Matteo Paganini, 27 giugno 2014
INTRO
Ieri la volatilità dei mercati è stata abbastanza sostenuta, se confrontata con la media degli ultimi tempi, con le borse americane a fare da traino ai mercati con dei tentativi di discesa che hanno trascinato con sé anche le borse europee (Dax sopra tutto), ai quali sono corrisposti acquisti di yen ed inizialmente di dollaro americano, quest’ultimi poi rientrati.
Prese di profitto
Ieri abbiamo avuto l’ennesima conferma di come guardare le borse americane possa essere un buon punto di partenza per interpretare il sentiment degli operatori e l’andamento dei mercati. Alle ore 15.30, dopo la pubblicazione di dati neutri (tutti i dati Usa come da attese, soltanto le personal spending di maggio a 0.2% contro uno 0.4% scontato dal mercatoi fronte alla pubblicazione di dati) improvvisamente si sono scatenate delle vendite sugli indici americani, con lo S&P500, il nostro benchmark valutativo, in picchiata da quota 1,960.00 ai supporti passanti per 1,945.00, area visitata già due volte negli ultimi due giorni. Il panico si è sentito, soprattutto nei cuori di chi sta stimando la possibilità di partenza di movimenti ribassisti strutturali degli indici, ora non ancora arrivata a nostro parere. Ci troviamo infatti, come ripetiamo da qualche giorno, di fronte ad un mercato che sembra stia facendo le prove di un grande spettacolo, prove che però non sono ancora sufficienti per andare in scena. Il recupero è stato infatti veloce ed ordinato tecnicamente, prima di aver seguito lo storno avvenuto nella notte da parte del Nikkei. All’interno di questo quadro, lo yen ha ricoperto (e continua a farlo durante queste prime ore del mattino) un ruolo da protagonista. Il suo rafforzamento è stato importante ed ha consacrato il ruolo di valuta rifugio della divisa nipponica, status che non possiamo ancora ritenere definitivo per il dollaro americano. Esso infatti è stato acquistato inizialmente contro euro e sterlina, per poi seguire sul versante australiano, dove i flussi si sono esauriti velocemente, prima di assistere ad un rimbalzo contro le divise europee, a conferma del fatto che i flussi stanno cercando delle relazioni stabili da poter sfruttare. Il fatto che il dollaro comunque abbia tentato di inserirsi nel quadro di semi-risk off offertoci ieri ci fa capire come molti investitori rimangano concentrati sul breve periodo, con la necessità di essere e rimanere liquidi per poter sfruttare velocemente eventuali possibilità offerte dai mercati (che con i tassi bassi dappertutto, ora anche in Europa, potrebbero convogliare investimenti ancora sui listini).
Attenzione alla sterlina
Ieri la sterlina ha mostrato un andamento decorrelato rispetto all’euro, fenomeno che ultimamente sta capitando spesso. Questo ci dà conferme di come il mercato sia tornato ad essere dollaro-centrico, un dollaro che sta mostrando tutta la sua debolezza (basta guardare le 7 major per capire dove siamo con il biglietto verde, l’indice FXCM DJ Dollar Index ha toccato stamattina i 10,400 punti, livello che non si vedeva dall’inizio di maggio). Oggi alle ore 10.30 (lo seguiremo insieme) verrà pubblicato il Pil anglosassone, atteso a 3.1% su base annua, che potrebbe portare aumenti di volatilità. Sappiamo infatti che il pound sta reagendo molto al mix di dati (fin0ora buoni) e di aspettative sulla politica monetaria (dopo la parole di Carney dei giorni scorsi), potrebbero dunque presentarsi occasioni per sfruttare movimenti volatili sul cable e sui suoi cross, all’interno di un quadro di volatilità ancora estremamente contenuta, a parte rare giornate.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: ottima l’idea di non aver acquistato sui primi supporti passanti a 1.3625 (nel Morning Meeting di ieri le spiegazioni, se volete vedere la registrazione la trovate sul nostro canale di youtube DailyFX Italia) e di aver atteso la rottura ribassista dell’area di 1.3610, per aver preso profitto su 1.3590 e 1.3575. I prezzi sono poi ripartiti e sono tornati all’interno di quella che crediamo essere ancora l’area di resistenza principale, che stiamo seguendo da tutta la settimana. 1.3625/40 potrebbe rivelarsi valida per impostare delle vendite di euro di breve termine, vendite da ipotizzare vicino alla parte alta di questa zona (con primi target su 1.3620) per andare a migliorare il R/R, dato che la reazione di ieri potrebbe essere propedeutica a tentativi di salita oltre questa zona. Sopra 1.3650 il mercato potrebbe tentare delle salite verso 1.3690, con 1.3675 che potrebbe intervenire a freno del movimento.
