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DailyFX Morning Adviser, ottimi livelli operativi

Pubblicato 20.06.2014, 09:05
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Davide Marone, 20 giugno 2014
INTRO
Dopo il non evento rappresentato dalle comunicazioni provenute dalla Federal Reserve con le seguenti dichiarazioni del Governatore Yellen, ieri i mercati si sono mossi mantenendo le medesime logiche di debolezza generalizzata di dollaro americano e forza di Borse. Ciò ha permesso non solo di avere una tematica di fondo che legasse tutti i movimenti intra ed inter market, ma di sfruttare quadri grafici piuttosto tecnici.
Generale debolezza del biglietto verde
Ieri abbiamo ricordato, riferendoci naturalmente a quanto accaduto mercoledì sera, come la combinazione di fattori che avrebbe potuto portare ad un rafforzamento del dollaro americano ed ad un calo di Borse ha di fatto trovato un ostacolo invalicabile nel momento in cui di fatto tutto è andato come da attese. Un elemento in qualche modo destabilizzante per i mercati, per quanto tecnicamente giustificato dal balzo dell’inflazione registrato nella rilevazione di martedì scorso, poteva essere relativo ad un taglio del Quantitative Easing 3 di 15 miliardi invece che di 10. Quanto meno da un punto di vista simbolico. Altro spunto di riflessione in grado evidentemente di spostare le aspettative e di conseguenza i prezzi poteva essere relativo ad una possibile accelerazione sul fronte forward guidance, che avrebbe potuto contemplare dunque potenziali rialzi dei tassi di interesse anche prima dell’orizzonte temporale utile della seconda metà del 2015. Ma anche su ciò nessun cenno. Ancora, come affermavamo non più tardi di ieri in questa sede, dopo l’impostazione eurocentrica del mercato presente fino allo scorso 5 Giugno, e alle attese dollaro-centriche di mercoledì sera, e ciò si è dimostrato ieri in maniera palese, possiamo dunque tornare ad un’analisi pura e pulita dei quadri tecnici che sui cambi valutari originali evidenzierebbe e sta evidenziando situazioni in cui il greenback può ancora essere valuta di finanziamento, e sulle Borse metterebbero e stanno mettendo in luce ancora uno scenario di nuovi possibili ma sempre più deboli rialzi. Discorso a parte naturalmente l’obbligazionario che peraltro vive profonde differenze all’interno dell’Eurozona e tra Europa ed America, mentre sembra ottimamente allineato l’oro che è guidato da logiche di decorrelazione con il dollaro piuttosto che da dinamiche di risk on/risk off. E noi crediamo pertanto che questo quadro potrebbe perfino acuirsi, nel momento in cui di fatto effettive motivazioni in grado di destinare flussi di liquidità in acquisto verso il dollaro americano latitano, così come di sostenere cali sostanziali dei listini azionari. Ieri il FXCM Dow Jones Dollar Index ha infatti messo a segno nuove rotture ribassiste dell’importante supporto statico a 10.440 punti, con ritracciamenti lievi a10.435 in grado però di far partire i prezzi nuovamente al ribasso verso quelli che, se fossero nuovi minimi, potrebbero condurre ad una quotazione di area 10.400 punti su livelli dunque di oltre un mese fa. E i presupposti tecnici in questo senso di certo non mancano come si può evincere da un’analisi grafica anche di breve.
Ottimi livelli tecnici operativi
Al di là delle dinamiche correlative del mercato, le quali rappresentano un vantaggio non da poco quando ci si approccia ai mercati perché consentono di trovare importanti conferme alle proprie analisi grafiche, siamo lieti di affermare che per quanto concerne i maggiori cambi valutari ed i benchmark obbligazionari, azionari e di commodities, abbiamo ravvisato ieri davvero un’ottima tecnicalità dei prezzi. L’eurodollaro dopo averci dato conferme di uscita dalla fase di accumulazione ha effettuato precisi pullback in area 1,3585 per poi strappare al rialzo fino al preciso livello di 1,3640; il cable ha seguito logica simile attorno al livello di 1,70 per andare all’auspicato 1,7035 e perfino superarlo, così come l’aussie che dopo gli ottimi pullback a 0,9335 ha ripreso via via i target a 0,94 e poi sui massimi a 0,9430. Lampante l’esempio dell’oro del quale pure avevamo ben letto qualche settimana fa la fase di accumulazione che lo caratterizzava sui punti di minimo a 1.240 dollari l’oncia, e via via compreso ieri, ha raggiunto i target al rialzo di 1.285. 1,292, 1.300 e perfino 1.316. Questo tanto per citare alcuni tra gli esempi più evidenti, ma potremmo continuare. Cosa attenderci però oggi? Partendo dal calendario macroeconomico, notiamo come vi sia sostanziale assenza di market mover degni di rilievo. Le news più interessanti arrivano sul fronte Canada, dove vi saranno le pubblicazioni dell’Inflazione (2% le attese su base annuale e 0,2% su base mensile) e delle Vendite al Dettaglio (0,4% exp) e, da un punto di vista grafico, il cambio UsdCad presenta davvero caratteristiche interessanti in quanto si trova su punti di minimo piuttosto delicati che, se violati, potrebbero portare a storni importanti anche dell’ordine di ¾ di figura. Tempo fa la nostra analisi di medio periodo aveva letto quella che perdura da inizio anno, come una fase di distribuzione che via via sta trovando le sue importanti conferme e che potrebbe vivere dunque sotto questi punti definitiva manifestazione. Da un punto di vista generale, il dollaro potrebbe tentare nuovi indebolimenti per poi generare possibili prese di profitto (area 10.400 ricordate) in chiusura settimanale, mentre le Borse restano ancora ben sostenute sui supporti e potrebbero ripartire al rialzo anche se non in maniera veemente. D’obbligo il monitoraggio sui supporti (vedi area 1.955 per l’S&P500 e 10mila per il Dax) sui cui potersi girare sul lato short sulle prime fiammate al ribasso.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: come detto nella prima parte del Morning Adviser, il movimento apprezzato ieri è stato davvero tecnico. Preciso infatti il target a 1,3640, che ha portato poi a vendite di breve, a successive riprese non in grado però di mettere a segno nuovi massimi, e discese comunque non oltre i supporti per ulteriori riacquisti di breve. Fatta salva l’area di supporto che parte da 1,36, con 1,3585 come livello cruciale di seconda istanza, è lecito ora guardare alla resistenza a 1,3670 il cui raggiungimento troverebbe buona conferma su nuovi massimi sopra 1,3640 evidentemente. Possibili poi prese di profitto e vendita sulla resistenza per sfruttare ottimo RR.
