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Cosa succede ai tuoi investimenti se la tua Banca Fallisce?

Pubblicato 07.04.2022, 12:04
Aggiornato 24.02.2022, 13:15


Recentemente, parlando con un cliente, è emersa una tematica su cui spesso si fa molta confusione, a causa della disinformazione e delle credenze comuni che spesso circolano tra la popolazione italiana.
Nella fattispecie l’argomento era il seguente: qualora io abbia investito i miei soldi tramite una Banca e questa malauguratamente dovesse fallire, cosa succederebbe ai miei investimenti?
Argomento estremamente interessante che merita di essere approfondito, a maggior ragione se consideriamo il fatto che tocca tutti noi investitori.

Procediamo per gradi; chiediamoci innanzitutto, cosa significa “fallimento di una Banca”?
Nel caso specifico, un Istituto Bancario fallisce quando si ritrova in una condizione di non poter più adempiere i suoi obblighi contratti con i propri clienti e con i propri creditori.
Gli esempi più tipici sono l’ipotesi in cui la Banca si ritrovi ad essere insolvente, oppure ha mancanza di liquidità per far fronte ai propri obblighi.
Tuttavia vi rassicuro: una Banca non dovrebbe essere considerata come una normale azienda, e sicuramente non fallisce dall’oggi al domani, specie per quelle più importanti e note che ci possano venire in mente.
Inoltre tipicamente, in delle situazioni particolari come questa, subentrano meccanismi di aiuti o di acquisizioni da parte di altre Banche, cosa già successa diverse volte in passato.
In pratica una Banca che si trova in buono stato acquisisce quella che si trova in difficoltà.
Ma qualora non si verifichi questo scenario tipico, e qualora non ci siano aiuti di altra natura, e dunque la nostra Banca fallisce, per quanto si tratti di un’ipotesi remota ma comunque verificabile, cosa succede ai nostri capitali?

Ci sono diversi scenari, in base a quella che è la nostra situazione, ognuno dei quali porta una conclusione differente.
Partiamo con quello di quasi tutti i cittadini, i quali hanno i capitali all’interno di un conto corrente o conto deposito. Cosa succede loro?
Rassicurerà sapere che il nostro denaro è notevolmente tutelato dallo Stato: infatti questo è assicurato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi.
Nel concreto, qualora la Banca fallisca, il denaro sarebbe garantito sino a 100.000€, che si trovi all’interno di conti correnti o conti deposito.
Nell’ipotesi in cui il conto sia cointestato, la garanzia copre entrambi i cointestatari, e dunque i 100.000€ sarebbero da considerarsi a testa.

Perché succede questo?
Fa tutto parte della procedura chiamata bail-in. 
Secondo tale meccanismo, in caso di fallimento della banca i soci saranno i primi a subire le perdite, poi gli investitori che hanno investito nella banca stessa, infine, qualora le perdite fossero superiori alla somma ottenuta da questi soggetti, la banca potrà attingere ai conti correnti dei risparmiatori, ma solo su coloro i quali hanno depositato più di 100.000€, e solo sulla parte eccedente a quei 100.000€. Per tutti gli altri esiste la garanzia di restituzione.
Se siete interessati alle tempistiche, il tempo di rimborso è di 20 giorni lavorativi, più altri 10 di proroga in casi particolari.

Quindi, qualora noi non fossimo degli investitori ma avessimo solo moltissimi soldi in Banca, come potremmo tutelarci?
In tale ipotesi, qualora avessimo ad esempio un patrimonio pari a 600.000€, e fossimo preoccupati di tale situazione, non dovremmo far altro che dividere quella somma in 6 Banche differenti, in modo da poter usufruire della garanzia per 6 volte, coprendo tutto il nostro patrimonio.
Attenzione però: questa soluzione ha una logica solo nel caso di chi ha i propri capitali in conti correnti o conti deposito. Per gli investitori bisogna fare altri discorsi.

Passiamo per l’appunto agli investitori, cosa succederebbe ai nostri investimenti detenuti in un conto titoli? Si applica la medesima regola dei conti correnti o dei conti deposito? In realtà no.
Prima di tutto dobbiamo avere bene in chiaro quale sia il ruolo di una Banca, per quanto concerne gli investimenti. Una Banca ha il ruolo di “parcheggio” dei nostri investimenti, ossia è un luogo dove vengono appoggiati i nostri titoli; tuttavia questo non significa minimamente che la Banca abbia la proprietà delle azioni, obbligazioni, ETF che acquistiamo, a meno che non siano di quella stessa banca, ma ne parliamo tra un momento.
Qualora il nostro portafoglio fosse all’interno di un Conto Titoli della Banca, questa non avrebbe la proprietà di quei titoli, sono elementi slegati. La proprietà dei propri investimenti rimane sempre in capo all’investitore. 
Dunque, nella malaugurata situazione, non dovremmo far altro che spostare il nostro dossier titoli su un’altra banca, operazione molto comune tra gli investitori.

