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DailyFX Morning Adviser, Focus sui livelli tecnici

Pubblicato 23.09.2014, 08:59
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Davide Marone, 23 settembre 2014

INTRO

Passata la settimana che ha visto la riunione del FOMC prima e il referendum dell’indipendenza della Scozia poi, ci troviamo davanti a giorni invece che dal punto di vista dei market mover non ci restituirà degli eventi particolarmente degni di nota. Il focus perciò potrà essere squisitamente sui livelli grafici, punti cioè sui quali dovremo ricercare l’operatività.

Draghi e l’euro

Il Governatore Mario Draghi si è ieri pronunciato in uno speech alla Commissione agli Affari Economici del Parlamento Europeo riferendo sullo stato dell’arte dell’economia dell’Eurozona e, come facilmente prevedibile, non ha dipinto scenari rosei. Ha reiterato infatti sullo stallo della crescita e sui famosi downside risks, ribadendo ancora le aspettative sull’inflazione ben ancorate al ribasso. Inoltre, e questo assume una maggiore nota di rilevanza, ha ripetuto a chiare lettere che la BCE è pronta a usare strumenti aggiuntivi non convenzionali e leggasi naturalmente QE. Al di là di quello ampiamente annunciato e le cui tecnicalità verranno esplicitate nel prossimo meeting ad ottobre e oltre alla già avviata operazione di TLTRO sul quale il banchiere centrale ha espresso parere positivo anche rispetto agli importi “ridotti” che le banche hanno richiesto, affermando come invece questi ultimi fossero in linea con le aspettative dell’istituto centrale. Beh poco altro da dire, se non la retorica consueta di appuntamenti come questo. L’euro in tutto questo non ha avuto reazioni particolari e, contro il dollaro americano, ha continuato a muoversi all’interno dei cardini 1,2830/65, all’interno di un’impostazione tecnica che sia a livello multiday che intraday resta dunque ribassista verso la cruciale area di supporto posta a 1,2750. La chiusura settimanale del cambio ci ha infatti restituito da un punto di vista tecnico, un forte segnale bearish che naturalmente va tradotto, per quello che concerne il trading di breve, in ricerca di operatività sulle maggiori confluenze grafiche che evidenziano, oltre all’area pocanzi citata, in 1,29 un livello di grande rilevanza qualora dovessimo assistere a delle correzioni tecniche in mattinata in senso rialzista.

Le Borse ed il dollaro

Il dollaro americano naturalmente permane nella sua posizione di forza relativa, con situazioni tecniche più marcate quali quelle del suo rapporto con yen e dollaro australiano. Queste ultime continuano ad essere le divise più interessate dalle vendite e i cui cambi possono fornirci maggiore volatilità. Il FXCM Dow Jones Dollar Index ha ieri vissuto una giornata di interdizione e, sebben il grafico giornaliero ci mostri potenzialmente scenari di correzione, il time frame a 4 ore ci suggerisce ancora nettamente un’impostazione bullish con i livelli a 10.920 e 10.890 che ancora rappresentano degli ottimi punti di acquisto. Per quello che riguarda invece le Borse, ieri abbiamo avuto modo di assistere a vendite importanti che hanno interessato i listini americani e lo S&P500 su tutti, Quest’ultimo ha infatti violato le aree di supporto a 2.005 e 2.000 punti, lanciando da grafico daily un segnale short corrispondente ad un cosiddetto massimo di breve termine con chiusura quasi corrispondente ai mini di giornata. Rotture sotto i minimi di ieri dunque potrebbero portare a nuove ed importanti sell off verso l’area 1.9080/2 da cui poi assistere a ritracciamenti di breve. Sulla stessa falsa riga il Nasdaq sul livello di 4.040 punti verso le aree a 3.995 ed il Dow Jones a 17.165 punti verso 16.980 in caso di conferme di break al ribasso. Warning perciò sulle Borse con le europee che per la verità hanno già lanciato più segnali al ribasso e che, con la estrema cautela che deve caratterizzare le vendite di azionario in questo periodo storico, oggi potrebbero proseguire con il segno meno.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: come scritto nella prima parte del contributo, il settimanale del cambio ha fornito un potente segnale ribassista che naturalmente dovrà essere suffragato e adattato ai time frame inferiori. Il daily è al momento allineato rispetto a questo tipo di contesto, con il time frame a 4 ore che invece ci evidenzia l’area di 1,2870 per contemplare nuove vendite del cambio focalizzandosi sul primo ed importante target a 1,28. Se il livello di confluenza grafica dovesse essere superato al rialzo, è implementabile un long in direzione 1,29 e 1,2920 per pensare già a prese di profitto su quei punti.

