Matteo Paganini, 8 luglio 2014
INTRO
Definire il mercato poco volatile risulta essere un eufemismo. I movimenti risultano limitati ad un fazzoletto di punti, situazione che descrive un restringimento del campo di azione per i prezzi ascrivibile alla mancanza di dati macroeconomici importanti, i veri market mover da qui a fine luglio, di fronte a politiche monetarie di Europa e Usa ben definite e che fino all’ultima settimana di luglio non dovrebbero risultare le protagoniste dell’indirizzamento del sentiment di analisti ed investitori.
La forza dell’euro
Nonostante tutto è ancora lì. E dopo aver consolidato sui supporti di breve periodo è ripartito mantenendosi nei pressi di area 1.3610, la resistenza intraday che stiamo seguendo. Certo, come anticipato in apertura, si tratta di movimenti poco volatili, che si rifanno ad una trentina di punti, ma di fronte ad un mercato che sta prezzando volatilità implicite al limite della tolleranza (EurUsd al 10%, UsdJpy al 3%), non possiamo aspettarci altro, almeno per ora, nel momento in cui ci troviamo di fronte a giornate piatte dal punto di vista di ragionamenti circa il miglioramento o meno dello stato di salute delle economie principali. In questo quadro la moneta unica europea continua a confermarci come il proprio stato di forza relativa nei confronti del biglietto verde non accenni a ridimensionarsi (e non facciamo riferimento a diverse figure di discesa, ci limitiamo a valutare l’ultima soglia utile alla valuta dell’Antico Continente, l’area di 1.3450/75) e questo è dovuto principalmente alla sua capacità di continuare ad attirare flussi di capitale, pur di fronte ad un ridimensionamento dei tassi di interesse (attualmente allo 0.15%) dato il livello dei tassi presente negli Usa, tassi che non offrono remunerazioni maggiori e che dunque lasciano i capitali liberi di posizionarsi sull’unica valuta che non andrà a svalutare, a meno di assistere alla remota ipotesi di implementazione di un QE vero e proprio, opzione lanciata da Draghi tre meeting orsono, abbandonata per la strada e rispolverata giovedì, con un timido accenno all’argomento.
La sterlina, i dati e Carney
Dopo aver saltato l’appuntamento della prima settimana di luglio, durante la quale abbiamo assistito all’evento non-evento rappresentato dalla conferenza stampa della BCE in concomitanza dei Non Farm Payrolls, la BoE è pronta ad incontrarsi questo giovedì (evento che seguiremo insieme alle 13.00 e che potete seguire collegandovi alla nostra Live Trading Room) e dopo le parole del governatore Carney durante l’ultimo mese, non escludiamo che, di fronte ad un mancato intervento al fine di ridimensionare l’apporto di liquidità al sistema economico britannico, il pound possa reagire inizialmente mostrando il disappunto di investitori che stavano cominciando a sperare in un ritocco delle linee di politica monetaria (rialzo di tassi e riduzione del QE). Sì, perché il governatore della BoE non ha certo deciso di mandarle a dire al mercato, con due dichiarazioni all’interno delle quali ha esplicitato come l’istituto centrale inglese potrebbe decidere di alzare il costo del denaro prima di quanto il mercato si attenda, andando a lasciare intendere che non è tanto il livello di ritocco dei tassi d riferimento principali per il sistema bancario la variabile critica, quanto il ritmo degli eventuali rialzi e la data di partenza della politica monetaria restrittiva (o meglio definibile come di rientro dalla situazione straordinaria vissuta negli ultimi anni). Se non dovessimo assistere a nessuna decisione, è possibile che il mercato in seguito veda ad acquistare nuovamente sterline, puntando ai livelli di target di medio periodo evidenziati in poco oltre 1.7200, soprattutto nel caso in cui dovessimo assistere a pubblicazioni di segno verde sul fronte della produzione industriale e manifatturiera (che seguiremo invece oggi alle ore 10.30 in diretta), dati che potrebbero portare a buone reazioni a rialzo della valuta di sua maestà, sia contro euro che contro dollaro.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: livelli molto precisi e rispettati sull’euro, che dopo aver trovato i supporti di breve ha raggiunto le resistenze posizionate a 1.3610, livello oltre il quale eravamo pronti a posizionarci lughi ma che non è stato superato. Anche 1.3565 non è stato raggiunto e questo non ha determinato nessun tipo di operatività in rottura ma ci ha confermato la bontà dei livelli analizzati. Dal punto di vista della price action principale, l’area compresa tra 1.3625 e 1.3640 risulta essere ancora la resistenza principale (se ragioniamo a 4 ore), area oltre la quale potremmo essere portati a considerare nuovi tentativi di risalita dell’euro, con i livelli che si distribuiscono tra 1.3610 e 1.3620 che potrebbero permettere la valutazione di acquisti di dollaro. Su un orario ci troviamo sotto la media a 100, mentre su un 4 ore sotto quella a 21. L’idea è dunque quella di seguire ritorni verso i supporti di 1.3590 e 1.3575, stando attenti al fatto che per ora il mercato ha compiuto minimi crescenti (che appurano la perdita di momentum ribassista), fattore che ci potrebbe far propendere per un reverse nel momento in cui l’area di 1.36 ¼ dovesse essere superata a rialzo, con 1.3640/50 come primo target.
