Davide Marone, 6 agosto 2014
INTRO
Un veloce sguardo ai grafici della giornata di ieri ci suggerisce uno scenario complessivo di mercato che ci restituisce fondamentalmente due elementi, di cui uno di metodo e uno di merito: il primo è l’assottigliamento dei volumi e quindi potenzialmente uno scenario di maggiore lateralità alla quale possono poi seguire repentini strappi di volatilità. Il secondo è rappresentato dalla dinamica di mercato che vede ancora un dollaro americano in generale rafforzamento e listini azionari in sostanziale sofferenza.
Le Borse
L’antefatto lo conosciamo oramai più che bene: i livelli incredibili raggiunti dai listini azionari sono e sono stati totalmente legati all’enorme liquidità nel sistema introdotta in questi anni a suon di Quantitative Easing e tassi radenti lo zero da parte della Federal Reserve. Con il QE ridotto a 25 miliardi su base mese, e naturalmente questo è l’elemento di input non di certo quello causale, i listini sono andati a stornare sui supporti più importanti nell’ambito di un contesto di mega-distribuzione e di salite senza volumi legate sostanzialmente ad una quasi assenza dal lato dell’offerta. Nella giornata di ieri ne abbiamo avuto ennesima dimostrazione, con l’ulteriore seppur eterogenea caduta dei benchmark azionari; caduta avvenuta anche in maniera piuttosto tecnica dal punto di vista dell’analisi grafica. La domanda che ci ponevamo alcuni giorni fa e che lecitamente continuiamo a rivolgerci è ora se tali ribassi possano essere strutturali e dunque portare ad un vero e proprio sgonfiamento dei prezzi nel medio periodo. La risposta è naturalmente difficile, difficilissima e la migliore risiede in un “probabilmente no”. Forzando la sintesi, la liquidità nei mercati è ancora presente e i tassi di interesse sono radenti lo zero e per quello che concerne tensioni geopolitiche e default di paesi e istituti di credito, non è certo la prima volta che ne vediamo. Dal punto di vista del trading le considerazioni naturalmente sono tecniche, prima che macroeconomiche e le scelte da implementare sono legate ai livelli tecnici di prezzo. Va detto che i supporti grafici ai quali ci stiamo avvicinando sono di grande importanza. Due esempi su tutti: il Dax tedesco che si trova nei pressi della soglia psicologica dei 9mila punti e del livello cruciale a 8.900, e lo Standard&Poor’s 500 anch’esso vicino alla soglia dei 1.900 punti con vista al fondamentale 1.860. La gravitazione attorno a questi punti sarà rivelatrice del più prossimo cammino, in un agosto che storicamente non è un mese particolarmente favorevole ai rialzi di Borsa, anzi.
Verso il meeting BCE
Una breve digressione ci rimanda alla tematica di fondo di un mercato che resta orientato al dollaro-centrismo. Nei giorni scorsi abbiamo detto come il dollaro stia indubbiamente vivendo una fase di nuovo rafforzamento che potrà perdurare, laddove a fronte di una liquidità che va riducendosi ancora, non saranno tanto i differenziali di tassi di interesse ad essere prezzati sui tassi di cambio, quanto gli spread di inflazione e di dati macro (questi in costante miglioramento) soprattutto rispetto ad economia ad ora lontane anni luce da questi punti di vista (vedi Eurozona).Invitiamo perciò ancora una volta a prendere in seria considerazione l’analisi tecnica del benchmark di mercato he ne misura la forza e la debolezza, e cioè l’FXCM Dow Jones Dollar Index, che dopo due giorni di arresto e lateralità, è tornato ieri a crescere con la possibilità di rompere la resistenza a 10.550 punti per puntare a livelli di rilievo a partire da quota 10.575. Ma veniamo rapidamente alla BCE ed al meeting che ci attende giovedì, salvo poi riprendere il tema in maniera più articolata in questa sede proprio nella giornata di domani. E’ più che legittimo ritenere che si ribadirà la politica “wait and see”; laddove i dati macro sono stati contrastanti (naturalmente in negativo) e non allarmanti (qui sorridiamo), Draghi prenderà tempo per vagliare l’impatto delle misure intraprese di recente adducendo verosimilmente come le tensioni geopolitiche possano rappresentare ad ora un serio pericolo per la ripresa dell’area economica europea. Questi i verosimili cardini delle comunicazioni che vi saranno domani, il che è quantomeno sminuente ma rappresenta lo scenario più verosimile. In ottica di trading dell’euro, questo potrebbe non cambiare in maniera sostanziale il percorso ribassista della moneta unica nei confronti del dollaro americano anche ieri su nuovi punti di minimo. Peraltro in una giornata come oggi, scevra di dati di rilievo, così come domani con un possibile non-evento, non sussistono elementi oggettivi in grado di modificare il quadro anche di breve del cambio valutario più liquido. Fermo restando che il mercato resta per definizione imprevedibile. Va ricordato per oggi, in ultimo, il rilascio della Produzione Manifatturiera del Regno Unito alle 10,30 che potrebbe condurre a volatilità di breve sulla sterlina che puntualmente si dimostra molto reattiva alle pubblicazioni macro.
