Matteo Paganini, 4 giugno 2014
INTRO
Manca un giorno al fatidico appuntamento con la Banca Centrale Europea ed i dati sull’inflazione non lasciano di certo tranquillo il Board dell’istituto di Francoforte. Si interverrà per quello che il mercato sta scontando o in maniera più incisiva? Il non intervento a questo punto lo escludiamo, pena dover assistere ad una risalita rovinosa della moneta unica (ossimoro voluto).
Inflazione: ancora pericolo
Le rilevazioni cui abbiamo assistito nella giornata di lunedì per quanto riguarda la Germania e ieri per l’intera Europa non lasciano spazio ad interpretazioni, se mai avessimo potuto ipotizzarne qualcuna. CPI tedesco che sul mese fa registrare ancora una volta un valore negativo (-0.1% vs 0.9% sull’anno, valore anch’esso in decrescita) mentre a livello europeo siamo al palo con uno 0.5% puro ed uno 0.7% core (depurato dai panieri energetici ed alimentari), il che chiaramente non lascia ben sperare per il futuro, neanche di fronte all’idea di interventismo da parte della BCE. Viste le volte che ci siamo concentrati sul tema (e questo dev’essere una bussola per far capire come gli operatori di mercato professionisti stiano attendendo con ansia l’evento di giovedì – è un mese che questo risulta essere il market mover più importante) lasciamo le ultime conclusioni a domani, andando a tirare le somme di queste ultime settimane di attesa che hanno mostrato una price action stile “buy the rumor, sell the news”.
L’attesa per gli ultimi due giorni della settimana
Con le ore 23 di oggi terminerà questo periodo di attesa per l’appuntamento di domani ed i dati sul mercato del lavoro americano, che chiuderanno la settimana più importante a partire da gennaio. Il mercato risulta essere abbastanza contrastato ed incapace di intraprendere movimenti direzionali di breve periodo proprio a causa del nervosismo che sta attanagliando gli operatori soprattutto sul fronte eurodollaro, che ha raggiunto livelli di supporto importanti che sono difesi in maniera strenua dagli acquirenti. Tutta l’area compresa tra 1.3550 e 1.3650 risulta infatti un’area di forte equilibrio tra domanda ed offerta e molto probabilmente dovremo attendere fino a domani per scostarci da questi livelli di bilanciamento. I dati di oggi, dopo la pubblicazione del Pil australiano che ha mostrato un miglioramento su base mensile ed annuale sia rispetto alle aspettative che alle rilevazioni precedenti (rispettivamente 1.1% - 0.9% - 0.8% e 3.5% - 3.2% - 2.7%) senza tuttavia riuscire a far rompere le resistenze al cambio AudUsd, riguarderanno il Pil europeo (attese a 0.2% MoM e 0.9% YoY), il che non dovrebbe portare a nessuna reazione particolare se non a potenziali tentativi di ricerca dei supporti ultimi contro dollaro (che vedrà la pubblicazione dell’ISM non manifatturiero nel pomeriggio) per terminare con il Canada, che deciderà sulla propria politica monetaria (non sono attesi cambiamenti).
QUADRO TECNICO
EUR/USD: l’euro, dopo aver tenuto bene le resistenze in mattinata ed aver raggiunto le aree di minimo è andato a ripartire dimostrando che l’area che passa tra 1.35 ¾ e 1.3590 sia molto sentita dal mercato (come visto nel nostro morning meeting). L’idea di aver atteso prima di ragionare su operazioni long in caso di ripartenza ha pagato e ci troviamo ancora in attesa. La situazione tecnica è sporca stamane e cureremo i livelli passanti per 1.3590 e 1.3650 prima di pensare a qualsiasi tipo di operatività che seguiremo sul forum DailyFX durante la giornata. L’idea è quella di prendere come riferimento un 4 ore e vedere se dovessimo avvicinarci ai supporti con uno stocastico lontano dall’ipervenduto (potenziale rottura).
USD/JPY: l’unica direzionalità spiccata la si vede su questo cambio, cambio che rimane correlato con il Nikkei. La media a 21 oraria sta funzionando molto bene come area di supporto dinamica e tutta la zona passante tra 102.40 e 102.45 potrebbe rappresentare una buona area di supporto sulla quale eventualmente valutare posizionamenti short di yen, per ripartenze verso i massimi ed in estensione 102.90, area (quella tra i massimi attuali e l’ultimo livello visto) sulla quale è possibile curare un’eventuale formazione di divergenza ribassista a 4 ore.
EUR/JPY: fotocopia oraria ma non a 4 ore del UsdJpy sul cross EurJpy. L’idea è quella di curare eventuali storni verso area 139.40/50 per pensare ad eventuali acquisti di euro (media a 21 e punti precedenti), tenendo conto che un superamento a ribasso dell’area passante per 139.30 potrebbe portare a ridimensionamenti dei prezzi verso 138.95.
GBP/USD: sterlina che ha raggiunto i punti di massimo relativi per poi scendere molto bene, come ipotizzato nel morning meeting di ieri (punti statici orari e divergenza ribassista potenziale su un grafico a 4 ore). Siamo alla ricerca dei supporti e dobbiamo considerare che domani avverrà la decisione della BoE, il che porta comunque nervosismo vista la concentrazione di incontri tra banche centrali di questa settimana. C’è spazio fino a 1.6690 prima di poter pensare ad eventuali ripartenze dei prezzi, che potrebbero essere lavorate su quest’ultimi livelli per mantenere un buon risk reward (con l’idea che sotto 1.6775 il mercato potrebbe tentare il raggiungimento dei minimi precedenti.
AUD/USD: montagne russe sul dollaro australiano dopo la RBA che ha mantenuto i tassi fermi ed la pubblicazione del Pil (come visto sopra). Un grafico a 4 ore mostra come ci troviamo all’interno di un canale ribassista all’interno del quale si stanno però formando punti di minimo crescenti, il che potrebbe rappresentare una perdita di momentum ribassista. Attendiamo comunque delle rotture prima di prendere posizionamenti, considerando l’area di 0.9240 per considerare ribassi verso 0.9225 e 0.9210 e 0.9335 per 0.9370.
Per DAX e Oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.