Matteo Paganini, 7 luglio 2014
INTRO
Dopo i festeggiamenti per l’indipendenza americana, che ci hanno fatto vivere un finire di settimana in linea con la poco volatilità che ha seguito il doppio appuntamento BCE / NFP, siamo pronti a considerare dei ritorni di volatilità, seppur non copiosi ma che possono per lo meno permetterci di operare, seguendo quali dinamiche?
Il punto della situazione
Quello che sarebbe dovuto essere un giovedì storico per il doppio appuntamento BCE / Non Farm Payrolls si è rivelato, come visto settimana scorsa, un non-evento, con reazioni di volatilità davvero contenute da parte dei mercati. La BCE, durante la giornata di giovedì e come da attese ha lasciato intendere che verrà portata avanti una politica di "wait and see" per valutare gli effetti delle decisioni di politica monetaria prese nella penultima riunione, cosa non possibile dopo neanche un mese (esse hanno avuto effetto dall'11 giugno) trascorso. Sul fronte depositi di liquidità overnight presso l'istituto di Francoforte da parte delle banche commerciali con denaro in eccesso a fine giornata rispetto a quanto necessario per incontrare tutti i requisiti di capitalizzazione richiesti, la situazione è migliorata poco rispetto alla media, questo sta a significare che il denaro non sta circolando sul circuito del credito come avrebbe potuto fare di fronte all'imposizione di dover “pagare il parcheggio”, un tasso di remunerazione per far si che i propri soldi vengano custoditi, seppur per poche ore, dalla BCE. Un dipinto non diverso da quanto si aspettavano analisti ed investitori se non per il pacato accenno all’unanimità che caratterizza l’intenzione di poter considerare eventuali implementazioni di politiche straordinarie in futuro, se necessarie (con riferimento a possibilità di acquisto di titoli stile Quantitative Easing). Per quanto concerne invece il mercato del lavoro americano, abbiamo assistito ad un miglioramento del tasso di disoccupazione dal 6.3% al 6.1%, con una creazione di nuovi posti di lavoro pari a 288 mila unità, una cifra ben superiore al precedente 217k ed all'atteso 215k, il che ha portato ad una lieve rivalutazione del dollaro americano, con le borse su nuovi massimi.
Quali le dinamiche dominanti?
Dal punto di vista di movimenti correlati tra strumenti appartenenti allo stesso mercato o di mercati diversi continuiamo a notare dei movimenti all’unisono del dollaro americano, pur se in misura minore rispetto a quanto visto dopo l’ultima decisione da parte della Fed di tagliare di ulteriori 10 miliardi il piano di stimolo all’economia (tra l’altro questo mercoledì verranno rilasciate le minute dell’incontro). Di fronte alle decisioni della BCE l’euro, pur rimanendo forte nei confronti del dollaro americano, non ha per nulla reagito ed il movimento di reazione è stato guidato e trainato dal dollaro che è stato acquistato in corrispondenza di acquisti di rischio, andando così a muoversi all’interno di quel duplice ruolo che abbiamo commentato più volte durante i giorni scorsi e che potrebbe rappresentare il leitmotiv di quest’estate, ovvero la capacità del dollaro di rafforzarsi sia di fronte a borse che salgono o scendono, sia di indebolirsi alla stessa maniera, rendendo così difficile la previsione di scenari correlativi duraturi sui quali impostare strategie operative. Siamo di fronte a continui tentativi di correlazione che finiscono in mercati che sostanzialmente rimangono decorrelati (se non per le dinamiche che vedono il dollaro, indipendentemente dai movimenti rispetto alle borse, il che ci fa comprendere come anche le dinamiche di risk on e risk off non siano ancora pronte a realizzarsi) ma che ci forniscono la possibilità, da qui a fine luglio quando la Fed probabilmente scenderà sotto la fatidica soglia dei 30 miliardi di acquisti di asset, di seguire i diversi strumenti come a loro stanti durante il mattino (con possibilità di assistere a movimenti correlati tra euro e sterlina in mancanza di dati) per poi muovere i nostri ragionamenti e le nostre osservazioni verso il dollaro, che potrebbe continuare ad essere catalizzatore di flussi all’interno di questo quadro di valutazione dei dati macro che ci accompagnerà fino al prossimo meeting del FOMC (30 luglio, per la precisione).
QUADRO TECNICO
EUR/USD: su un time frame giornaliero la moneta unica europea è uscita dalla potenziale figura di continuazione ribassista rappresentata dalla bandiera che ha incontrato le resistenze poco sopra area 1.3700 ed ora ci troviamo di fronte ad un mercato che potrebbe tentare degli ulteriori approfondimenti verso area 1.3500, livello che passa sopra l’importante zona di 1.3450/75, che il mercato ha sentito fortemente dopo la decisione della BCE di modificare la propria politica monetaria e sotto la quale non siamo più andati. Sul fronte intraday i prezzi si stanno muovendo nei pressi della media a 21 oraria che, insieme ad area 1.3600 (livelli statici) potrebbe rappresentare una buona zona di resistenza sulla quale pensare ad acquisti di dollaro americano, con l’idea che se il mercato dovesse tornare sopra 1.3610 potremmo assistere a tentativi di ripartenza verso 1.3640, con 1.36 ¼ come possibile soglia intermedia prima della quale potremmo assistere a frenate dei prezzi. In caso di tenuta delle resistenza il mercato potrebbe tentare delle accelerazioni verso 1.3540, con 1.3565 che potrebbe rappresentare un livello oltre il quale ragionare su eventuali trigger a ribasso.
