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Crollo dei mercati asiatici, non un buon risveglio per l’Europa

Pubblicato 11.03.2022, 10:05
Aggiornato 12.03.2024, 12:10
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Settimana a dir poco volatile sui mercati. Dopo aver registrato sedute record sui listini americani, europei e delle materie prime oggi è il turno dei mercati asiatici, con il tonfo dell’indice tecnologico cinese, il quale cede oltre 4.3 punti percentuali - portando la sua correzione al 61% rispetto ai massimi di febbraio 2021.


Indice tecnologico cinese


Ad innescare le correzioni sui principali listini asiatici il concatenarsi di una serie di fattori. In primis le preoccupazioni che l’inflazione americana (ai massimi degli ultimi 40 anni) possa innescare aumenti sui tassi d’interesse più aggressivi da parte della FED. A riguardo interessante osservare come nei FedWatch gli investitori abbiano invertito le previsioni nella riunione FOMC di giugno, “prezzando” ora un rialzo più aggressivo, di 50 punti base, nel range 100 -125bps. Percentuali che solamente una settimana fa vedevano un rialzo di 25 punti base al 61.9% rispetto al 31.8% di un rialzo di 50pb. Oggi invece la situazione si è invertita, con le probabilità di un rialzo di 25pb al 42.3% e di 50pb che è salita al 43.6%


FedWatch



Il sentimento sul mercato azionario ha risentito, come in tutti i principali mercati, anche delle preoccupazioni per l’invasione in Ucraina, dopo la fumata nera nei colloqui di pace in Turchia.

Ad aggravare la situazione, inoltre, le dispute tra Washington e Pechino sulle preoccupazioni normative delle società cinesi quotate sui listini americani. Nessuna vera novità, dove sappiamo del rischio di delisting delle società cinesi in quanto l’America richiede l'accesso completo ai libri contabili. A dicembre la SEC aveva infatti dichiarato di aver identificato 273 società a rischio, senza tuttavia rivelarne i nomi. Oggi invece sono state nominate ben cinque aziende, tra cui soprattutto Yum China - le altre sono BeiGene Ltd, ACM Research Inc, Zai Lab Limited e HUTCHMED (China). La SEC ha concesso a queste società fino al 29 marzo per presentare prove per contestare la loro identificazione. Il Nasdaq China Index è ieri sceso sui minimi del 2016, cedendo il 10% (-68% da febbraio 2021)

Nasdaq China Index


e l’ETF KWEB ha azzerato completamente i guadagni, riportandosi in prossimità dei valori del suo primo giorno di contrattazione (31/07/2013).  

KWEB



La vendita delle azioni cinesi è arrivata anche sebbene oggi l'autorità di regolamentazione cinese abbia dichiarato di essere fiduciosa di raggiungere un accordo con le controparti statunitensi sulla supervisione dei titoli.

Tono sorprendentemente aggressivo, quello di ieri, da parte della Banca Centrale Europea la quale ha sorpreso i mercati fissando una data finale per il suo programma di acquisto di attività (APP), nonostante l'incertezza derivante dalla guerra in Ucraina. I rischi al rialzo dell’inflazione superano quindi i rischi al ribasso per la crescita economica, anche se la Lagarde abbia sottolineato l'elevata incertezza e la flessibilità del processo decisionale in futuro (data dependent). Gli acquisti netti di APP saranno gradualmente eliminati e il ritmo di acquisto per il terzo trimestre dipenderà dalle condizioni economiche e finanziarie del momento. La risposta dei mercati è stata di un aumento vertiginoso dei rendimenti obbligazionari della zona euro, con i BTP italiani, uno dei principali beneficiari dello stimolo all'acquisto di obbligazioni della BCE, che sono aumentati di oltre 25 punti base e i rendimenti tedeschi a 10 anni hanno raggiunto i massimi di tre settimane.  La BCE ha inoltre alzato le sue proiezioni di inflazione riducendo le sue prospettive di crescita. Sebbene la Lagarde non abbia dato accenni alla tempistica di rialzi dei tassi di interesse, i mercati monetari sono passati a quotare 45 punti base di aumenti della BCE entro dicembre, rispetto ai 35 punti base prima della decisione della BCE e hanno anticipato le scommesse su un primo aumento di 10 punti base a luglio, rispetto a settembre prima della decisione. La speranza è che un euro debole (ottimo per l’export europeo), l'aumento della spesa fiscale e una BCE a tasso zero possano compensare gran parte del danno.

Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è salito al 7,9% a febbraio, il livello più alto dal 1982 ma in linea con il consenso del mercato. L'energia è rimasta il principale contributore ma tali prezzi, in particolare della benzina, dovrebbero aumentare ulteriormente a marzo sulla scia dei prezzi correnti delle pompe di benzina. In questo momento, le aspettative e le percezioni dell'inflazione possono essere più importanti per gli investitori che i dati stessi. Da monitorare soprattutto i settori più sensibili all'inflazione come le compagnie aeree, i ristoranti e la vendita al dettaglio per avere un'idea di come il mercato si stia posizionando per l'inflazione in futuro. Nel complesso, i mercati stanno oscillando tra il panico e il sollievo, e i prezzi del petrolio sembrano guidare la direzione. C'è comprensibilmente molta paura nel mercato in questo momento. L'economia degli Stati Uniti può essere a buon punto, ma la preoccupazione è che il contraccolpo della crisi tra Russia e Ucraina possa rappresentare un punto di svolta per la crescita e l'inflazione con i mercati che bilanciano le preoccupazioni di stagflazione con l'atteso perno della politica della Fed, e questo può essere un equilibrio delicato. In questo momento, può essere quindi utile valutare una strategia a bilanciere - tenendo sia i titoli ciclici che i grandi titoli tecnologici - qualora si fosse alla ricerca di un'opportunità a breve termine nel mercato.

Guerra in Ucraina: Svanito il labile ottimismo su un possibile cessate il fuoco tra le parti, l'aggressione russa continua in Ucraina. I prezzi del petrolio e del gas hanno ieri registrato rimbalzi, dato che sembra che l'UE non applicherà sanzioni simili a quelle di USA e Regno Unito sull'energia russa. I futures europei sul gas naturale sono scesi a 126.40 EUR/MWh, ovvero circa la metà dei livelli precedenti, mentre il Brent è sceso sotto i 110 USD/bbl. Tuttavia, con la mancanza di un accordo diplomatico resta sempre alta la probabilità che i prezzi energetici restino comunque ad essere negoziati ad alti valori. Gli Stati Uniti starebbero considerando di porre fine alle normali relazioni commerciali con la Russia per istituire ulteriori sanzioni, mentre il Senato ha approvato ieri 13,6 miliardi di dollari di sostegno militare e umanitario all'Ucraina.
 
AGENDA MACROECONOMICA: La bussola sui mercati resta sempre l’Ucraina. I leader dell'UE si incontreranno per il loro vertice a Versailles per discutere le ricadute economiche della guerra in Ucraina e coordinare possibili ulteriori misure di sostegno fiscale. Attenzione soprattutto ai titoli della difesa che potrebbero beneficiare di nuove notizie, con altri paesi che potrebbero seguire le orme tedesche.

Sul fronte dei dati macroeconomici sono attese le pubblicazioni sulla fiducia dei consumatori statunitensi, dove sia il sentiment che le aspettative di inflazione saranno fondamentali. Con l'inflazione che continua a crescere, il rischio di un ulteriore aumento delle aspettative di inflazione è chiaramente in aumento.
 
Bitcoin
Continua la fase di accumulo per il re del mercato delle criptovalute. Dopo aver ceduto quasi il 50% a fine gennaio dai suoi massimi di novembre, attualmente il Bitcoin scambia all’interno di un range tra i $37mila e i $45mila. La volatilità sembra nuovamente mostrare segnali di ripresa, con un ATR in rialzo a $2411. Bitcoin quindi da monitorare in questi giorni per un eventuale rottura del range.

Un eventuale strappo dell’area dei $45mila potrebbe spingere il BTC a testare le resistenze in area $50mila, dove passa la media mobile giornaliera a 200 periodi e dove sono presenti circa 6.05milioni di indirizzi con circa 3.2milioni di BTC.

In/Out of the Money


Al ribasso l’eventuale rottura dei $35.000 potrebbe spingere il BTC a testare i minimi di gennaio a $32mila


Bitcoin



 
Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
 
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