggiore per entrambe le letture dal 2008. Sebbene sia un buon argomento a sostegno di un’inflazione galoppante, i trader farebbero meglio a non saltare subito alle conclusioni. Innanzitutto, queste letture comprendono l’impennata del 23% dei prezzi del gas, ecco perché gli economisti preferiscono il dato IPC core che esclude le categorie volatili di energetici ed alimentari.

In secondo luogo, il dato attuale sull’inflazione viene paragonato ad un periodo in cui l’economia era chiusa, all’apice della pandemia. E dunque non è un metro di paragone attendibile. I segnali tecnici raccontano una storia complessa.

 

DXY Daily

Grafico giornaliero DXY

 

Il dollaro ha completato un rising wedge, ribassista dopo il tonfo di oltre il 5% dei due mesi precedenti tra il massimo del 4 novembre ed il minimo del 2 gennaio. Il wedge è cominciato con compratori e venditori d’accordo che i prezzi dovessero salire. Tuttavia, i compratori erano sempre meno intenzionati a pagare per il dollaro a ciascun rialzo, lasciando i venditori a dover continuamente ridurre le proprie aspettative, fino a quando il trend in salita non si è spento.

Intanto, il prezzo ha anche completato un wedge precedente molto più grande dal picco di marzo. Quindi, fino a quando il prezzo non si attesterà sotto il minimo del 6 gennaio, ci aspettiamo che il dollaro rimbalzi e superi il massimo del 31 marzo.

Tuttavia, se il minimo del 6 gennaio dovesse essere infranto, torneremmo alla nostra iniziale ipotesi ribassista.

Siamo dell’opinione che il trading non sia altro che una specie di ballo: meglio si imparano i movimenti e si capisce il partner, più elegantemente si ballerà. Di conseguenza, al momento siamo ribassisti sul biglietto verde sul breve termine, ma restiamo rialzisti sul lungo termine.

Il dollaro potrebbe vedere un whipsaw sul breve termine, facendo sparire chi era posizionato male o chi non ha sufficienti fondi. Ecco come consigliamo di procedere nel ballo dell’USD al momento:

I trader conservatori prima di entrare dovrebbero aspettare che il dollaro confermi il primo wedge da marzo o che lo infranga.

I trader moderati dovrebbero andare long quando il prezzo rimbalzerà dalla linea di trend in salita (tratteggiata) che collega i minimi del 6 gennaio e del 25 febbraio.

I trader aggressivi potrebbero andare short sul breve termine, prima di unirsi al resto del mercato in quello che prevediamo sarà un altro rally, ammesso che comprendano il rischio di entrare contro il trend principale e con il dollaro che già si sta allontanando dal completamento del rising wedge, avendo già completato circa due terzi dell’obiettivo implicito.

Dunque, usate un piano di trading adatto al vostro stile ed attenetevi ad esso. Ecco un esempio base:

Esempio di trading

  • Entrata: 91,50
  • Stop-Loss: 91,75
  • Rischio: 25 punti
  • Obiettivo: 90,00
  • Ricompensa: 150 punti
  • Rapporto di rischio-ricompensa: 1:6

Nota dell’autore: Come dice il titolo, si tratta solo di un esempio dei numerosi approcci possibili. Bisogna imparare come personalizzare un piano per adattarlo al budget, alla tempistica ed al temperamento personali. Fino ad allora, vi consigliamo di usare i nostri, ma solo per imparare, non per avere un profitto, o finirete per non ottenere nessuna delle due cose.

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