Davide Marone, 12 settembre 2014
INTRO
Le linee guida dell’azione dei prezzi in questa settimana è stata pressoché coerente, dal momento che potremmo pedissequamente ribadire quanto già più volte sviscerato nei giorni scorsi. Il dollaro americano continua a mantenere la sua posizione di forza relativa, complici ancora una volta la debolezza di yen e di commodities currencies, materie prime in discesa e listini azionari che invece a dispetto di alcuni segnali di cedimento continuano però a rimanere sostenuti sui supporti tecnici di maggiore rilievo.
Le Borse
Qualche giorno fa lanciavamo un warning in relazione allo studio di alcune configurazioni tecniche che su base giornaliera potevano offrire degli elementi piuttosto interessanti in ottica di vendita. Non smentiamo assolutamente quelle valutazioni, sebbene dobbiamo trovarci a constatare come ancora una volta l’azionario tout court mostri estrema reticenza nel bucare i principali supporti tecnici che di fatto ancora una volta ne sostengono le quotazioni e che, anzi, consentono ingressi in posizioni rialziste da sfruttare sui ritracciamenti. Per quanto possa essere, da un punto di vista di principio, avventato ed economicamente immotivato pensare di acquistare azioni, ebbene questa appare ancora la scelta da preferire se non a palesi movimenti di prezzo in violazione di determinati livelli tecnici; violazioni che però non trovano nei dati macro piuttosto che in più ampie notizie di natura geo-politica il loro propulsore e che quindi vanno solo ad accennarsi. Il caso lampante è quello del Dax del quale si osservava il livello statico di supporto a 9.690 punti, che pure ha ceduto in maniera anche veemente, per poi però mostrarci rapidi assorbimenti dell’offerta e rientrare prontamente nel range precedente. Non possiamo inoltre che riferirsi al cruciale livello di 1.985 per quello che concerne il benchmark globale S&P500 che ancora una volta ieri ha condotto a reazioni repentine del prezzo che si è portato a sfiorare nuovamente quota2mila punti. Perciò a quelli che pur permangono come potenzialità in senso ribassista vagliabili su time frame ampi, dobbiamo continuare a preferire degli scenari intraday di acquisto che contemplino naturalmente reazioni in senso contrario laddove proprio quei segnali bearish dovessero andare a palesarsi. Difficile poter assistere a tutto ciò in un venerdì pressoché scarno di dati macro; raccomandiamo comunque attenzione alle Vendite al Dettaglio degli Stati uniti di questo pomeriggio alle 14.30 e all’Indice di Fiducia del Michigan alle 15.55.
Ancora dollaro forte
Anche sul valutario, e diremmo fortunatamente, non possiamo che attestare uno status quo dal punto di vista delle dinamiche che guidano i prezzi. Il biglietto verde resta in posizione di forza relativa nel momento in cui continua ad apprezzarsi in maniera non generalizzata ma evidentemente maggioritaria nei confronti delle altre valute. Emblematico in tal senso ancora il cambio USDJPY che continua a mantenersi su massimi di 6 anni e che non palesa segni di ribasso su time frame di grande rilievo. 107,40 il livello raggiunto e ancora non ci sentiremmo di evidenziare alcun tipo di segnale ribassista se non quello che potrebbe derivare da pur giustificate prese di profitto settimanale. Ancora, sempre il greenback continua a mostrare estrema forza contro il dollaro australiano, il neozelandese ed il canadese. L’AUDUSD è giunto sui supporti a 0,9050 e la soglia psicologica di 0,90 appare sempre più verosimile; simil visione per il kiwi, mentre l’USDCAD ha ben superato il livello di 1,10 e appare destinato a poter continuare nel suo percorso rialzista. Più d’interdizione invece i grafici di cable, sul quale continuiamo a mantenere un warning particolare in riferimento ai temi politici qui ampiamente sviscerati, e quello di Eurodollaro che, pur facendo registrare potenziali segnali di ritracciamento che non annoveravamo nella categoria dei reversal, continua ad essere molto poco volatile e muoversi con grande regolarità tra supporto e resistenza. Per la giornata di oggi quindi, poniamo attenzione alle possibili prese di beneficio laddove i trend sono stati marcati e restiamo pronti a lavorare in scia agli stessi sulle dinamiche di pullback. Ancora, seguire la logica del dollaro americano e grazie ad essa poter interpretare le dinamiche del mercato valutario è un elemento non di poco conto dal punto di vista del trading, unita chiaramente ai segnali tecnici che rappresentano l’input di implementazione delle operazioni. Rappresenta infatti un alveo all’interno del quale ci si può muovere in ottica di ragionamento sulle scelte di selezione dei cambi su cui operare e di meccanismi correlativi che è necessario interpretare al fine di spostare le probabilità in favore del trader. Questo va tenuto assolutamente in grande considerazione.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: tutto pressoché invariato sul cambio. Resta ancora il medesimo il box di prezzo di riferimento che ci permetterà di assistere a buoni strappi di volatilità solo sopra 1,2960 e naturalmente sotto i minimi di riferimento. Sia su 4 ore che su orario restiamo perciò con l’idea di vendite in area 1,2960 e, sebbene con RR peggiorativo, sotto 1,2920, Gli acquisti sono invece contemplabili una volta raggiunte le aree di minimo, oppure in stop entry sopra 1,2960 per primo target in area 1,2990, importante trigger point per eventuali potenti reversal.