USD/JPY: nulla di nuovo su questo fronte, anche se vi è stata l’interruzione di nuovi massimi. Il 4 ore appare ora chiaro nell’evidenziare perfettamente il livello di 108,65 che tecnicamente si pone come livello di acquisto per puntare ai massimi relativi a 109,30 e progressivamente i target a 109,65 e 110 figura naturalmente. La rottura però del supporto potrebbe rivelarsi anche potente al ribasso in direzione 107,40. Lo stop loss ravvicinato in acquisto con reverse sul break al ribasso appare dunque sensato.

EUR/JPY: daily naturalmente più contrastato su questo cross, mentre è chiara la similitudine del 4 ore con quello appena visto di USDJPY. 139,70 è ancora indubbiamente un forte supporto che dunque può consentire acquisti che potrebbero essere pure suffragati da divergenza inversa rialzista prezzo-oscillatore stocastico in direzione 140,15 e 140,55. Stop anche in questo caso piazzabili a breve distanza per poter sfruttare dei reverse in direzione 139,30 che potrebbe essere l’area poi di seconda istanza per potenti riprese del prezzo al rialzo.

GBP/USD: continua la “confusione” della price action del cable dopo i movimenti clamorosi a cavallo della fine della settimana scorsa. Il daily suggerisce ancora uno scenario ribassista implementabile con vendite nell’area compresa tra 1,64 e 1,6375, ma il contrasto con H4 potrebbe suggerire un approccio più prudente per dei sell a violazione di 1,6330 con target progressivi a 1,6265 e 1,6215. La tenuta del primo di questi due livelli è nel breve supportivo per acquisti proprio verso 1,6390/64.

AUD/USD: ancora importanti sell off di dollaro australiano durante la giornata di ieri anche in rottura della soglia di 0,89. Il time frame a 4 ore appare ottimale nel seguirne la dinamica ed individuare i punti di ingresso in scia alla tendenza grazie alle ottime confluenze grafiche tra livelli statici di prezzo e media mobile esponenziale a 2 periodi. 0,8935 è uno di questi punti per vendere con obiettivo dei minimi a 0,8855. Salto anche di mezza figura nel caso la resistenza venisse oltrepassata al rialzo verso 0,90 da cui poi potrebbero partire nuove vendite.

Ger30 (DAX): nuovi segnali ribassisti evidenziabili dunque sull’Indice Tedesco, con il palesarsi di una nuova divergenza regolare ribassista tra il prezzo e l’oscillatore stocastico dopo che quella precedente era stata svilita dalla tenuta dei supporti a 9.590 punti. Cedimenti sotto 9.730 ci farebbero riguardare a 9.690 per lo stop in pari e target a 9.645. La tenuta di 9.740 può essere però in prima istanza tradata con long verso 9.775 e 9.800.

XAU/USD (Oro): dopo le buone discese di settimana scorsa, la doji daily di ieri ha confermato un quadro di stallo per il prezzo che naturalmente presenta un quadro fortemente bearish. Il 4 ore ci conferma 1.220 come area di vendita verso 1.210. 1.195 in caso di nuovi minimi. Con cautela le operazioni long che potrebbero essere adottate sopra 1.220 per vicini primi obiettivi a 1.221 e 1.230, nuove aree di vendita.

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