Matteo Paganini, 1 luglio 2014
INTRO
Dati belli o brutti quelli pubblicati ieri in America? E la reazione del mercato, o meglio, dei mercati ci dice qualcosa in attesa che arrivi questo atteso giovedì, dove la BCE dovrà in qualche modo dare una valutazione delle proprie scelte, la prima dopo l’intervento di politica monetaria del 5 giugno?
Prove di risk on?
Questa è un’altra domanda che ci siamo posti questa notte, dopo aver assistito a due fatti chiari: l’indebolimento del dollaro americano ed il tentativo dello S&P500 di rompere le ultime resistenze fatte segnare per puntare i massimi storici di mercato. Dopo questi primi movimenti, il dollaro è andato a mantenere la propria debolezza di breve contro euro, sterlina e dollaro australiano (storia a parte lo yen che stanotte, sulla forte ripartenza del Nikkei è stato venduto per finanziare gli acquisti di rischio, facendo salire il dollaro contro di esso), mentre le borse, come evidenziamo da una settimana a questa parte, avrebbero potuto prendere profitto in maniera abbastanza veemente sui tentativi di massimi dei prezzi e così è stato. Per poi, fermarsi sui supporti per tentare nuove ripartenze, quindi fallendo la partenza di un movimento direzionale ribassista, come predichiamo sempre da lunedì scorso. Se andiamo ad analizzare la price action pura dei movimenti, abbiamo avuto le borse salire dopo la pubblicazione di un dato buono (se consideriamo lo scostamento dalle aspettative) sulla vendita di nuove case, con un +6.1% vs 1.5% sul mese ed un miglioramento da -9.3% a -6.9% (con consensus a -9.1%) sull’anno, con un Chicago PMI pubblicato un quarto d’ora prima 62.6 vs 63 exp) che, al contrario di quanto scriveranno molti analisti oggi cercando di commentare la discesa del dollaro americano, non ha impattato minimamente sul mercato. Borse a rialzo con dollaro inizialmente venduto, a partire dalle coppie di valute meno liquide rispetto all’EurUsd (oceaniche e commodity currencies), con borse in correzione con dollaro che ha continuato la sua strada a ribasso. Non possiamo dunque inquadrare uno scenario di risk on o di risk off pulito, possiamo però comprendere come il mercato stia iniziando a trovare una logica dietro i movimenti soprattutto di breve, movimenti che scaturiscono nel momento in cui sono rilasciati dati americani, all’interno di questo processo qualitativo di valutazione dello stato di salute dell’economia a stelle e strisce. Possiamo continuare a considerare la possibilità di assistere a movimenti concertati del dollaro americano a partire da metà giornata in avanti (al mattino, a seconda dei singoli dati pubblicati nel Vecchio Continente, soprattutto se relativi alla sterlina, è possibile assistere a movimenti solitari), curando a livello di analisi (per prepararci all’operatività nei prossimi giorni, qualora eventuali correlazioni dovessero perdurare per più giorni) eventuali reazioni logiche di alcune asset class rispetto al comportamento di altre. Per il momento, ci troviamo di fronte a prove di correlazione, vediamo se dopo la BCE in attesa di metà luglio il mercato ci darà delle soddisfazioni da questo punto di vista.
Australia: nessun aumento di tassi
Nessuna decisione da parte della Reserve Bank of Australia, con una politica monetaria definita accomodante e con tassi ancora estremamente bassi. Quello che ci interessa di più è moderazione dei toni circa la forza della divisa domestica, ancora alta rispetto a standard storici per poter assistere la crescita economica della nazione, nulla di nuovo e di incisivo rispetto a quanto comunicatoci negli scorsi mesi. Risultato? Guardando un grafico di AudUsd lo si capisce subito, e siamo sicuri che non avrete dubbi su scegliere tra una salita dell’aussie o una sua discesa.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: dopo averci fatto penare fino all’inizio del pomeriggio, con dei tentativi di rottura rialzista che non partivano data la scarsa volatilità intrinseca del mercato (fino a quando partono movimenti concertati, soprattutto sul dollaro), il cambio ha rotto definitivamente a rialzo raggiungendo quella zona di target che stimavamo in 1.3690, con un piccolo tentativo di arresto intorno ai livelli intermedi che abbiamo indicato in 1.36 ¾. Ci troviamo ora nei pressi della media a 21 periodi, con l’area passante tra 1.3665 e 1.36 ¾ che potrebbe fungere da supporto per pensare ad eventuali acquisti di euro, con l’idea che ritorni sotto 50 potrebbero lasciare spazio a tentativi di discesa più importanti che, fino a quando non dovessimo scendere sotto 1.3625 non saranno da considerare, a nostro parere, importanti (tutta l’area tra 25 e 40 potrebbe intervenire in caso di rottura di 50). Se dovessimo ripartire, l’idea è quella di seguire i prezzi fino ai massimi di ieri ed in estensione verso 1.3730 (1.3715 potrebbe intervenire da scoglio).
