Come previsto, i verbali del FOMC di marzo sono risultati grossomodo in linea con le dichiarazioni di Janet Yellen durante la conferenza stampa che ha seguito l’annuncio della decisione sul tasso.
I verbali, però, hanno intaccato ulteriormente il sentiment del mercato nei confronti del biglietto verde, perché hanno segnalato divisioni crescenti fra i membri della Fed, soprattutto per quanto riguarda un potenziale rialzo del tasso ad aprile, che, a questo punto, anche noi possiamo escludere con certezza.
L’EUR/USD ha resistito sopra la soglia a 1,14 dopo aver testato quota 1,1392 a Tokyo. Negli ultimi giorni, la coppia si è mossa all’interno della fascia compresa fra il supporto a 1,1310 e la resistenza a 1,1438, gli operatori si stanno domandando se sia sostenibile un’ulteriore debolezza del dollaro.
Dopo la pubblicazione dei verbali del FOMC, lo yen giapponese si è apprezzato considerevolmente contro l’USD, la coppia USD/JPY ha toccato il livello minimo dall’ottobre del 2014.
La coppia USD/JPY ha ceduto più del 13% dal giugno del 2015, calando da 125,86 a 108,95. La BoJ molto probabilmente non è contenta dell’attuale forza dello yen, perché fa abbassare ulteriormente le probabilità che l’economia giapponese raggiunga l’obiettivo d’inflazione al 2%.
Ci aspettiamo pertanto che il governatore Kuroda intervenga per mettere fine al rally dello yen, obiettivo che si potrebbe raggiungere o espandendo il programma di allentamento qualitativo e quantitativo e/o rendendo ancora più negativo il tasso.
Giovedì l’inversione di rischio a un mese dell’USD/JPY è passata a -1,48, perché gli operatori si sono affrettati ad acquistare protezioni contro un ulteriore rafforzamento dello yen, ciò lascia intendere che gli investitori non credono che la BoJ abbia gli strumenti (o la credibilità) per porre rimedio alla situazione. Al ribasso, il prossimo supporto giace a 105,23 (minimo di metà ottobre 2014), al rialzo si osserva una resistenza a 110,81 (massimo 5 aprile).
Nella parte finale della seduta europea, il greggio ha esteso i guadagni, perché nella settimana conclusasi il primo aprile le scorte USA hanno subito una contrazione inattesa.
Le scorte di greggio sono calate di 4.937 mila barili, mentre il mercato aveva previsto un incremento di 2.850 mila barili. Nella settimana precedente le scorte erano aumentate di 2.299 mila barili. I future sul greggio West Texas Intermediate sono saliti a 38,16 USD al barile sulla borsa merci di New York, in rialzo dell’8,15% rispetto al minimo di martedì.Il parametro globale, il greggio Brent, ha superato la soglia dei 40 dollari, in rialzo del 7,75% nello stesso arco di tempo.
Nel complesso, le materie prime hanno guadagnato terreno in Asia, l’oro e l’argento sono lievitati rispettivamente dello 0,49% e dello 0,47%. I contratti attivi sul minerale di ferro alla borsa delle materie prime di Dalian hanno guadagnato lo 0,95%, palladio e platino sono saliti rispettivamente dello 0,06% e dello 0,46%.
Il CAD e la NOK hanno tratto vantaggio dal rally del greggio, guadagnando entrambe lo 0,33% contro il biglietto verde. L’USD/CAD ha continuato a invertire i guadagni d’inizio settimana, avvicinandosi a quota 1,30. Al ribasso, un supporto giace a 1,2858 (minimo 31 marzo). La coppia USD/NOK ha testato di nuovo il supporto a 8,2528, ma il numero di venditori non è stato sufficiente a sfondarlo al ribasso.
Oggi gli operatori monitoreranno le riserve in valuta straniera in Svizzera; la produzione industriale in Spagna; il saldo di bilancio in Svezia; l’indice Halifax sui prezzi delle abitazioni nel Regno Unito; la produzione industriale in Norvegia; la produzione manifatturiera in Sudafrica; i permessi di costruzione in Canada; le domande iniziali di disoccupazione negli USA.