USD/JPY: nuovi massimi ancora per il cambio che ad ogni breakout di volatilità assume la direzione rialzista, come ben visto ieri in apertura settimanale. 106,90 era il vero livello di interesse in ottica rialzista, livello che è stato prontamente raggiunto e ben superato fino a massimi a 107,40. Appaiono ancora estremamente lontani gli spunti ribassisti che potrebbero lievemente palesarsi sotto 107,10 ed eventualmente 106,65, punti questi ultimi che rappresenterebbero invece occasioni non di poco conto per ingressi in scia alla tendenza rialzista. Nuovi massimi potrebbero riguardare in primo luogo invece area 107,75.
EUR/JPY: il buon setup rialzista daily di cui parlavamo ad inizio settimana sul cross con obiettivo 137,70 ha trovato ottime conferme, ci ha portato sui massimi della congestione a 138,10 con contestuali superamenti verso il preciso 138,70. Da rilevare, da questo livello, la potenzialità di una regolare divergenza ribassista su time frame a 4 ore tra prezzo e stocastico, della quale vanno attese però ampie conferme. Il grafico orario infatti mostra, ad ora, uno scenario contrapposto di ingressi long sui pullback verosimili in area 138,45 verso i massimi ed eventuali breakout verso 139 e 139,30.
GBP/USD: giornaliero ancora di interdizione quello sul cable che sul daily mostra segni di potenziale ripresa long; ripresa che passa per il superamento dalle confluenze grafiche a 1,6275 che invece ancora è area di vendita. Si potrebbe contemplare perciò un’operativita OCO in violazione al rialzo del livello sopracitato verso 1,6330 e in vendita sotto 1,6210 in direzione 1,6150.
AUD/USD: abbiamo avuto modo di disquisire sul cambio già nella prima parte del contributo mattutino. Il minimo di breve termine su grafico daily a cavallo tra la scorsa settimana e questa si è confermato ancora una volta come pattern ribassista molto potenten in questa alternanza confusa che ormai da settimane affliggeva il grafico dell’australiano, storicamente invece sempre tra i più tecnici. Copiose le vendite anche di questa notte per l’ottimo obiettivo paventato a 0,9050. In H4 è evidenziabile un potenziale segnale di divergenza rialzista prezzo/stocastico, tuttavia da ancora da monitorare. Scenario simile su grafico orario. 0,91 il primo livello di destinazione per ripartenze short, più lontano ed inverosimile per oggi invece quello di 0,9155. 0,90 il livello su eventuali nuovi breakout bearish, che però al momento rappresentano uno scenario di secondo piano.
Ger30 (DAX): come detto nella prima parte, il livello di 9.690 punti ha mostrato cedimenti che però non si sono rivelati decisivi e che di fatto sono stati riassorbiti per ritorni sopra 9.700 che ora rappresenta potenziale punto di acquisto ancora una volta in direzione 9.745. Quello potrebbe essere un punto di liquidazione per nuovi ingressi short nuovamente per la soglia psicologica dei 9.700 punti. Prediligiamo dunque un trading in range, pronti a girarci se i livelli di monitoraggio dovessero essere superati.
XAU/USD (Oro): “buone dunque le vendite di metallo giallo con rottura dei minimi a 1.259 e candela ad ampio range che suggerirebbe la prosecuzione dello scenario ribassista verso 1.250 e la cruciale area a 1.240 dollari l’oncia.” Questo descrivevamo ad inizio settimana. L’oro dunque si è confermato molto tecnico e le rotture al ribasso sono state precise, anche nel raggiungimento di area 1.231 dollari l’oncia. Il daily ancora suggerisce una view short così come il 4 ore che ora ci mostra 1.240 come zona di ritracciamento e ripartenza. 1.220 il chiaro obiettivo. Long estremamente prudenti si possono implementare sopra 1.240, verso 1.244 per stop in pari e primo modesto target a 1.2470.