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DailyFX Morning Adviser, attenzione alla liquidità

Pubblicato 05.08.2014, 09:32
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 5 agosto 2014
INTRO
Mercati in pausa durante un lunedì interlocutorio, con borse e mercato valutario in congestione in attesa di poter assistere a potenziali aumenti di volatilità, dovuti al graduale cambiamento delle condizioni tecniche di funzionamento dei mercati. A partire da questa settimana infatti, la liquidità circolante comincerà a ridursi gradualmente, potendo produrre come risultati due scenari completamente opposti; calma piatta o volatilità elevata.
Riduzioni di liquidità
Mancanza di dati e di spunti di riflessione durante la prima giornata della settimana. Ieri abbiamo fatto il punto della situazione, arrivando alla conclusione che si sono visti movimenti dollaro-centrici non tali (a livello di continuità e di durata) da farceli considerare importanti dal punto di vista operativo e che questa settimana sarà importante dal punto di vista degli incontri di BCE e soprattutto Bank of England, oltre a dover prestare attenzione alla pubblicazioni di alcuni dati macroeconomici che in mancanza d’altro verranno presi di mira dagli operatori ed investitori. Soprattutto, dopo i movimenti cui abbiamo assistito sul fronte S&P500, che come sappiamo, dopo la decisione di abbassare il livello degli acquisti di asset americani da 35 miliardi a 25, ha messo a segno una forte correzione rimanendo sopra il livello di 1,900.0 punti, la soglia da seguire con attenzione su un time frame giornaliero prima di pensare a potenziali movimenti strutturali di ribasso. La liquidità presente sul mercato, come accennato in apertura, tra questa e la prossima settimana andrà ad assottigliarsi (ieri ancora buoni i flussi sul valutario a Londra, così come stamattina) e questo ambiente lavorativo potrà essere sfruttato da chi vuole tentare di far partire movimenti direzionali sui prezzi a causa del fatto che servono molti meno soldi (messi in un’operazione) rispetto a quelli che servono in una situazione normale per far muovere il mercato. Un mercato che potrebbe anche rimanere fermo, se questi flussi non verranno veicolati verso tentativi di aumentare la volatilità per produrre scenari tipicamente estivi, che seguiremo con attenzione per tutto ilo mese di agosto, senza mai effettuare pause proprio poiché potremmo trovarci di fronte a scenari davvero interessanti dal punto di vista operativo. I percentili di volatilità sul valutario, da una settimana a questa parte, hanno ricominciato a portarsi su livelli elevati, le materie prime (petrolio in testa) risultano molto tirate e le borse si trovano di fronte a questo grosso punto di domanda (che a nostro parere potrebbe ricondurre lievemente verso le forti resistenze passanti per 1,950.0 per quanto riguarda il nostro benchmark di riferimento - S&P500). Prestiamo attenzione.
I dati e la banche
Stamattina la RBA ha deciso, come da ampie aspettative, di mantenere il costo del denaro al 2.50% producendo timide reazioni sui prezzi, con un dollaro australiano lievemente in rafforzamento contro il dollaro americano. Giovedì, come sappiamo, sarà il turno di BCE e di BoE, con quest’ultima sotto i riflettori ma che molto probabilmente non prenderà nessuna decisione di interventismo, lasciando i tassi fermi ed il QE a 375 miliardi di sterline, potendo in questo modo produrre dei movimenti di reazione sul pound che attualmente vengono prezzati su lievi ribassi (sarà importante ragionare sulle minute, in pubblicazione 15 giorni dopo, per comprendere come si saranno divisi i voti che stanno alla base di tale decisione). Sul fronte dati macroeconomici puri occorrerà seguire con attenzione il calendario macroeconomico. Non vogliamo annoiarvi con un mero elenco di dati attesi rispetto alle pubblicazioni passate; in linea di massima l’idea di seguire i dati Usa come potenziali market mover sul dollaro in generale mentre quelli relativi ad altre aree economiche come potenzialmente forieri di reazioni isolate sulla major di riferimento quotate contro il dollaro, non ci sembra malvagia.