USD/JPY: buona la tenuta dell’area di resistenza individuata ieri tra 101.40 e 101.50, con i prezzi che hanno raggiunto i minimi relativi prima di ripartire questa notte sulla salita del Nikkei. Non abbiamo però avuto il superamento di area 101.65, quella che continuiamo a seguire per eventuali tentativi di accelerazione verso la più importante zona di resistenza data da 101.80, che soltanto se superata potrebbe lasciare spazio verso 102.05/15. Interessante seguire tutta la zona tra 101.40 e 101.60 come potenziale resistenza sulla quale eventualmente ipotizzare acquisti di yen per ritorni verso 101 ¼ e 101.10.
EUR/JPY: la zona di resistenza studiata tra 138.50 e 60 ha tenuto molto bene in mattinata, respingendo i prezzi verso 138.30, ad una decina di punti dai primi target indicati (e questi livelli, così vicini sull’EurJpy, ci fanno capire quanto la volatilità di mercato sia ristretta) per poi ripartire sulla salita dell’EurUsd, con il superamento di 138.75 che ha portato, come da attese, al raggiungimento di area 138.90 (sfiorato 139 figura). Siamo ora sopra la media a 21 oraria, che insieme a 138.65 potrebbe fungere da supporto sul quale ipotizzare acquisti di euro, tenendo conto che ritorni sotto area 138.50 potrebbero lasciare spazio ad accelerazioni verso 138.25 e 138.10. In caso di tenuta dei supporti l’idea è quella di seguire i prezzi verso gli ultimi massimi ed in estensione 139.30.
GBP/USD: ottima la configurazione sul cable che, dopo aver resistito sopra i supporti sui quali abbiamo pensato di acquistare sterline, ha raggiunto dapprima i primi target in area 1.7050/60, per poi estendere fino ad area 1.7115, a una quindicina di punti dalle aree di interferenza indicate. Siamo ora in una situazione tecnica simile all’euro, con i prezzo sopra la media a 21 che insieme a 1.7085 potrebbe intervenire come supporto sul quale valutare vendite di dollari, con l’idea che ritorni sotto 1.7065 potrebbero lasciare adito a tentativi di ridimensionamento verso 1.7020, in caso di rottura di 1.7050, livello ostico da superare. In caso di tenuta dei supporti estensioni verso i massimi di ieri e tentativi di rottura rialzista di area 1.7130 potrebbero divenire verosimili (se rotto 1.7140 il mercato potrebbe puntare 80).
AUD/USD: il tentativi di rottura a ribasso di area 0.9405 ha portato ad estensioni verso l’area di 0.9380 (sfiorata, siamo arrivati a 0.93866), area indicata ieri come importante supporto e dalla quale i prezzi sono ripartiti verso i target indicati in 0.9445 in caso di tenuta dei supporti. Stanotte abbiamo assistito ad un salto a rialzo sul mancato aumento di tassi, con i prezzi che potrebbero tentare delle estensioni verso 0.9480 e 0.9510 (che non lavoreremo a causa diella mancanza di segnali tecnici long), area all’interno della quale poter valutare una potenziale divergenza ribassista a 4 ore. Sotto 0.9430 potrebbe essere possibile valutare eventuali storni ma non inseriremo ordini in macchina a per il momento. Lo seguiamo sul DailyFX.it.
Per DAX e Oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.