QUADRO TECNICO
EURUSD: come accennavamo pocanzi, sul daily dopo l’interruzione di nuovi minimi vista venerdì, siamo tornati a chiusure negative ed, appunto, a nuovi minimi relativi. Ancora una volta, non c’è stato miglior modo di tradare il cambio delle confluenze grafiche in particolare su grafici a 4 e 1 ora. Sul primo infatti, ancora una volta la media mobile esponenziale a 21 periodi ha rappresentato un punto di arresto e ripartenza del prezzo proprio nelle aree statiche di interesse tra 1,3420 ed 1,34. Il grafico a 1 ora ci mostra ora come sia in atto una correzione di breve, creatasi peraltro con la congestione della sessione asiatica e che quindi potrebbe portare a nuove vendite in area 1,3375 per target iniziali a 1,3355. 1,3320 rappresenta il livello successivo che su nuove rotture si potrebbe guardare, fermo restando condizioni di mercato che potrebbero non permettere il raggiungimento preciso dei target di prezzo. Ancora una volta cautela invece sulle posizioni long dal momento che siamo in tendenza ribassista; ancora una volta l’1,34 è il primo trigger point in questo senso, con obiettivi limitati di 20 punti in 20 punti.
USDJPY: giornata piuttosto confusa quella di ieri del cambio. Dopo le ottime risalite in dinamico dollaro-centrica, esso è poi in qualche modo tornato alla correlazione positiva con le Borse andando quindi a scendere in maniera discreta nel tardo pomeriggio. I livelli di riferimento restano perciò ancora 102,75, ieri falsamente rotto al rialzo, e 102,40. Questi dunque i due punti da ricercare per l’operatività da privilegiare in limit entry, con stop vicini e reverse su eventuali incrementi di volatilità verso rispettivamente area 103 e 102,15.
EURJPY: enunciamo subito un principio cardine del mercato valutario: in un mercato dollaro centrico gli effetti sui cross sono sempre più limitati e il trading di range è spesso la migliore scelta. In questo caso, i flussi in vendita di eurodollaro hanno naturalmente avuto la meglio negli ultimi 3 giorni specie se, come ieri, sono coincisi con vendite di USDJPY. Sul daily il massimo di breve termine completatosi lunedì ha accompagnato buone discese fino all’ottimo livello di 137,20, la cui rottura potrebbe condurre ad ulteriori approfondimenti in direzione 136,90 e soprattutto 136,65. L’impostazione oraria suffraga questa view, per cui diviene lecito attendersi risalite di breve verso 137,30 prima di nuove vendite. Sopra 137,40 diviene lecito pensare a riacquisti in direzione 137,65.
GBPUSD: la settimana del cable è iniziata all’insegna del rialzo con chiusure daily vicine ai massimi di giornata e che quindi suggeriscono ancora possibilità di rialzo. Tuttavia il time frame a 4 ore ci mette in evidenza l’area di confluenza grafica a 1,6875 come propedeutica a nuove discese con step progressivi a 1,6855, 1,6835 e 1,6810. Il fallimento di nuovi minimi naturalmente potrebbe, anche se in maniera aggressiva, consentire acquisti sui supporti, mentre un buy conservativo è implementabile sopra quota 1,69 per primi obiettivi a 1,6935.
AUDUSD: dopo le discese tecniche della settimana scorsa il daily del cambio è recentemente tornato ad essere non troppo tecnico. Il 4 ore, come in molti strumenti finora analizzati e non, si è ben comportato nel suggerire nuovi ribassi che ora potrebbero riacuirsi da area 0,9300 verso i punti di minimo relativo di 0,9275 per stop in pari e valutazione per nuove discese con target a 0,9250. Con uno stop sopra il pivot daily ed un reverse si potrebbe invece entrare al rialzo in direzione 0,9335. Restiamo comunque molto conservativi, vista la scarsa tecnicalità del cambio in questo momento storico.
Ger30 (Dax): come detto nella prima parte del documento, restano molto importanti i livelli ben visibili sul grafico giornaliero dell’indice tedesco. Venendo ad un orizzonte temporale utile in intraday, le partenze al rialzo sono ipotizzabili su eventuale sviluppo di divergenza regolare rialzista tra prezzo ed oscillatore stocastico su time frame a 4 ore, per rivedere sopra 9.130 i livelli di 9.185 e 9.240. Naturalmente lo scenario resta ribassista con possibilità di nuove vendite proprio sul primo dei due livelli appena citati e breakout ribassista in direzione 9.035 punti.
XAUUSD (Oro): ancora una volta sui time frame alti l’oro non ci fornisce estrema tecnicalità. La candela daily di ieri ne è perfettamente esemplificativa. La regolare sequenza di massimi e minimi di swing decrescenti ci suggerisce la ricerca di punti di vendita a partire da 1.298 e 1.294 verso 1.290-1.286 e 1.280. Respiro rialzista si potrebbe avere proprio al superamento di area 1.298 verso il 1.302 e 1.306.