USD/JPY: il mercato è andato alla ricerca dei supporti di breve raggiungendo area 101.70, livello che ha sforato di una decina di pips l’area di acquisto individuata in 101.80 (senza prevedere nessun reverse di eventuali posizioni). Ci troviamo di fronte ad un mercato che è impostato in contrasto tra time frame intraday puri e d un grafico a 4 ore. Su quest’ultimo, siamo di fronte a quella che potrebbe essere una correzione del trend rialzista in atto, in pull back della linea di trend discendente che parte dai massimi di inizio giungo, rotta giovedì scorso a rialzo, dove potremmo valutare eventuali ripartenza dei prezzi verso 102.20, con eventuali estensioni verso 102.40 tenendo conto del fatto che una ripartenza a ribasso sotto area 101.60 potrebbe lasciare spazio a rivalutazione dello yen per eventuali target posizionabili a 101.40. Su un time frame orario invece, il mercato potrebbe caricarsi alla ricerca di resistenze di breve (punti statici e medie incrociate a ribasso, con i prezzi in potenziale pull back della parte bassa del canale di correzione rotto ieri pomeriggio)per tentare ripartenze verso le aree di acquisto a 4 ore, passanti tra 101.70 e 101.60. In entrambi i casi, la rottura rialzista di area 101.95 potrebbe lasciare spazio alla battaglia tra acquirenti e venditori che potrebbe combattersi tra 102.00 e 102.05, area oltre la quale potremmo essere pronti a ripartire.
EUR/JPY: buona l’area di vendita individuata tra 138.80 e 138.90, con il raggiungimento di area 138.60 (e chi segue il mercato dei cambi da un po’ di tempo capisce a che livello di volatilità ci troviamo, leggendo target di 20/30 punti sul cross in questione) che ci ha fatto valutare la chiusura dell’intera posizione a causa del posizionamento dello stocastico, non lontano dalla zona di ipervenduto, fattore che ci ha suggerito mancate rotture dei supporti verso 138 ¼. Ci troviamo ora sotto le medie orarie che risultano ancora impostate a ribasso, e che potrebbero rappresentare una zona dove pensare ad acquisti di yen, con 138.65 come ultimo livello da contemplare. Oltre questo, il mercato potrebbe tentare il raggiungimento delle resistenze viste ieri, con il superamento di 138.75 che diventa interessante per seguire eventuali ripartenze anche dal punto di vista operativo (138.90 e 139.10 i potenziali livelli raggiungibili). In caso di tenuta delle resistenze, attenzione a potenziali sfondamenti di area 138.35 per possibili estensioni verso 138.25/10.
GBP/USD: cable che rimane in consolidamento laterale sopra area 1.7100, con i prezzi che continuano a mantenersi tra questi supporti e 1.71 ¾. Su un 4 ore ci troviamo al cospetto della media a 21 periodi che potrebbe rappresentare (insieme ai supporti statici passanti per la figura di 71) una buona zona di supporto per ragionare su acquisti di pound, per ritorni verso i massimi relativi di fine settimana ed eventuali estensioni verso area 1.7200 e 1.7230. Se ci concentriamo su un time frame orario troviamo le quotazioni che stanno interagendo con le medie, confermando la lateralità del mercato e portandoci a decidere la nostra operatività su time frame più lunghi. Nel momento in cui dovessimo assistere a ritorni sotto area 1.7090 il mercato potrebbe essere pronto a storni verso 1.7060 ed in estensione 40.
AUD/USD: l’area di resistenza ha tenuto per tutta la giornata di ieri (prezzi sotto 0.9375) prima di essere leggermente superata questa notte. Siamo di fronte alla potenziale formazione di una divergenza ribassista oraria, con un 4 ore che potrebbe suggerire tentativi di ridimensionamento dei prezzi da lavorare però soltanto in caso di raggiungimento di area 0.9420/25, livello dal quale potrebbero partire correzioni ribassiste che seguiremo durante la giornata. Siamo infatti vicini all’area di 0.9395, oltre la quale i prezzi potrebbero tentare delle ripartenze verso 0.9420 (da non lavorare data la bassa volatilità, a nostro parere).
Ger30 (DAX): Dopo la figura di triplo massimo individuata ieri mattina, il Dax ha raggiunto l’area di target indicata in 9,900 e 9,930, dove i prezzi hanno effettivamente frenato e che hanno permesso degli acquisti, seppur lievi. Seguiamo ora la possibilità di raggiungere area 9,950/65 dove eventualmente valutare delle vendite dell’indice (per ritorni verso 9,900 e 9,875 in estensione).
XAU/USD (Oro): ancora congestione sul metallo giallo, sul quale curiamo l’avvicinamento ad area 1,305 o 1,325 prima di pensare a qualsiasi tipo di operatività.