USD/JPY: su un grafico a 4 ore abbiamo assistito all’incrocio a rialzo delle medie, con i prezzi che stanno consolidando sopra area 102.00 e che trovano i propri supporti proprio intorno alla figura tonda. Il fatto che siano stati compiuti massimi inferiori rispetto a quelli di giovedì (quando il dollaro è stato inizialmente acquistato contro tutte le major dopo i NFP) ci fa considerare la possibilità di essere di fronte ad un triangolo potenzialmente rialzista ovvero ad una bandiera, sempre potenzialmente rialzista, che potrebbero portare a continuazioni del movimento di breve in atto. Se questo dovesse essere il caso (fino a 101.80 potremmo avere aree di acquisto) potremmo assistere a tentativi di compimento di nuovi massimi, con 102.40 come potenziale area d’arrivo, dove seguire eventualmente la formazione di una divergenza ribassista. Se ci spostiamo su un time frame orario l’impostazione tecnica non cambia, con i supporti coincidenti con quelli visti ora (le medie orarie sono impostate a rialzo e la 100 corrisponde ai livelli statici) e possiamo valutare eventuali ripartenze senza passare dai supporti in caso di rottura di area 102.20 (anticipando la rottura dei massimi, sui quali eventualmente ci proteggeremo con immediati stop in pari).
EUR/JPY: grafico non chiarissimo dal punto di vista tecnico quello dell’EurJpy, con i prezzi che su un time frame orario si stanno mantenendo sotto le resistenze rappresentate dalle medie impostate a ribasso e dai livelli statici passati per area 138.80. Questa la zona (estendibile fino a 138.90, sulla quale pensare a vendite di euro, per ritorni verso i minimi passanti per 138.60 ed eventualmente (qui l’analisi dello stocastico potrebbe aiutare in quanto in caso di lontananza dall’ipervenduto con prezzi sui primi target potrebbe suggerire una rottura) 138 ¼ in estensione. In caso di partenza a ribasso diretta il mercato potrebbe tentare delle accelerazioni verso 138.15, da considerare in caso di rottura a ribasso ai area 138.50.
GBP/USD: sterlina in consolidamento sopra area 1.7100, con i prezzi che si stanno mantenendo tra questi supporti e 1.71 ¾. Su un 4 ore ci troviamo al cospetto della media a 21 periodi che potrebbe rappresentare (insieme ai supporti statici passanti per la figura di 71) una buona zona di supporto per ragionare su acquisti di pound, per ritorni verso i massimi relativi di fine settimana ed ventuali estensioni verso area 1.7200 e 1.7230. Attenzione, in questo caso, alla possibile formazione di una divergenza ribassista su un orizzonte temporale giornaliero. Se ci concentriamo su un time frame orario troviamo le quotazioni sopra la media a 100 (che rimane a sostegno di essi e della 21), che insieme a 1.7125 potrebbe cominciare a rappresentare un’area sulla quale pensare ad eventuali vendite di dollaro (da contemplare fino a 1.7100, come visto) per eventuali ritorni verso i massimi e gli altri target ragionati. Nel momento in cui dovessimo assistere a ritorni sotto area 1.7090 il mercato potrebbe essere prontop a storni verso 1.7060 ed in estensione 40.
AUD/USD: congestione anche qui, anche se al contrario rispetto alla sterlina, questo ci testimonia come sia vero che il mercato è mosso da dinamiche dollaro-centriche, ma non per tutto il tempo, abbiamo delle segmentazioni a livello di finestre temporali mattino/pomeriggio. Qui, un grafico a 4 ore mostra i prezzi sotto aree di potenziale resistenza, con le medie incrociate a ribasso e con area 0.9380 che potrebbe rappresentare una resistenza importante sulla quale pensare ad acquisti di dollaro. Stessa area che si può notare su un time frame orario e che coincide con la media a 100, dove una figura di congestione a triangolo si evidenzia bene. Se questa zona dovesse tenere, il mercato potrebbe tentare delle discese verso i minimi di 0.9320 (con 0.9340 come punto intermedio), tenendo conto che in caso di superamento di area 0.9395 i prezzi potrebbero tentare delle ripartenze verso 0.9415.
Ger30 (DAX): il Dax ha compiuto quello che a 4 ore sembra poter essere considerato un triplo massimo, figura di inversione di un trend. Occorre seguire con attenzione delle potenziali correzioni verso l’area rappresentata dalla media a 21 periodi, che insieme all’area che passa tra 9,900 e 9,930 potrebbe rappresentare una zona di interferenza all’interno della quale valutare frenate dei prezzi per valutare eventuali acquisti (se lo stocastico dovesse avvicinarsi alla zona di ipervenduto e se l e borse Usa dovessero mostrare segnali di rialzo).
XAU/USD (Oro): il metallo giallo sta tentando il raggiungimento delle zone di supporto che stanno contenendo i prezzi dallo scorso 20 giugno. In caso di avvicinamento ad essi (area 1,305.00) con uno stocastico a 4 ore lontano dall’ipervenduto potremmo considerare eventuali rotture ribassiste verso area 1,295.00. Buona l’idea, a nostro parere, di attendere eventuali ripartenze verso la media a 21 oraria, sulla quale eventualmente impostare operazioni di vendita per ritorni verso i minimi della più ampia congestione che sta contenendo i prezzi, tenendo conto che un superamento di area 1,325.00 potrebbe ricondurre verso i massimi relativi.