Matteo Paganini, 24 luglio 2014
INTRO
I listini americani si danno il cambio. Ieri è toccato allo S&P500 toccare nuovi massimi storici, con il Dow Jones che ha praticamente sfiorato i massimi assoluti per poi correggere in maniera davvero lieve. La sterlina ha perso terreno dopo la pubblicazione delle minute della Bank of England, così come il dollaro neozelandese, avvicinatosi ad aree di supporto che possono essere valutate per l’operatività. Ma andiamo con ordine.
Borse al top
Non ci inventiamo nulla, basta leggere gli articoli pubblicati durante l’ultimo paio di settimane per comprendere come le nostre attese sull’andamento dei listini ci stanno dando buone soddisfazioni. Sia dal punto di vista dell’analisi, sia da quello operativo. Ci troviamo di fronte infatti ad un mercato che sta andando a convogliare la liquidità iniettata dalla Federal Reserve su base mensile, attualmente ancora superiore a 30 miliardi di dollari, verso la ricerca di rendimenti che altrimenti non si troverebbero. Se ci pensiamo bene, i Paesi emergenti offrono remunerazioni in termini nominali e reali maggiori rispetto alla maggior parte delle economie ma i timori legati all’andamento delle divise domestiche frena molti flussi di capitale non in grado di coprirsi in maniera efficace ed efficiente dal rischio di cambio, che rischia di annullare o di ridimensionare di molto i potenziali guadagni derivanti da rendimenti obbligazionari o azionari, oltre al rischio Paese percepito che rimane alto in molti casi. Sul fronte valutario, se ci concentriamo sulle maggiori economie, le divise che offrono rendimenti superiori alla media risultano essere il dollaro australiano ed il neozelandese, ma le competenze affinchè si ricavino dei rendimenti sfruttando i differenziali di tasso tra due o più valute non sono alla portata di tutti gli investitori, che si mantengono su terreni più sicuri in termini di analisi e di operatività, anche relativa a qualche settimana di orizzonte temporale. Continuiamo a seguire queste logiche, curando con attenzione tutti i supporti statici (che vedremo di giorno in giorno sia sul Forum DailyFX sia nei nostri Morning Meeting) che potrebbero fornire buoni spunti d’investimento.
Sterlina e Kiwi: la caduta
“It is important that inflation expectations remain contained. Today’s move will help keep future average inflation near the 2 percent target mid-point and ensure that the economic expansion can be sustained. Encouragingly, the economy appears to be adjusting to the monetary policy tightening that has taken place since the start of the year. It is prudent that there now be a period of assessment before interest rates adjust further towards a more-neutral level”. Questo il pezzo più interessante preso dallo statement della RBNZ, che questa notte ha deciso di alzare il costo del denaro dal 3.25% al 3.50%, andando a completare il primo ciclo di rialzi al fine di contenere le aspettative di inflazione sotto il 2%, di fronte ad un mercato immobiliare abbastanza caldo e ad un’economia in buona crescita. Come mai il dollaro neozelandese non ha reagito con strappi rialzisti ma è arrivato alla ricerca dei supporti? Ne parlavamo anche ieri a Class CNBC, di fronte ad una domanda sulla decisione della Banca Centrale della Nuova Zelanda. Aspettavamo i prezzi in area 0.8600 per valutare eventualmente degli acquisti di dollaro neozelandese, per ritorni sopra area 0.8700, e fino a quando rimarremo sopra 0.8560 l’idea continuerà ad essere buona dal punto di vista del rapporto rischio rendimento legato ad un’ipotetica operazione del genere, che vede la possibilità di vedere scendere il mercato in maniera ordinata sotto quest’ultima soglia, possibilità che eventualmente si potrebbe sfruttare con stop e reverse di eventuali posizioni lunghe. Il tutto a causa delle dichiarazioni che vorrebbero una pausa nel ciclo di rialzi, un “period of assesment” prima che i tassi si muovano verso un livello più neutrale. Dopo le prese di profitto che hanno accompagnato il cambio NzdUsd a partire dai massimi fatti segnare a partire dal 10 luglio, gli investitori hanno preferito continuare su questa strada prima di eventualmente valutare la possibilità di continuare a comprare tassi alti, indebitandosi in dollari (che costano tra lo 0.00% e lo 0.25% nominali), strada che non abbandoniamo dal punto di vista operativo, come visto. Anche da oltremanica ci arrivano notizie in grado di far deprezzare (stiamo parlando di breve periodo in tutti e due i casi, sia chiaro) la sterlina, a causa della distribuzione dei votanti all’interno del Board direttivo della Bank of England. Un 9-0 per mantenere i tassi a 0.50% ed il QE invariato che ha tarpato qualsiasi ala dei falchetti che si erano preparati a comunicazioni diverse circa l’argomento, dopo le parole di Carney (il governatore) che avevano cominciato a preparare il terreno verso rialzi del costo del denaro prima di quanto il mercato si attendesse. Scrivevamo ieri: “Il pound è in attesa solo di questo, per mostrare aumenti importanti di volatilità che, in caso di un voto misto (a partire da 3 membri in su a favore di una dismissione del QE e di un aumento di tassi), potrebbe sostenere la sterlina e viceversa.” Seguiamolo ora dal punto di vista tecnico, dopo la conferma che le fiammate (in questo caso a ribasso) non sono rientrate immediatamente o comunque velocemente, ma hanno mantenuto i livelli raggiunti dal cambio.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: durante le prime ore della mattinata stiamo assistendo a tentativi di discesa della moneta unica europea verso area 1.3400, dopo che la media a 21 oraria ed i punti statici precedenti di resistenza hanno tenuto molto bene. Ci troviamo di fronte alla possibilità di assistere ad estensioni ribassiste che possono essere studiate operativamente, se non si è già in posizione in limit a partire dalle resistenze viste, in caso di ritorni sulle medie a 15 minuti, che possono offrire buone possibilità dal punto di vista del risk reward, tenendo conto che un ritorno sopra area 0.3485 potrebbe lasciare spazio a tentativi di ripartenza verso 1.3510.
