Matteo Paganini, 30 giugno 2014
INTRO
La chiave di lettura che ci accompagna esattamente da una settimana ha dimostrato di essere fin’ora valida e, durante questi tre giorni di attesa che precedono la riunione della Banca Centrale Europea, essa potrebbe risultare ancora una buona rotta da seguire. Non escludiamo, tra l’altro, che essa possa rimanere valida più a lungo, cerchiamo di capire il perché.
Azionario Usa: driver di mercato
Avrete notato che ultimamente le nostre riflessioni partono sempre più spesso dai mercati azionari piuttosto che dalle valute. Quest’ultime stanno ritrovando dei sensi logici di movimento e di reazione alla pubblicazione dei dati macro dopo che le politiche monetarie di BCE e Fed sono state indirizzate e, soprattutto per quanto concerne il primo istituto citato, le attese su un eventuale modifica di rotta sono sostanzialmente a zero. Ci stiamo avvicinando ad un terreno pericoloso, qualcosa che prima d’oggi non abbiamo mai preso in considerazione seriamente: le borse americane stanno effettuando delle prove di discesa. Non è ancora il momento, la liquidità iniettata mese per mese dalla Federal Reserve nel sistema economico americano continua ad essere superiore ai 30 miliardi, la soglia sotto la quale cominciamo a considerare la possibilità di vedere i mercati muoversi in due direzioni, non soltanto a rialzo, ma a partire dalla prossima riunione del FOMC, quest’evenienza non dev’essere esclusa. Il mercato ci ha dato testimonianza di ciò con indici su nuovi massimi dopo la pubblicazione di buoni dati macroeconomici (la forward guidance della Yellen vuole un’analisi multilivello delle condizioni di salute dell’economia Usa, non soltanto un miglioramento del mercato del lavoro con disoccupazione sotto il 6.5%, il che fa sì che dopo che la politica monetaria è stata indirizzata, gli investitori sono concentrati sulle release economiche) dopo i quali sono partite forti prese di profitto. Dopo dati inferiori alle attese invece, le borse sono state vendute, ma senza rompere i supporti e ripartendo di fretta verso i massimi storici. Il dollaro, all’interno di questo nuovo quadro, non ha ancora trovato il suo ruolo: ha provato a rafforzarsi insieme alla salita delle borse e ad essere venduto di fronte sempre ad una salita, facendoci capire che si sta per giocare la battaglia tra dollaro che segue le borse ed i dati o diverse situazioni di risk on/off che potrebbero ritornare in voga, per cui che potrebbero vedere il dollaro venduto a finanziare acquisti di borsa e viceversa acquistato come valuta rifugio, ruolo attualmente ricoperto egregiamente dallo yen giapponese.
La BCE: giovedì il meeting
Per quanto concerne invece le nostre sponde, il fatto che la aspettative relative ad un eventuale interventismo da parte della BCE sono sostanzialmente a zero, e crediamo che gli investitori siano sì pronti a seguire con attenzione la conferenza stampa di Draghi, per cercare di carpire qualsiasi novità - anche minima - dalle parole del presidente della BCE, ma i prezzi ci stanno dicendo che anche queste aspettative sono veramente poche. In un contesto del genere, può risultare fuorviante affidarsi ad attendere eventi legati alla politica monetaria (in questo caso europea), ma risulta più saggio e prudente affidarsi alle price action consolidate (rimanendo ancorati chiaramente al concetto di breve periodo), affidandosi all’analisi della price action e per il momento delle correlazioni intra-market (con il dollaro al centro), cominciando a studiare quelle inter-market per comprendere se torneranno in essere o meno dinamiche di risk on e di risk off. Attenzione a stamattina, ore 11, per il CPI europeo (0.5% e 0.7% per il dato core le attese degli operatori).
