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DailyFX Morning Adviser, buona tecnicalità sul valutario

Pubblicato 20.08.2014, 09:08
EUR/USD
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GBP/USD
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USD/JPY
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AUD/USD
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EUR/JPY
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XAU/USD
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DE40
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Matteo Paganini, 20 agosto 2014
INTRO
La liquidità ridotta ed i dati che vengono pubblicati riescono a muovere questi mercati d’estate, con i movimenti principali che hanno interessato il valutario, con il dollaro americano acquistato contro tutte le principali divise a conferma di come, ora come ora, il mercato risulti essere dollaro-centrico, a parte i momenti che seguono la pubblicazione di dati provenienti dall’Europa, con la Gran Bretagna ieri grande protagonista.
UK: furbata o ingenuità?
Come ci attendevamo, la pubblicazione del tasso di inflazione in UK è risultato sotto le attese, con valori pari a 1.6% contro 1.8% (in discesa da 1.9%) e sul fronte core (ossia per quanto riguarda il dato depurato dai panieri alimentari ed energetici) a 1.8%, contro aspettative di 1.9% ed un precedente 2.0%. Questo, dopo la rottura ribassista del range formatosi il giorno prima e continuato durante la notte (che spesso si ripete dopo un mercato congestionato, dopo la partenza delle contrattazioni a Londra), ha portato ad ulteriori discese del pound che sulla scia del trend ribassista di breve periodo in atto ha dato il là a vendite di sterline abbinate ad acquisti di dollaro americano che si sono inseguite su tutte le principali divise. Da quando il pound (parliamo naturalmente rispetto al dollaro americano) ha raggiunto la soglia di 1.7200, sulla scia delle dichiarazioni della BoE circa la possibilità di ritoccare a rialzo il costo del denaro prima di quanto il mercato si attendesse, si sono susseguiti diversi fatti che hanno in qualche modo inserito la retromarcia rispetto a quanto trasmesso al mercato fino a quel momento. Questo cambiamento (che ha iniziato gradualmente a non confermare quanto affermato in precedenza) ha iniziato ad innescare vendite da prese di profitto da parte degli investitori che, dopo la pubblicazione delle scorse minute della BoE hanno fatto registrare un vero e proprio cambio di sentiment di breve periodo, orientato ad aumentare le vendite in quanto le aspettative di rialzi dei tassi si stavano congelando, andando a riportare il lasso temporale di riferimento (che il governatore aveva indicato come più vicino di quanto prezzato dal mercato) al primo trimestre 2014. Dopo l’ultimo inflation report i dubbi sono stati quasi dissipati del tutto, con un’economia vista in lieve rallentamento e con la dichiarazione che non si farà riferimento a nessuna soglia numerica macroeconomica (valori da raggiungere su disoccupazione ed inflazione sopra tutti) prima di pensare concretamente ad un rialzo dei tassi. Oggi, alle ore 10.30, se dovessimo assistere alla pubblicazione di minute che mostreranno un 9-0 a livello di votazioni per il mantenimento del costo del denaro ai livelli attuali, avremo la conferma al 100% della frenata da parte della BoE, che potrebbe portare a ridimensionamenti ulteriori del valore della sterlina, sia nei confronti dell’euro che del dollaro. Ingenuità o cambio di rotta provocato dalla strategia comunicativa di Carney, che prima ha preparato il mercato ad un rialzo prematuro salvo poi smentirlo, inizialmente indirettamente ed in seguito confermandolo tramite dichiarazioni e voti dei membri dell’MPC? La sterlina stava correndo troppo per i ritmi di crescita economica britannica? Non siamo convinti che partirà un trend di medio periodo ribassista, ma crediamo che nel breve possano viversi ancora momenti di sofferenza per il pound, soprattutto dopo la pubblicazione di ieri e nel cosi in cui vedremo un 9-0 alle 10.30 (lo seguiremo dal vivo insieme).
Volatilità su AUD
Questa notte ha tenuto la testimonianza semi-annuale il governatore della Reserve Bank of Australia Stevens, il quale è andato a confermare quanto visto durante l’ultimo meeting da parte della Banca Centrale da lui rappresentata andando a comunicare che fin’ora non è stato considerato utile nessun intervento a difesa dell’eccessiva forza del dollaro australiano, intervento che non è da escludere se ritenuto necessario e che, nel caso, non sarà annunciato in anticipo. Tutto questo va a riportare in auge l’argomento apprezzamento del dollaro australiano nei confronti di quello americano, mai abbandonato del tutto dalla RBA ma su cui si erano smorzati i toni durante gli ultimi mesi, preparando il mercato a potenziali deprezzamenti voluti dalla RBA in caso di ripartenze a rialzo importanti dell’aussie (se davvero si volesse tentare un deprezzamento del dollaro australiano, questo andrebbe tentato durante una discesa correttiva in quanto spiazzerebbe molti operatori e farebbe continuare le vendite sulla scia di quelle già in atto sul mercato, che aiutate dalle vendite di AUD combinate con acquisti di USD farebbero rompere molti supporti). Attenzione in ultimo alle minute della Fed, in pubblicazione alle ore 20.00.