QUADRO TECNICO
EUR/USD: sull’euro nulla è cambiato rispetto a ieri. Il mercato sta ancora congestionando sopra 1.3400, area che insieme alle medie a 21 e 100 orarie può fungere da supporto. In caso di tenuta dei supporti è possibile assistere a potenziali tentativi di raggiungimento dei massimi di venerdì (che, alla fine, sono stati segnati dopo i NFP…) con possibili estensioni verso 1.3460 dove eventualmente poter seguire la potenziale formazione di una divergenza ribassista oraria, tenendo conto che un 4 ore suggerisce strategie difensive che potrebbero prevedere degli stop e reverse sotto area 1.3395 a causa del posizionamento dello stocastico ancora impostato verso il basso (anche su un 4 ore attenzione ad una potenziale divergenza ribassista in caso di nuovi massimi relativi dei prezzi).
USD/JPY: le resistenze viste ieri hanno tenuto ed i prezzi ora si stanno muovendo all’interno di una nuova area congestiva passante tra 102.30 e 102.75. Possibile seguire le eventualità legate a potenziali acquisti sui supporti e vendite sulle resistenze, con dei reverse soltanto sotto area 102.20 in caso di posizionamenti long a causa del fatto che su un 4 ore il mercato potrebbe risultare ancora impostato a rialzo (anche se le condizioni evidenziate dallo stocastico mostrano possibili tentativi di ribassi di brevissimo termine verso le aree supportive). Dovessimo superare anche area 102.85, il mercato potrebbe puntare nuovamente i massimi di settimana scorsa.
EUR/JPY: l’area di supporto indicata ieri in 137.50, sulla quale valutare eventualmente degli acquisti in caso di stocastico in ipervenduto è stata raggiunta ieri, ma in serata, non permettendoci nessun tipo di operatività. Siamo ora all’interno della congestione che passa tra 137.40 e 137.75, che può essere sfruttata come quella vista su USDJPY, con le aree relative ai reverse su eventuali posizionamenti long che passano intorno a 137.20. Le aree di vendita devono essere a nostro parere allontanate da 137.75 a 137.90, con zona di reverse posta a 138.15.
GBP/USD: ci troviamo ancora all’interno dell’area di vendita impostata ieri, tra 1.6850 e 1.6875, con il mercato che si sta mantenendo sotto la media a 100 oraria e nei pressi della 21 a 4 ore, dove è possibile continuare ad ipotizzare delle vendite di pound, per ritorni sui minimi di venerdì, che se raggiunti con uno stocastico a 4 ore lontano dall’ipervenduto potrebbero lasciare spazio ad estensioni verso 1.6790. In caso di superamento rialzista di area 1.6885 (minimi e massimi precedenti, media a 100 oraria), crediamo che il mercato possa tentare delle accelerazioni verso1.69 ¼.
AUD/USD: l’idea di attendere rotture a ribasso di area 0.9300 prima di pensare a vendite di aussie ha portato a non commettere errori, con i prezzi che dopo aver rivisitato i massimi di venerdì hanno tentato estensioni a rialzo, non arrivate a punti precedenti in quanto non è stata rotta l’area indicata in 0.9325/35 proprio ella mattinata di ieri. I prezzi si stanno per il momento mantenendo sotto la media a 100 a 4 ore, nei pressi della 21 e sotto i punti statici precedenti, con uno stocastico in zona di ipercomprato, il che ci potrebbe suggerire delle eventuali vendite nell’area che passa tra i prezzi attuali e 0.9360, per correzioni che potrebbero arrivare dapprima in area 0.93 ¼ per poi tentare estensioni verso la figura in caso di stocastico a 4 ore lontano dalla zona di ipervenduto. Ritorni sopra area 0.93 ¾ si rendono a nostro avviso necessari per valutare eventuali accelerazioni verso la figura.
Ger30 (DAX): nessuna operatività ieri sul Dax, seppur i livelli studiati hanno mostrato la propria validità. Ci troviamo al cospetto dalla media a 21 oraria che per il momento sta intervenendo come resistenza, insieme ad area 9,250. Qui è possibile valutare eventuali vendite dell’indice, tenendo conto che ritorni sopra area 9,270 potrebbero rendersi propedeutici ad accelerazioni verso 9,300, livello che se raggiunto con uno stocastico a 4 ore lontano dall’ipercomprato potrebbe lasciare strada, a step, verso 9,360 e 9,400. 9,100 ed estensioni verso 9,060 i target in caso di tenuta delle resistenze.

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