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DailyFX Morning Adviser, ancora attenzione alla sterlina

Pubblicato 09.09.2014, 09:27
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Davide Marone, 9 settembre 2014
INTRO
Come ormai avviene da tempo, da quando la volatilità del mercato è su livelli di minimo storico, il lunedì rappresenta per la maggior parte delle volte un giorno di consolidamento dei prezzi e difficilmente si assiste a movimenti di prezzo degni di nota. Tutto invariato rispetto infatti a quanto visto la scorsa settimana per quanto si concerne valutario ed azionario mentre sono state di discreto interesse le discese di oro, petrolio e bund tedesco. La grande protagonista, diremmo in negativo, resta però la sterlina britannica sulla quale conviene effettuare un rapido excursus.
La sterlina
Fino a meno di un mese fa quando trattavamo il tema della valuta della regina ci soffermavamo naturalmente sulle release macro e su come queste si relazionassero alle aspettative di politica monetaria della Bank of England, dopo che quest’ultima aveva non più tardi di giugno lasciato intendere che un rialzo dei tassi di riferimento potesse avvenire in maniera anticipata rispetto alla forward guidance salvo poi svilire tali attese nelle comunicazioni successive. A distanza di giorni ci ritroviamo, senza naturalmente dimenticare tali tematiche, a disquisire di sterlina in rapporto invece alla scottante questione del referendum di indipendenza della Scozia il quale è divenuto via via più permeante man mano che l’ipotesi di una probabile vittoria dei “si” acquista sempre maggiore credito. Il gap, in termini di sondaggi naturalmente, tra il “si” all’indipendenza ed il “no” sarebbe infatti ormai risibile e, dal punto di vista delle ripercussioni sui mercati, questo non può che mettere ulteriore forte pressione alla sterlina. E’ indubbiamente difficile stimare e quantificare cosa possa voler dire in termini reali l’impatto del voto in favore dell’indipendenza, ma se davvero questo scenario dovesse concretizzarsi è molto verosimile che la divisa britannica potrebbe subirne un grave contraccolpo. Un tema reale, tra i tanti, è ad esempio la quota del debito pubblico che la Scozia nominalmente dovrebbe sostenere, piuttosto che la quota rispetto alla produzione di petrolio del Mare del Nord e come queste variabili possano incidere sul deficit commerciale del Regno Unito. Di conseguenza, e qui torniamo alla Bank of England, il timing per un rialzo dei tassi potrebbe essere differito nel tempo e non di poco in quanto potrebbe rivelarsi non veloce l’”assestamento” dopo l’eventuale scossone del distacco della Scozia. Da contraltare va da sé che è abbastanza auspicabile un clamoroso apprezzamento della sterlina laddove dalle urne del 18 settembre dovesse essere il “no” a vincere. Ma fino a quella data potrebbe essere ancora una buona idea quella di vendere i ritracciamenti di pound contro praticamente tutte le valute. A tal proposito quest’oggi alle 10.30 vi sarà la pubblicazione dei dati su Bilancia Commerciale, Produzione Industriale e Manifatturiera UK e, ancor più importante, alle 12.45 il discorso del Governatore della Bank of England Mark Carney, eventi questi che potranno condurre ad ulteriore forte volatilità sulla sterlina con la possibilità su buone release di vedere possibili ricerche di compensazione del gap di apertura settimanale, per poi assistere a nuovi sell off.
Dollaro ancora forte
Oltre che contro sterlina naturalmente, resta in posizione di forza relativa il dollaro americano che continua ad apprezzarsi in maniera generalizzata contro le altre major. Proprio questa notte abbiamo potuto osservare il rialzo importante del cambio USDJPY, in seguito alle Minute della Bank of Japan le quali non hanno rivelato grandi novità se non lasciato intendere che un indebolimento dello yen non è certo cosa sgradita. Il cambio continua comunque a mantenersi su massimi di 6 anni e non appaiono palesi segni di ribasso su time frame di grande rilievo. Il greenback ha trovato tuttavia forza nella notte anche contro il dollaro australiano, il neozelandese ed il canadese. Lo stesso Eurodollaro ha fatto registrare questa notte nuovi punti di minimo ed il benchmark Dollar Index continua a macinare punti riportandosi su quotazioni in rivisitazione dei livelli di oltre un anno fa, non fornendo comunque grandi spunti di reversal. Aspettiamoci potenziali approdi di quest’ultimo verso l’area tra 10.890 e 10.900 punti prima di ritracciamenti degni di nota che andranno poi studiati sui diversi cambi che concorrono alla costruzione dell’indice stesso. Dopo quelli del Regno Unito, non vi saranno oggi release degne di nota per cui i mercati potranno essere tecnici con uno sguardo attento e vicino all’azionario e a possibili breakout di volatilità sugli indici azionari americani che da giorni permangono in lateralità.

