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DailyFX Morning Adviser, BCE e NFP: allacciamo le cinture!

Pubblicato 03.07.2014, 08:50
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 3 luglio 2014
INTRO
Ci siamo! Giornata storica quella che andremo a vivere oggi, con la decisione sui tassi da parte della BCE, con a seguire la conferenza stampa di Mario draghi a spiegazione delle azioni decise in concomitanza della pubblicazione dell’Employment Situation in America (il che significa tasso di disoccupazione e Non Farm Payrolls), due eventi che solitamente si susseguono nelle giornate di giovedì e venerdì, i primi di ogni mese, e che pertanto potrebbero portare a buoni aumenti di volatilità.
Gli ultimi NFP
L’ultima release relativa al mercato del lavoro americano ha rispettato pienamente le aspettative degli analisti e degli investitori, con 217 mila posti di lavoro creati ed un tasso di disoccupazione pari a 6.3%, sotto il livello di attenzione della Federal Reserve, threshold che è stato però abbandonato (quello del 6.5%) dopo l’abbandono da parte di Bernanke del timone dell’istituto centrale americano. Ricordiamo infatti che la Yellen, la nuova presidente della Fed, ha deciso insieme al suo board di affidarsi ad un’analisi qualitativa dell’intera situazione economica americana (con in primis uno shift di attenzione sull’inflazione, che deve ritornare a livello core al target del 2%) prima di decidere qualsiasi dismissione del piano di Quantitative Easing in atto, che vede attualmente una cifra pari a 35 miliardi di iniezioni di liquidità nel sistema, e prima di pensare ad un rialzo di tassi, rialzo che dovrebbe comunque arrivare dopo diverso tempo dall’interruzione totale di tali acquisti. Oggi dunque verrà posato un altro tassello di questo immenso puzzle, una pubblicazione che molto probabilmente porterà ad aumenti importanti di volatilità nel momento in cui dovesse discostarsi dalle attese del mercato, cosa non accaduta l’ultima volta e che quindi non ha portato a movimenti particolarmente degni di attenzione. Difficile inquadrare la potenziale reazione dei mercati data la concomitanza di eventi, i fattori di ragionamento cui ci possiamo affidare risultano a nostro parere tre: la forza dell’euro, il duplice ruolo ricoperto dal dollaro americano, le borse Usa ancora su nuovi massimi. Andiamo con ordine.
I tre genitori della volatilità
Partiamo dall’euro, l’unica valuta che non è in grado, non può e soprattutto non vuole svalutare. Durante l’ultima riunione del 5 giugno Mario Draghi ha deciso di tagliare i tassi di riferimento di 10 punti base, portandoli ad un livello che probabilmente non verrà più rivisitato a ribasso, portare i tassi di remunerazione sui depositi delle banche che possono accedere al circuito della BCE in territorio negativo ed implementare delle misure straordinarie di fornitura di liquidità al sistema bancario europeo. Questo ha prodotto inizialmente una discesa della moneta unica che non è stata in grado di superare a ribasso le più importanti aree di supporto passanti per 1.3450, per ritornare gradualmente verso 1.3700, mostrando ancora una volta il grado di forza relativa rispetto al dollaro americano. Oggi dovremo prestare particolare attenzione all’EurUsd sopra tutti, in quanto nessuna novità da parte di Draghi potrebbe risultare supportava per l’euro. Il presidente si concentrerà, verosimilmente, sull’analisi di come le cose stiano cambiando (se lo stanno facendo) durante l’ultimo mese e sull’inflazione, che ha mostrato un nuovo ma continuo stallo all’ultimo rilascio (0.5% e 0.7% quella core). Il fattore scatenante potenziale volatilità sarà però, a nostro parere, l’analisi della situazione del credito, non ancora sbloccatasi visto che i depositi overnight, seppur costosi per chi li effettua, stanno rimanendo su livelli elevati non andando a trasmettere denaro ad imprese e consumatori. Non dobbiamo dimenticarci però dei NFP, che oggi potrebbero portare allo scatenarsi di dinamiche dollaro-centriche che potrebbero risultare propedeutiche a movimenti all’unisono del biglietto verde, con l’eccezione, o meglio, con il dovere di prestare un’attenzione particolare all’EurUsd (come accennato poche righe fa) e a tutti i cross euro. Cosa potrebbe succedere in caso di dati positivi per gli Usa? Qui, le dinamiche dominanti debbono essere tracciate a partire dalle borse, su nuovi massimi ed in consolidamento a causa esclusivamente del livello di liquidità ancora superiore a 30 miliardi. Di fronte a nuovi posti di lavoro creati superiori alle attese potremmo assistere a tentativi di ripartenza delle borse, con il dollaro che dovrebbe in teoria andare a rafforzarsi ma che, in caso di rottura decisa dei massimi di borsa potrebbe risultare venduto a finanziamento degli acquisti di rischio. Attenzione a qualsiasi movimento a rialzo dei listini che potrebbe essere seguito, come da ultimi movimenti di borsa e di flussi di capitale, da prese di profitto importanti. Rimane comunque la necessità di prestare attenzione al rapporto rischio/rendimento nel momento in cui andremo ad operare, con un R/R chiaramente più favorevole a vendite di listini, in ottica di medio periodo (con stop ed eventuali reverse sopra i massimi), operatività che potrebbe non pagare in intraday. Se invece le borse dovessero tentennare e tentare delle salite a bassi volumi, o addirittura delle discese, il dollaro potrebbe tentare dei rialzarsi. Nel momento in cui l’euro dovesse prendere direzioni ribassiste con un dollaro in discesa, stiamo attenti a potenziali massimi sul cambio principe del mercato, rimanendo sempre legati ai livelli tecnici per l’operatività, guidati dal nostro must “fai trading su quello che vedi, non su quello che credi di sapere”.