Ovviamente il discorso si fa notevolmente differente per quei titoli che hanno come oggetto la Banca che sta per fallire.
Ci sono molte persone che hanno dei titoli azionari della propria banca, o delle obbligazioni di questa. In questo caso?
In tale ipotesi purtroppo c’è ben poco da fare.
Siccome l’Istituto in questione non è semplicemente il “parcheggio” dei nostri investimenti, ma ne è anche l’oggetto, dovremmo sottostare a ciò che viene sancito dal meccanismo del bail-in.
Ripetiamo: in caso di fallimento prima rispondono i soci diretti della Banca, poi gli investitori della Banca, poi i risparmiatori. Dunque gli investitori sono diretti interessati.
Se poi volessimo fare un’ulteriore distinzione, prima saranno aggrediti azionisti, ossia si vedrà il valore delle azioni diminuire o azzerarsi. Successivamente le perdite colpiranno i creditori della Banca, come chi ha delle obbligazioni.
Ciò accade perché, come detto, la Banca è l’oggetto dell’investimento, e in questo caso va vista come una normale azienda: nel caso delle azioni il normale rischio è l’andamento del valore dello strumento, nel caso delle obbligazioni il rischio è la solvibilità dell'emittente. Ciò è invariato che si parli di una società della Silicon Valley, che si parli di un’azienda petrolifera o che si parli della nostra Banca.

Dunque, per ricapitolare:

  • qualora abbiamo un conto corrente o un conto deposito in Banca, siamo garantiti sino a 100.000€ per ogni conto che abbiamo;

  • qualora abbiamo un conto titoli appoggiato ad una Banca, il suo fallimento non ci toccherebbe minimamente, che si tratti di 100.000€, 500.000€ o 10.000.000€, poiché tali capitali non fanno parte del patrimonio della Banca

  • qualora abbiamo investito in dei titoli della Banca invece, che siano azioni o obbligazioni, in caso didefault subiremo i normali rischi derivanti dalla nostra attività di investimento. Medesimo discorso per quanto riguarda i derivati emessi dalla Banca stessa, come nel caso dicertificates fatti dalla nostra Banca.

Ultimi commenti

Articolo di grande utilità pratica e corrente
È stato trasparente 👍
Ottimo chiarimento Grazie
Che succede ai propri titoli se sono stati dati in pegno o a garanzia alla propria banca in cambio di liquidità erogata sul conto?
Fai un concambio
Cose risapute.  Lo sapevo da quando è uscita la legge tanti anni fa che se fallisce la banca c'è la garanzia di 100.000 euro del fondo interbancario per ogni intestatario del conto corrente. Solo che questa garanzia funziona se fallisce una piccola Banca tipo quelle di credito cooperativo. Voglio vedere se dovesse fallire ad esempio la Banca Intesa San Paolo che ha tredici milioni e mezzo di correntisti e 3700 filiali dove prende i soldi il fondo interbancario per rimborsare i 100.000 euro. Secondo me se fallirà la Banca Intesa San Paolo i correntisti rivedranno i propri euro con il binocolo. Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto...Siamo a Napoli paisà.
Molti non lo sanno. E' giusto chiarire le cose.
Iniziano a cinguettare i passerotti...
interessante, grazie! Comunque con Banca Etruria conosco situazioni in cui erano state congelate anche le azioni (uno aveva azioni Fiat) e c'è voluto l'intervento dell'avvocato... Poi tutto è finito bene, perchè è giusto quello che avete scritto...
Articolo chiaro e interessante!!!
Ohhh finalmente qlcno che tocca con mano i problemi da non escludere .. visto che le banche sono sempre state agganciate all ec reale !Il ns sistema medio creditizio che fine fara essendo agganciato ad una realta d impresa che andra con sti costi a…..pu….???Corsi e ricorsi storici del primo dopoguerra da cio scaturi la legge del 36 sul sist bancario che deframmento per cause anche di legame al credito alle industrie post belliche
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