QUADRO TECNICO
EUR/USD: molto buoni i livelli visti sul cambio principe del mercato venerdì, senza che il mercato abbia purtroppo colpito i nostri ordini (di pochi pips, tra i 3 ed i 5 a seconda delle diverse tolleranze assegnate all’operatività). Le aree di resistenza passanti per 1.3625 e 1.3640 si sono rivelate valide, con i prezzi che hanno stornato e che si sono mantenuti sopra l’ormai famoso 1.3610 per poi ripartire verso 1.3650, livello non sfondato e che quindi non ci ha fatto valutare posizionamenti long. Il fatto di aver considerato gli ultimi minimi crescenti come un suggerimento di ripartenze di breve ha portato ad una buona valutazione tecnice dei prezzi, che ora si trovano sopra la media a 21, da non considerare come supporto dinamico data la poca volatilità a rialzo dei prezzi, con tutta la zona passante tra 1.3620 e 1.3625 che potrebbe rappresentare una buona area di supporto, sulla quale eventualmente valutare acquisti di moneta unica per ripartenze verso i massimi di stanotte, con sempre l’idea che rotture rialziste possano proporre salite verso 1.3690, con 1.3675 che potrebbe intervenire a freno del movimento. Sotto 1.3610 il mercato potrebbe tentare approfondimenti verso 1.37 ¾ (con 90 da scoglio), mentre in caso di rottura diretta delle resistenze crediamo che il mercato possa puntare ai target visti in caso di tenuta dei supporti e di ripartenza oltre 1.3650.
USD/JPY: molto buono il ritorno dei prezzi verso le resistenze indicate in area 101.40, 101.50, per poi aver assistito effettivamente al raggiungimento degli ultimi minimi segnati. Siamo ora con prezzi sotto la media oraria a 21, che insieme alle resistenze lavorate venerdì potrebbe intervenire come zona sulla quale pensare ad acquisti di yen, tenendo conto che una ripartenza oltre tale zona potrebbe lasciare spazio a tentativi di raggiungimento del trigger più importante da considerare per giri a rialzo di mercato, 101.65, oltre il quale potremmo considerare risalite verso la più importante zona di resistenza data da 101.80, che soltanto se superata potrebbe lasciare spazio verso 102.05/15.
EUR/JPY: la zona di resistenza studiata tra 138.40/50, dove eventualmente ipotizzare degli acquisti di yen, è stata raggiunta proprio in chiusura di mercato venerdì e da lì siamo effettivamente scesi fino a raggiungere area 138.20. Questo però non ha portato a nessuna operatività in quanto gli ordini sono stati rimossi prima della chiusura del mercato. Poco male, l’interpretazione tecnica ci ha dato conferma di come alcuni livelli risultino importanti sul cross. Ora ci troviamo sotto le medie orarie, impostate ed incrociate a ribasso, con l’area che passa tra 138.50 e 60 che potrebbe farci considerare eventuali acquisti di yen, con l’idea che ritorni sopra area 138.75 i prezzi potrebbero tentare ritorni verso i massimi di 138.90. In caso di ripartenza a ribasso dopo la tenuta delle resistenze, i primi target potrebbero essere rappresentati da 138.20 ed in estensione i minimi di settimana scorsa.
GBP/USD: ottima la ricerca dei supporti individuati venerdì tra 1.7005 e 1.7020, dove abbiamo valutato acquisti di pound che hanno portato al raggiungimento nuovamente delle aree di massimi relativi dei prezzi. Ci troviamo sopra le medie orarie impostate a rialzo, con la media a 21 a 4 ore che potrebbe fungere da supporto e farci considerare eventuali acquisti di sterlina, con primi target individuabili tra 1.7050 e 1.7060, area oltre la quale il mercato potrebbe essere pronto a cercare aree più interessanti passanti che si estendono oltre 1.7200, con 1.7130 come primo livello di attenzione. Un ritorno sotto area 1.6990 potrebbe lasciare spazio a discese verso 1.6940 (1.69 ¾ fa da scoglio, attenzione). Attenzione all’SSI, che mostra un posizionamento short dei trader retail per oltre l’80% e ad una possibile divergenza ribassista da seguire su un 4 ore in caso di rottura dei massimi di prezzo.
AUD/USD: ottimi i supporti studiati sull’aussie, con l’area passante tra 0.9410 e 0.9420 dove ipotizzare degli acquisti di dollaro australiano per ritorni verso i massimi relativi che ha tenuto molto bene. I livelli tecnici da seguire rimangono a nostro parere quelli di venerdì, con possibili ritorni verso 0.9445 in caso di tenuta dei supporti ed eventuali estensioni verso 0.9460, livello dal quale, se raggiunto, cominciare a seguire una potenziale divergenza ribassista a 4 ore (è possibile che se i prezzi rompono 0.9450 si tentino dei massimi anche superiori a questo livello). Sotto 0.9405 potenziali estensioni verso 0.9380, area importante di supporto che se superata potrebbe lasciare spazio verso 0.9360.
Per DAX e Oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.