QUADRO TECNICO
EUR/USD: euro che si è riportato all’interno delle zone di supporto (che hanno funzionato nei giorni scorsi da resistenza). Parliamo di area 1.36 ¼ / 1.3640, dove potrebbe essere possibile ipotizzare degli acquisti di euro, con l’idea che ritorni sotto 1.3610 potrebbero lasciare spazio a tentativi di raggiungimento di 1.35 ¾, con 1.3590 come primo livello di interferenza. Attenzione che in caso di partenza ribassista dell’euro, dati i market mover di oggi, è possibile valutare una parte di posizione da mantenere in macchina per cavalcare eventuali discese più consistenti. Target in caso di ripartenza potrebbero essere rappresentati da 1.3680, 1.3700 ed in estensione 1.3740.
USD/JPY: dopo la ripartenza studiata su un time frame a 4 ore il mercato si è riportato sopra la media a 21 oraria, che ora insieme a 101.70 potrebbe rappresentare un buon livello di supporto sul quale eventualmente seguire ripartenze del dollaro verso area 102.05 /102.20, tenendo conto che un approfondimento sotto 101.55 potrebbe lasciare spazio ad accelerazioni verso 101.40 e 101 ¼. Attenzione ad una potenziale divergenza ribassista da mettere nel mirino su un time frame orario in caso di compimento di nuovi massimi.
EUR/JPY: su un 4 ore il mercato ha superato a rialzo la media a 21 ed esiste la possibilità di seguire eventuali estensioni dei prezzi verso nuovi massimi, che potrebbero essere rappresentati dall’area che comincia a 139.30 e che termina a 139.65, tenendo conto che lì si potrebbero seguire delle eventuali divergenze ribassiste e che, se il mercato dovesse stornare sotto area 138.75 potremmo assistere ad accelerazioni verso 138.30, con però 138.50 che potrebbe intervenire a frenare il movimento.
GBP/USD: giornata interlocutoria per la sterlina, con una congestione sviluppatasi tra 1.7130 e 1.7175, che potrebbe essere rotta a rialzo o a ribasso e per questo sfruttata per l’operatività. In una situazione del genere, l’idea di posizionarsi long sui supporti che possono essere estesi fino ad area 1.7120 è buona dal punto di vista del R/R, con stop e reverse in caso il mercato vada a rompere a ribasso l’area di 1.7115 per raggiungimenti di 1.7090 ed eventualmente 1.7060. In caso di tenuta, i target potrebbero essere rappresentati dai massimi di ieri, che se rotti (e questa eventuale rottura può essere lavorata direttamente in caso di ripartenza senza passare dai supporti) potrebbero portare a 1.7200 e 1.7230.
AUD/USD: vendite al dettaglio inferiori alle attese hanno portato a forti discese del dollaro australiano, che ha rotto a ribasso la linea di trend che è possibile seguire su un 4 ore. L’area passante tra i prezzi attuali e 0.9350 potrebbe rappresentare un’eventuale area di acquisto per ritorni verso la media mobile a 21 oraria, una zona dove il mercato potrebbe nuovamente girare a ribasso per ritorni verso i minimi di stanotte. Attenzione che in caso di superamento di 0.9340 potrebbe essere possibile assistere a storni verso 0.9315, mentre in caso di ripartenza oltre 0.9430 il mercato potrebbe riportarsi verso 0.9460.
Ger30 (DAX): attenzione ai supporti dati da area 9,890, dove passano sia la media a 21 oraria che punti statici. In caso di sua tenuta i prezzi potrebbero, dopo la congestione ed il restringimento di volatilità visto, tentare ripartenze verso 9,970, con l’idea che ritorni sotto area 9,840 possano essere propedeutici a ripartenze verso area 9,790.
XAU/USD (Oro): oro fermo e congestionato tra i massimi a 1,331.00 e i supporti a 1,321.00. Possibile seguire eventuali rotture della congestione, stando attenti che in caso di discesa importante delle borse potremmo assistere a ricoperture sul metallo giallo, che potrebbe salire in maniera interessante, in tutti gli altri casi potrebbe rimanere legato a dinamiche dollaro-centriche.

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