QUADRO TECNICO
EUR/USD: ottimo l’euro, che non ha raggiunto le resistenze sulle quali avevamo impostato delle vendite ma che ha rotto l’area di 1.3340 con lo stocastico orario lontano dall’ipervenduto, andando a permettere ingressi short con il raggiungimento dei target indicati ieri. Dopo una congestione pomeridiana e serale la moneta unica ha continuato la sua discesa contenuta dalla media a 21 oraria e in seguito ad una figura di continuazione del trend di brevissimo, ed ora i prezzi si trovano sotto la media a 21 e sotto i punti precedenti statici, che possono intervenire come resistenze. L’area tra 1.3310 e 1.3325 potrebbe portarci a valutare eventuali vendite, con l’idea che in caso di ripartenza oltre area 1.3335/1.3345 (quest’ultimo il livello da considerare operativamente) il mercato potrebbe tentare accelerazioni verso 1.3375. Target in caso di ripartenza a ribasso possono essere rappresentati da 1.3250 e 1.3235, soltanto se dovessimo assistere al superamento di 1.3285.
USD/JPY: ottima tenuta dei supporti visti ieri a 102.50, con il raggiungimento sia di 102 ¾ che di 102.90, livello che durante la notte ha lasciato spazio a salite che hanno raggiunto 103.25. Siamo ora in attesa di eventuali pullback dell’area rappresentate dai massimi statici tra 102.90 e 103.00, dove passa anche la media a 21 oraria per pensare ad eventuali acquisti di dollaro, che potrebbe tentare il raggiungimento di area 103.40 ed in estensione 103.75. In caso di superamento a ribasso di area 102.85 è possibile che il mercato tenti estensioni verso 102.70, che però potrebbe intervenire come supporto (se superato questo, allora si potrebbe pensare a girare eventuali posizioni lunghe per 102.50).
EUR/JPY: strano da dire ma perfetto il fatto che non sia stato superato il livello di 136.75, sotto il quale ci saremmo posizionati corti di fronte alla costruzione di un buon R/R (che, in maniera naturale, non c’era). Continua la situazione confusa sul cambio su un time frame orario, con un 4 ore che non è da meno. Lo seguiamo sul forum di analisi per capire se possano intravedersi possibilità operative.
GBP/USD: ottima la rottura a ribasso della congestione lavorata ieri mattina, con il raggiungimento dei target e l’approfondimento del pound a ribasso dopo la pubblicazione dell’inflazione. Siamo ora con i prezzi sotto la media a 21 oraria e sotto i punti statici precedenti che iniziano ad esistere a partire da 1.6620 e che si estendono fino a 1.6655. Questa l’area sulla quale eventualmente pensare di posizionarsi corti, con piccole posizioni da valutare a partire dalle prime soglie di resistenza e l’idea di completare eventuali posizionamenti lunghi di dollaro in caso di avvicinamento a 1.6640 ovvero in caso di rottura diretta di area 1.6585 (1.6565/1.6550 i potenziali target). In caso di ripartenze oltre 1.6665 con uno stocastico a 4 ore girato a rialzo e fuori dalla zona di ipervenduto potrebbe essere possibile valutare ripartenze verso area 1.6700/1.6730).
AUD/USD: australiano che ha rotto l’area di supporto sulla quale abbiamo pensato di impostare dei posizionamenti lunghi di aussie, con l’idea di girare le posizioni a ribasso in caso di abbattimento di 0.9295, fatto accaduto durante la notte sugli aumenti di volatilità portati da stevens. La discordanza di direzionalità tra un time frame a 4 ore (ribassista e commentata ieri mattina nel nostro Morning Meeting, in diretta alle ore 9.30 ogni giorno) e l’orario ha confermato l’idea che quando le situazioni tecniche non sono più che precise è meglio non operare. Per oggi attendiamo eventuali pullback delle resistenze passanti tra 0.9295 e 0.9310 prima di pensare a qualsiasi tipo di operatività, con l’idea di sfruttare questa zona come resistenza se lo stocastico orario dovesse trovarsi vicino all’ipercomprato e tenendo conto che in caso di superamento di area 0.9335 il mercato potrebbe tentare nuovi massimi.
Ger30 (DAX): rimane la stessa la situazione tecnica sul Dax, con l’area attuale che rappresenta una buona resistenza data dalla media a 100 a 4 ore e dai punti statici precedenti. Possibile ipotizzare eventuali posizionamenti short con stop e reverse sopra l’area di 9,365 con potenziali target iniziali rappresentati rispettivamente da 9,220 e 9,420 (si vedano i punti precedenti in caso di superamento di uno o dell’altro).
XAU/USD (Oro): perfetto l’oro di cui riportiamo la descrizione tecnica di ieri “oro in impostazione ribassista su un time frame orario, con l’area di 1,300.00 a fungere da resistenza per tentativi di raggiungimento di 1,295.50 ed in estensione i minimi di settimana scorsa, con l’idea che ritorni sopra 1,303.50 potrebbero risultare propedeutici al raggiungimento di zona 1,306.00, dove passano i massimi precedenti e la media a 100 oraria”. Il mercato si trova in congestione sotto la media oraria e all’interno di un rettangolo che potrebbe essere sfruttato con ordini Oco per cogliere accelerazioni pari all’altezza della congestione. Risk reward non ottimo. Ottime le impostazioni tecniche del petrolio, che vedremo nel nostro Webinar di apertura dei mercati.

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