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DailyFX Morning Adviser, Dollaro down

Pubblicato 13.06.2014, 09:45
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Davide Marone, 13 giugno 2014

INTRO

Il titolo che attribuiamo questa mattina al nostro Morning Adviser rimanda ad una dinamica dollaro centrica del mercato che manca in senso strutturale in questo momento storico ma che emerge in maniera temporanea e spesso operativamente utile anche a livello intragiornaliero. Non v’è alcun dubbio che la logica ideale che vorrebbe flussi di liquidità univoci di dollari in acquisto o in vendita sia in questo momento latitante, per un mercato che fino a giovedì scorso ha mantenuto perfino uno stampo euro-centrico per via delle enormi aspettative sulle misure da parte della Banca Centrale Europea. I movimenti visti però soprattutto ieri nel valutario, ma anche con la prosecuzione della discesa delle Borse e il nuovo rialzo dell’oro, riportano in auge il tema dollaro centrico che dovremo monitorare nei prossimi giorni tanto più a pochi giorni dal meeting Fed.

L’euro e l’accumulazione

Dopo i grandi scossoni della settimana scorsa, la dinamica dell’eurodollaro diviene sempre più affascinante e nel contempo incerta nel momento in cui si la lateralità del cambio permane e gli unici spunti operativi arrivano da fiammate repentine e circoscritte al brevissimo periodo. Non stiamo a ripercorrere naturalmente quanto concerne gli aspetti macroeconomici, dei quali però vanno estrapolati due elementi: il primo è che i depositi overnight delle banche presso la BCE sono diminuiti in maniera importante, dopo che Draghi ha comunicato un abbassamento del tasso in territorio negativo a -0,10% volto a disincentivare di fatto il parcheggio di liquidità e la ripartenza di flussi di credito all’interno del circuito interbancario. L’altro elemento, tutt’altro che di poco conto, è legato all’obbligazionario; nell’ambito dell’allocazione di portafoglio, storicamente i titoli di stato Usa (prendiamo i Treasury come riferimento) sono percepiti al medesimo livello dei titoli core dell’Eurozona in quanto il rating è molto simile. Il punto però è che dal punto di vista dei rendimenti la forbice che è venuta creandosi è piuttosto rilevante, dal momento che il Treasury rende circa il 2,60% mentre il Bund meno dell’1,4% e quindi esattamente la metà. Non deve stupire se perciò si viene a creare una distorsione evidente dal momento che gli investitori a parità di rischio percepito vadano a preferire maggiori rendimenti, creando così estromissioni di euro e acquisto di dollari. Evidentemente questo gap piuttosto considerevole dovrebbe andare progressivamente a ridursi, pena effetti di squilibrio di lungo periodo. Per venire al punto tecnico, adesso i grafici di breve dell’eurodollaro sembrano indicare una fase di accumulazione nella quale i volumi in acquisto appaiono decisamente più importanti sui punti di minimo di quelli in vendita con progressiva uscita dalla fase di range e la possibilità di instaurarsi di supporti, vedi 1,3555, che prima erano resistenze e dai quali potranno partire potenzialmente nuovi acquisti. Più in alto naturalmente sono attesi i breakout rilevanti che ci confermeranno questa view tecnica, di cui a breve andremo a dissertare.

Carney e la sterlina

Discreti i contenuti emersi ieri in tarda serata dal Governatore della Bank of England nel suo Mansion House Speech. La novità senza alcun dubbio rilevante ha riguardato la dichiarazione per la quale l’istituto centrale britannico potrebbe alzare i tassi di interesse prima di quanto il mercato si aspetti, il che equivale a dire che il mercato non si aspetterà più, o lo farà di meno, un ritocco entro il primo trimestre del 2015 che appariva una tempistica verosimile. Potrebbe farlo prima. Sulla falsa riga di quanto deciso dalla Reserve Bank of New Zeland mercoledì sera, le motivazioni sarebbero da ascrivere alla potenziale inflazione legata al surriscaldamento del settore immobiliare; nel contempo, e pure questo sembra copia esatta di Wheeler, si è detto che la forza della sterlina è naturalmente d’ostacolo alla vera ripresa dell’economia. In una sorta dunque di autolesionismo, i banchieri centrali alzano i tassi o preludono a rialzi dei tassi senza, almeno apparentemente, curarsi del fatto che una valuta che offrirà un rendimento maggiore sarà inevitabilmente destinataria di flussi di liquidità in acquisto sicuramente almeno nel breve, in un periodo storico peraltro di tassi bassissimi tra le economie sviluppate. Il cambio GbpUsd non si è fatto dunque pregare, andando a rompere i massimi a 1,6880 e portandosi fino a 1,6975 dal quale è lecito attendersi ritracciamenti di breve. L’outlook daily è dunque confermato al rialzo ed ora auspicabilmente dovremo ricercare punti di ingresso long.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: come detto in introduzione, da un punto di vista di ottica operativa di breve quella dell’eurodollaro appare sempre più come una fase di accumulazione che prelude dunque a sbocchi rialzisti. Dopo le ampie vendite che sono andate articolandosi fino a martedì scorso e sostenute da buoni volumi, gli eccessi di offerta sembrano essere stati progressivamente assorbiti dalla domanda per lo sviluppo di una fase laterale a volumi contenuti, false rotture ribassiste e crescita dell’interesse in acquisto proprio sui punti di minimo, fino alle prime rotture sopra 1,3555 che ora è il livello testato e da cui è lecito attendersi ripartenze. Questo dunque il livello di supporto per un’operatività long, con stop relativamente vicino, per puntare a 1,3580 che, se superato, potrebbe portare dunque a una domanda importante verso 1,36 e 1,3620. Sotto 1,3555, potremmo vivere nuove fasi di test dei supporti a 1,3535 e 1,3520.