USD/JPY: discreto anche se non paragonabile ad altri cambi, il quadro tecnico di UsdJpy. Le discese qui hanno precisamente raggiunto area 101,75 e le successive risalite non sono andate oltre l’ottima soglia di 102. Il time frame a 4 ore continua a mostrare una maggioranza di elementi a sostegno di nuove vendite che vanno seguite nell’ottica di nuovi minimi verso 101,60 ma soprattutto 101,40. In caso di scarsa volatilità il primo di questi due livelli potrebbe favorire nuovi acquisti che vanno concepiti però con target molto contenuti dell’ordine di 20-25 pips.
EUR/JPY: ancora piuttosto congestionato il prezzo. Ma questo non ci stupisce nel momento in cui il mercato segue logiche dollaro centriche e di conseguenza i due cambi originali si muovono in modo quasi perfettamente decorrelato, creando così un effetto di stallo sul cambio derivato. Il grafico a 4 ore continua ad essere il più affidabile dal punto di vista della lettura degli elementi tecnici con l’ottima media mobile esponenziale a 21 periodi che costituisce ancora un egregio supporto dinamico al prezzo e che ieri ha premiato per gli ingressi long area 138,50 e gli obiettivi in area media 100 a 138,80. Questa dunque la confluenza grafica di maggiore rilievo che, se oltrepassata potrebbe condurre a buoni strappi di volatilità verso 139,20.E la divergenza regolare ribassista tra prezzo ed oscillatore stocastico visibile su 4 ore appare ancora piuttosto lontana dalla formazione. Privilegiamo dunque lo scenario rialzista, contemplando ingressi short prudenti sotto 138,55 verso 138,15.
GBP/USD: ieri discutevamo dell’egregio comportamento della media mobile a 21 periodi sia su grafico a 4 ore che poi su quell’orario. Ottima la rottura rialzista del prezzo e l’approdo in target auspicato a 1,7035, target poi anche ben superato. Il 4 ore ora presenta potenzialità di swing per l’oscillatore stocastico, tuttavia da attendere con grande cautela, e che comunque può tramutarsi in click short almeno sotto l’area del pivot daily a 1,7030 in direzione 1,70. Verosimili invece nuovo un breakout bullish verso area 1,71.
AUD/USD: molto abbiamo detto anche qui in merito alla fase di approfondimento ribassista che avevamo osservato e che ha potuto portare ad estensioni fino a 0,9335 per i succesivi pullback in direzione 0,9375, 0,94 poi e i punti a 0,9430. I tentativi di discesa appaiono ben ostacolati dalle confluenze grafiche attorno ad area 0,94 che rappresenta dunque ancora area di acquisti in direzione punti di massimo (0,9460 è l’importantissimo massimo a cui guardare). Sotto 0,9390 potrebbe trovare spazio una figura di simil testa e spalle orario, che però presenterebbe un R/R sfavorevole considerando area 0,9375 che, solo se superato, porterebbe a sensati short.
Ger30 (DAX): ieri indicavamo come da un punto di vista operativo fosse ben sfruttabile la rottura al rialzo di area 9.970 per i 10mila punti e i punti di massimo a 10.030 punti. Questo è accaduto e ora le uniche indicazioni provengono dalla lateralità creatasi che potrebbe dunque essere sfruttata al rialzo sia in ottica di limit entry in area 10mila, stop sui massimi e possibili nuovi breakout bullish, ed al ribasso sotto 9.990 verso 9.960 punti.
XAU/USD (Oro): davvero ottima la price action dell’oro anche ieri, con le ottime rotture rialziste per i target a 1.285 e 1.292, andati poi ben oltre fino a 1.320. Fisiologiche ora le correzioni che vanno tollerate fino a 1.306 per nuovi ingressi long. Sotto tal livello l’idea è di vendere in direzione 1.291. Nuovi massimi sono ipotizzabili a 1.324 e 1.331 dollari l’oncia.

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