USD/JPY: buona tenuta delle resistenze a 4 ore con i prezzi che hanno raggiunto area 101.30 senza superare a ribasso l’area indicata in 100 ¼, sotto la quale avremmo potuto assistere a tentativi di accelerazione verso 101.10 e 100.75. Siamo in una situazione simile a quella vista ieri, con le quotazioni che hanno però formato dei minimi crescenti, i quali ci suggeriscono la possibilità di eventuali reverse long nel momento in cui il mercato dovesse superare area 101.65, il che potrebbe portare a tentativi di raggiungimento di 101.85, area sopra la quale si possono pensare posizionamenti lunghi (tra 75 e 85 passano le ultime importanti resistenze) verso 102.00 e 102.15. In caso di superamento delle aree di resistenza attenzione alla possibile formazione di una divergenza ribassista.
EUR/JPY: buona anche qui la tenuta delle resistenza che hanno portato al raggiungimento dei minimi di due giorni fa durante queste prime ore del mattino. Anche un grafico a 4 ore (oltre all’orario) mostra come la media a 21 fornisca dei buoni spunti per valutare eventuali ribassi, nel momento in cui le quotazioni dovessero ritrovare aree di resistenza interessanti, che cominciano a passare a partire da 136.75 e si estendono fino a 136.95, area oltre la quale il mercato potrebbe tentare approfondimenti verso area 137.15 ed in estensione 30. In caso di tenuta delle resistenze, l’idea è quella di seguire il raggiungimento dei minimi di ieri mattina e di stamattina, minimi che se superati direttamente potrebbero portare ad estensioni verso area 136.20 ed in estensione 135.90 (dove curare una potenziale divergenza rialzista a 4 ore).
GBP/USD: cable che si è mantenuto molto bene sia sotto le resistenze a 4 ore sia sotto quelle orarie (anticipate rispetto ad area 1.7100/10 ad area 1.7075/859, con il raggiungimento sia di 1.7050 (area di congestione statica oraria) che di 1.7035. Siamo ora sotto la media oraria a 2con la possibilità di estendere anche verso la figura (situazione che eventualmente non lavoreremo a ribasso). Se qui dovessero formarsi delle divergenze, potremmo considerare la possibilità di procedere con acquisti in limiti di pound, tenendo conto che un superamento ribassista di quest’area potrebbe portare alla valutazione di ulteriori discese che, ancora una volta, non lavoreremo in rottura. Preferiamo attendere la ricerca di resistenze passanti per area 1.7065/85 (punti statici e medie mobili, sia orarie che a 4 ore), dove eventualmente pensare ad acquisti di dollaro tenendo conto che un superamento di area 1.7095 potrebbe condurre verso le resistenze a 4 ore studiate ieri.
AUD/USD: australiano decorrelato rispetto al neozelandese, con la media a 21 oraria che ha tenuto abbastanza bene come supporto dopo gli aumenti di volatilità a rialzo dovuti alla pubblicazione del CPI al 3%. Siamo ora in correzione, con i prezzi che potrebbero puntare area 0.9400/0.9420, dove eventualmente valutare la possibilità di procedere ad acquisti di dollaro australiano per ritorni verso i massimi che, se raggiunti con uno stocastico lontano dalla zona di ipercomprato, potrebbero lasciare spazio a tentativi di salita verso 0.9460. In caso di discesa sotto 0.9390 il mercato potrebbe tentare estensioni verso 0.9360 (più probabile se il livello statico di 0.9380 lascia strada ai prezzi).
DAX (GER30): divergenza ribassista formatasi su un time frame orario, con i prezzi che, una volta cominciata la discesa si sono mantenuti sopra le medie incrociate a rialzo. Siamo ora in valutazione di una potenziale area di supporto, passante tra 9,750 e 9,720, dove ipotizzare eventuali acquisti di dax se lo stocastico dovesse avvicinarsi alla zona di ipervenduto, con l’idea che ritorni sotto area 9,700 potrebbero lasciare adito a tentativi di discesa verso 9,640.
Oro (XAU/USD): l’oro durante la notte ha accelerato a ribasso, andando a staccare bne i prezzi dalla media a 21, che ora può essere seguita come area di resistenza dinamica sulla quale andare a valutare eventuali vendite di metallo giallo per ritorni verso 1,292.00, che se dovesse essere raggiunto direttamente potrebbe fornire spunti di correzioni rialziste che non valuteremo operativamente a meno di assistere alla formazione di divergenze rialziste a partire da time frame orari in giù.