USD/JPY: le discese di Borsa degli ultimi giorni hanno naturalmente avuto un buon impatto anche su questo cambio, notoriamente ad esse correlato. Dal supporto a 101,60 sono poi ripartiti gli acquisti che puntano decisamente a 102,15 in ottica di divergenza regolare rialzista prezzo/stocastico sul grafico a 4 ore. Da lì è lecito attendersi delle vendite con obiettivo a 101,85 prima di eventuale ripartenze long che sopra 101,15 potrebbero approdare fino a 102,35.

EUR/JPY: perfetto arresto della discesa del prezzo sulla media mobile esponenziale a 200 periodi del grafico giornaliero per quello che potrebbe essere il formarsi di un bullish engulfing piuttosto chiaro e potente. Il grafico a 4 ore, in divergenza regolare rialzista, si trova ora al test della media mobile esponenziale a 21 periodi che potrebbe portare a freni di breve del prezzo dunque in area di retest del supporto a 138,25, prima di ripartenze potenziali a 138,60, 138,85 e 139,10. Buone le vendite se invece i retest del supporto dovessero fallire e si dovesse scendere sotto 138,25 per rivedere i punti di minimo.

GBP/USD: come già ampiamente accennato, vero e proprio rally del cable che ha superato i massimi a 1,6880 e 1,6925 per arrivare dunque in area 1,6975. La figura di correzione che da giorni seguivamo sul daily è stata dunque perfettamente rispettata con risalite che puntano dunque ad un target ideale sui punti di massimo a 1,70. Diventa adesso 1,6925 il supporto destinatario di possibili prese di profitto per pensare dunque poi a nuovi acquisti auspicabilmente sostenuti da volumi che ora sono fisiologicamente in calo.

AUD/USD: le analisi fatte nei giorni scorsi sul grafico daily e che ci hanno portato a definire la fase del cambio come una fase di ri-accumulazione, sembrano trovare buone conferme visti i nuovi massimi sopra 0,94 sostenuti da ampi volumi. Proprio 0,94 ora il supporto che può far ripartire gli acquisti, o in secondo luogo lo 0,9385 che è proprio il punto di transito della media mobile esponenziale a 21 periodi del 4 ore. Quest’ultimo grafico ci mostra divergenza ribassista, tipica delle fasi di trend rialzista, che però è ancora da ponderare fino al cedimento dei supporti. 0,9455 gli obiettivi al rialzo naturalmente. 0,9360, come detto, i caso di ribasso.

Ger30 (DAX): buona la correzione e le ripartenze short viste ieri sotto 9.930 punti verso l’altrettanto preciso 9.895. Il daily ha mostrato come il massimo a 10.035 possa essere considerato un massimo di “breve” termine e quindi punto short, così come 9.870 appare il vero e più importante supporto. Venendo al grafico orario, va notata l’ottima funzione si resistenza dinamica della media a 21 periodi che dunque ci suggerisce vendite in area 9.940 verso i punti di minimo ed acquisti in divergenza rialzista regolare solo al suo superamento per obiettivi a 9.970.

XAU/USD(Oro): ci rallegriamo anche in questo caso della puntualità con la quale abbiamo in questi giorni parlato di fase di accumulazione per l’oro dai minimi a 1.240 dollari l’oncia. Rispettata infatti l’analisi prezzo/volumi effettuata oltre una settimana fa, con i vari target a 1.260 e 1.267 ben raggiunti. Dal punto di vista ciclico si sono girati sia il grafico daily che quello a 4 ore ed ora potremmo assistere a tentativi di ritracciamento proprio in area 1.267 (o prima a 1.270) prima di ripartenze verso 1.277 in prima istanza. Area 1.288/90 quella successiva. Operazioni veloci in short sotto 1.267 verso 1.260, le uniche indicazioni in senso discesista.

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