USD/JPY: ottima anche la tenuta delle resistenze studiate ieri su UsdJpy, con i prezzi che hanno raggiunto 101.60 ed hanno approfondito sotto tale area sul movimento di risk off parziale cui abbiamo assistito. Siamo ora nei pressi di 101.30, con il mercato che potrebbe tentare degli storni a rialzo (che comunque non lavoreremo a causa della mancanza di segnali da metodo) verso 101.50, con l’area che inizia a 101.40 che potrebbe intervenire come resistenza. In caso di tenuta di esse, i primi target potrebbero essere rappresentati dai minimi di stamattina, che se superati (questo potrebbe avvenire in caso di borse ancora negative), lascerebbero spazio verso 101.10. Ritorni sopra 101.65 potrebbero essere propedeutici a risalite verso la più importante zona di resistenza data da 101.80, che soltanto dse superata potrebbe lasciare spazio verso 102.05/15.
EUR/JPY: cross che ultimamente ci sta dando grandi soddisfazioni, considerando la sua forte tecnicalità. Ieri, sulla rottura di area studiata in 138.60, abbiamo raggiunto dapprima 138.40 e poi 137.90, zona dove ci siamo fermati perfettamente prima di ripartire verso la media mobile a 21 periodi oraria, che è intervenuta come resistenza dinamica riportando i prezzi vicini ai minimi di ieri. Possibilità, come sul papà UsdJpy, di seguire eventuali caricamenti di mercato verso area 138.40/50, dove eventualmente ipotizzare degli acquisti di yen, tenendo conto che in caso di superamento di area 138.65 i prezzi potrebbero tentare ritorni verso i massimi di 138.80 e 138.90 (sui quali, eventualmente, valuteremo la posizione dello stocastico orario). In caso di ripartenza a ribasso dopo la tenuta delle resistenze, i primi target potrebbero essere rappresentati da 138.20 ed in estensione i minimi di ieri pomeriggio.
GBP/USD: molto buona anche la situazione tecnica sul cable, dove le resistenze individuata in mattinata hanno portato a storni ribassisti fino ad area 1.67 ¾ (senza estendere fino a 40/60, ma quando indichiamo più di un target, lo sapete, significa trasmettere l’idea di prendere profitto su una parte della posizione e di posizionare lo stop sulla restante parte per lo meno in pari). Dopo questo movimento, il mercato è partito a rialzo, e sul superamento rialzista di 1.7020 è stata raggiunta l’area di 1.7050, dove i prezzi si sono temporaneamente fermati. La figura di continuazione rialzista individuata su un time frame a 4 ore ed evidenziata ieri ha dunque portato a buoni risultati ed aver lavorato questo cambio su due time frame differenti anche. Seguiamo ora possibili storni verso l’area di supporto individuata tra 1.7005 e 1.7020, dove eventualmente pensare ad acquisti di pound, tenendo conto che ripartenza del dollaro sotto 1.6990 potrebbero lasciare spazio a discese verso 1.6940 (1.69 ¾ fa da scoglio, attenzione).
AUD/USD: mercato che per tutta la giornata è rimasto dormiente su AudUsd, con il livello individuato in 0.9420 che ha tenuto come resistenza fino a questa notte, momento nel quale ha lasciato spazio alle estensioni che ci attendevamo verso 0.9435, area dove ci siamo perfettamente arenati, per il momento. Anche qui risulta a nostro parere una buona idea quella di attendere eventuali storni verso i supporti che passano proprio tra 0.9410 e 0.9420 per ipotizzare degli acquisti di dollaro australiano, per ritorni verso i massimi di stamattina ed in estensione 0.9450. Sotto 0.9405 potenziali estensioni verso 0.9380, area importante di supporto che se superata potrebbe lasciare spazio verso 0.9360.
Per DAX e Oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.