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Cosa aspettarsi dalla BoE mentre le valute crollano per la guerra commerciale

Pubblicato 07.11.2019, 10:18
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Rassegna giornaliera sul mercato forex 07.11.2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Tutte le principali valute sono scese oggi dopo la notizia che la prima parte (fase uno) dell’accordo commerciale Cina-USA potrebbe slittare a dicembre. Dopo anni di balletti nessuno si stupisce più di nulla. Quando il Presidente Trump ha fatto l’annuncio iniziale, la mancanza di dettagli scritti doveva far pensare. Gli investitori speravano che, una volta definito, l’accordo sarebbe entrato in vigore rimandando la scadenza del 15 dicembre per i nuovi dazi. Voci ufficiali USA hanno parlato addirittura di una cancellazione totale dei dazi, e questo potrebbe giustificare l’attesa, ma molto è ancora in gioco. Ci sono molte aree di disaccordo che potrebbero far saltare l’accordo anche all’ultimo minuto.

Il dollaro australiano è stato il più sensibile alle notizie di oggi, ma anche USD/JPY, euro, sterlina e dollaro neozelandese hanno segnato dei ribassi. Il cambio AUD/USD in particolare potrebbe continuare a scendere sotto 0,6850 se i dati di stanotte deluderanno le aspettative. Dati economici più deboli da Nuova Zelanda e Canada potrebbero continuare a tenere sotto pressione le valute. I dati di ieri ci hanno mostrato un aumento del tasso di disoccupazione in Nuova Zelanda, dal 3,9% al 4,2% nel terzo trimestre, mentre l’aumento della retribuzione oraria media è rallentato allo 0,6% dall’1,1%. Con questo rallentamento nel mercato del lavoro, la Reserve Bank of New Zealand dovrà pensare bene ad un altro taglio dei tassi prima della fine dell’anno. Per quanto riguarda il dollaro canadese, la continua contrazione dell’attività manifatturiera non solo farà preoccupare la banca centrale, ma porterà il cambio USD/CAD sopra 1,32.

Domani i riflettori saranno accesi sarà sulla sterlina, che si è staccata dal massimo di 5 mesi in vista dell’annuncio di politica monetaria della Bank of England. Si prevede che la BoE manterrà invariati i tassi di interesse, ma la decisione potrebbe non essere unanime. L’economia del Regno Unito è cambiata rispetto allo scorso vertice di politica. Le vendite al dettaglio sono in stagnazione, il tasso di disoccupazione è aumentato, l’aumento degli stipendi è rallentato, l’IPC è salito in maniera molto contenuta, ma l’attività del settore dei servizi e del settore manifatturiero è migliorata. Ci si aspetta una decisione unanime sul mantenere stabili i tassi, ma se uno o due membri dovessero votare a favore di un taglio immediato dei tassi, potremmo assistere ad un selloff aggressivo della sterlina. È atteso anche il report trimestrale sull’inflazione, che potrebbe mostrare delle revisioni sulle previsioni di crescita e d’inflazione. Non esiste più il serio rischio di una Brexit senza accordo, ma la Brexit in sé ha danneggiato la crescita e gli investimenti, in un momento in cui l’inflazione è in calo in tutto il globo. Tutto questo ci fa pensare che domani il rischio sia di ribasso per la sterlina britannica.

Oggi non sono stati rilasciati dati economici importanti negli USA, ma l’avversione al rischio e le dichiarazioni positive dai Presidenti delle Fed regionali hanno fatto salire il dollaro contro le altre principali valute. Tra queste, l’euro, che è sceso per il terzo giorno consecutivo. I dati della zona euro sono stati migliori del previsto, con il rimbalzo degli ordinativi industriali tedeschi, l’aumento delle vendite al dettaglio nella zona euro e la revisione al rialzo dell’indice PMI relativo la settore dei servizi. Tuttavia, la riluttanza del governo tedesco verso misure di stimolo ed il rischio dei dazi sulle auto hanno tenuto la valuta sotto pressione. Oggi il Ministro delle finanze tedesco ha dichiarato “saranno pronti ad agire se ci sarà una crisi, ma ora non c’è”. La decisione di Trump sui dazi all’UE è attesa nel corso di questo mese.

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