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Curva del rendimento e speculazioni su Jackson Hole per predire le azioni della Fed

Pubblicato 23.08.2022, 16:35
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • Aumenta l’inversione della curva del rendimento, segnale di imminente recessione
  • I verbali della Fed mostrano la determinazione a combattere l’inflazione, ma poca chiarezza sugli aumenti dei tassi
  • I rendimenti dei bond europei salgono, con la BCE alle prese con l’inflazione
  • La curva del rendimento invertita dei Treasury USA, peggiorata ieri in maniera incontrovertibile, gareggia per l’attenzione degli investitori con le speculazioni sulle possibili parole del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell al simposio di Jackson Hole venerdì.

    Il divario tra i rendimenti dei titoli del Tesoro a 2 e 10 anni ha raggiunto oltre -30 punti base ad un certo punto ieri, segnale di una grossa recessione dietro l’angolo.

    E le speculazioni su quanto sarà aggressivo Powell nel suo discorso sono solo speculazioni. Gli investitori hanno considerato il calo dell’indice sui prezzi al consumo (IPC) questo mese un segno del fatto che l’inflazione è arrivata al picco, avendo registrato +8,5% sull’anno a luglio rispetto al +9,1% di giugno.

    La domanda è se il Federal Open Market Committee procederà con un altro aumento da 75 punti base (pb) a settembre per domare l’inflazione o se la prospettiva di una recessione lo fermerà.

    La Presidente della Fed di Kansas City Esther George, che ospiterà il simposio di Jackson Hole, ha dichiarato che il ritmo degli aumenti è al centro del dibattito dei policymaker, lasciando aperta la possibilità di un incremento da 50 pb a settembre.

    Il suo collega della Fed di St. Louis James Bullard, invece, ha confermato la sua posizione aggressiva, chiedendo un altro aumento da 75 pb a settembre.

    “Non capisco proprio perché trascinare gli aumenti dei tassi di interesse fino al prossimo anno”, ha dichiarato Bullard in un’intervista al Wall Street Journal.

    Sia George che Bullard sono membri votanti del FOMC quest’anno. Anche due membri non votanti, Mary Daly di San Francisco e Neel Kashkari di Minneapolis, sono intervenuti: Daly si è detta aperta ad un incremento maggiore o minore, e Kashkari ha ribadito l’urgenza di far scendere l’inflazione.

    I verbali del vertice di luglio, rilasciati la scorsa settimana, sono chiari sulla determinazione dei policymaker di far rallentare l’inflazione, ma ambigui circa il ritmo degli aumenti dei tassi. Secondo i membri, prima della pubblicazione dei dati sull’indice IPC, c’erano pochi segnali di allentamento delle pressioni inflazionarie.

    “I partecipanti hanno sottolineato che un rallentamento della domanda aggregata giocherebbe un ruolo importante nel ridurre le pressioni inflazionarie”, si legge nei verbali.

    Meno chiara la parte della dichiarazione in cui si afferma: “Diventerà appropriato ad un certo punto rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi, valutando gli effetti degli aggiustamenti della politica sull’attività economica e l’inflazione”.

    I titoli azionari hanno continuato a salire la scorsa settimana, con gli investitori che hanno optato per un’interpretazione più ottimistica dei verbali, ma sono scesi venerdì e lunedì nelle voci di una trappola del mercato orso.

    I rendimenti dei bond europei raccontano una storia meno ambigua, con l’inflazione che continua a salire e solo la prospettiva di una recessione sembra limitare ulteriori inasprimenti da parte della Banca Centrale Europea.

    I rendimenti dei bund decennali tedeschi salgono di oltre 4 pb all’1,30%, con gli economisti di Deutsche Bank che prospettano che raggiungeranno l’1,75% nei prossimi mesi in scia all’aumento dei tassi della BCE.

    Il rendimento dei decennali italiani, invece, sale di 8 pb, portando lo spread con i bund tedeschi a 229 pb. La prospettiva che un’alleanza di destra prenda il controllo del governo alle elezioni anticipate del 25 settembre e sfidi i limiti UE sui deficit ha comportato una debolezza dei bond italiani.

    Anche i rendimenti dei Gilt britannici sono schizzati ieri, salendo di 15 pb dai minimi e chiudendo a quasi il 2,53%. Citigroup ha stimato che l’inflazione britannica potrebbe superare il 18% entro gennaio, sull’esplosione dei costi dell’energia.

    In generale, la situazione energetica europea continua a peggiorare: la Russia ha avvertito che fermerà le consegne di gas naturale tramite il Nord Stream 1 per tre giorni a fine agosto.

    Isabel Schnabel, membro tedesco del consiglio esecutivo della BCE, ha riferito a Reuters la scorsa settimana che non c’è alcun segnale che l’aumento dei tassi a sorpresa da 50 pb a luglio abbia frenato l’inflazione, mentre il consiglio direttivo discute dell’eventualità di un altro aumento da 50 pb a settembre o da 25 pb.

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