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QUADRO TECNICO
EUR/USD: come pocanzi accennato, nuovi minimi dunque per il cambio che su base daily, dopo la giornata di attesa di venerdì, ha messo poi a segno una rottura ribassista lanciando un segnale ulteriormente bearish. Gli indicatori su larghi time frame continuano ad indicare ipervenduto ma questo non appare ancora come motivo sufficiente a pensare ad acquisti, se non di controtrend fino alle prime zone di ritracciamento quali 1,2920 e 1,2960 in secondo luogo. I grafici a 4 e 1 ora evidenziano con buona chiarezza queste aree che, qualora toccate, potrebbero dunque respingere il prezzo e farlo ripartire oltre che verso i minimi visti a 1,2865, verso il livello di 1,2830.
USD/JPY: nuovi massimi invece per il cambio che ad ogni breakout di volatilità assume la direzione rialzista, come ben visto ieri in apertura settimanale. 106,90 è il vero livello di interesse in ottica rialzista, livello che prima di essere raggiunto, potrebbe passare dunque per ritracciamenti che, come si evince da confluenze grafiche sul time frame a 4 ore, riguarderebbero l’area del pivot daily a 105,70. In tale accezione il grafico orario può essere sfruttato per entrare in posizione nella tendenza sfruttando la sinergia tra le medie mobili esponenziali a 21 e 100 periodi, considerando la prima come area di ingresso e la seconda come area di stop da settare poi in trailing. 105,35 dunque il supporto dinamico oltre il quale potremmo assistere ad importanti reversal ribassisti. Scenario, quest’ultimo, per ora secondario.
EUR/JPY: buon setup rialzista daily anche sul cross che ora guarda ad area 137,15 oltrepassata la quale lascerebbe ampio spazio verso 137,70 in prima istanza. Il 4 ore ha infatti messo in luce l’ottima zona di supporto a 136,65 per sfruttare un ottimo Risk/reward in acquisto ancora valido fino appunto a 137,15, dove invece potremmo assistere a primi ritracciamenti sempre con l’idea di contemplare break rialzisti verso il livello sopracitato. Short invece sotto 136,65 per cogliere 136,40 per stop in pari e naturalmente con target verso i minimi in area 136.
GBP/USD: giornaliero che naturalmente non fornisce il mimino cenno di ripresa come dimostrato anche dalla prime battute di quest’oggi. Il propulsore a nuovi incrementi di volatilità, come detto nella prima parte, potrebbe essere rappresentato dalle release di questa mattina e che potrebbero dunque acuire il ribasso verso area 1,6020. Il grafico orario appare ideale per seguire il movimento di ribasso e per considerare ingressi in scia short grazie all’ausilio della media mobile esponenziale a 21 periodi che ora evidenzia 1,6110 come area di short. 1,6150/60 la seconda. Oltrepassati tali livelli, con molta prudenza, sono ipotizzabili long stretti verso 1,6190 e 1,6230.
AUD/USD: il minimo di breve termine su grafico daily si è confermato ancora una volta come pattern ribassista in questa alternanza confusa che ormai da settimane affligge il grafico dell’australiano, storicamente invece sempre tra i più tecnici. L’area di 0,9275 è stata violata al ribasso ma potrebbe rappresentare zona di ritracciamento e ripartenza verso i minimi significativi a 0,9240. Aspettiamoci dunque risalite di breve verso anche 0,9290 per la ripartenza degli short. Sopra quest’ultimo livello implementabili invece long in direzione 0,9310 e 0,9325.
Ger30 (DAX): giornata di lateralità quella vissuta ieri sull’azionario, con leggeri vendite che hanno avuto la meglio ma che non hanno modificato il quadro tecnico più ampio dell’indice. Il supporto a 9.690 è ancora cruciale e deve essere in primo luogo orientato a zona d’acquisto verso 9.750 e 9.800 punti naturalmente. Stop dunque vicino 8 (sotto 9.690) e reverse su eventuali rotture al ribasso che ci spingerebbero invece in direzione 9.645 e 9.610.
XAU/USD(Oro): buone dunque le vendite di metallo giallo con rottura dei minimi a 1.259 e candela ad ampio range che suggerirebbe la prosecuzione dello scenario ribassista verso 1.250 e la cruciale area a 1.240 dollari l’oncia. L’area di 1.258 appare ancora ideale per nuove vendite verso i minimi appena citati e l’idea di uno stop sopra il pivot daily e di un eventuale reverse verso 1.264 per stop in pari e 1.270 come target è assolutamente valida.

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