Matteo Paganini, 26 giugno 2014
INTRO
Abbiamo iniziato a spostare la nostra attenzione dalle politiche monetarie ai dati macroeconomici, con gli americani, come detto ieri, sotto la lente di ingrandimento molto di più di quelli europei ed il mercato ieri ci ha dato conferme del fatto che i flussi di capitale si stanno effettivamente muovendo seguendo le logiche esposte e che ora riprenderemo brevemente.
Dati Usa deludenti
Come sappiamo la forward guidance dettata dalla Yellen dopo il suo insediamento ai vertici della Fed va nella direzione di una valutazione qualitativa dei dati macro che verranno rilasciati, andando a considerare all’interno del paniere che si terrà sotto controllo non soltanto valori relativi al mercato del lavoro (vi ricorderete che la soglia del 6.5% è stata abbandonata durante il primo meeting del nuovo Board), ma che riguardano anche l’inflazione – che deve raggiungere il target core del 2% prima di pensare a qualsiasi mossa di politiche monetarie restrittive – e molte altre rilevazioni, utili a dipingere il quadro della congiuntura a stelle e strisce. Bene, abbiamo assistito a due giorni contrastanti, ma che ci aiutano nella chiave di lettura proposta da qualche giorno e che sembra essere confermata. L’altro ieri sono stati rilasciati dati buoni sul fronte della fiducia e del settore immobiliare (fiducia dei consumatori a 85.2 vs 83.5 e vendita di nuove case a 18.6% vs 1.6% di attese), il che ha portato ad una forte salita degli indici, con lo S&P500 su nuovi massimi storici, movimento seguito dalla partenza di forti prese di profitto, con il dollaro acquistato e non venduto a finanziare gli acquisti di borse. Ieri i dati hanno invece deluso le aspettative con la pubblicazione di un Pil su base annuale a -2.9% contro un consensus che voleva sì una variazione negativa, ma limitata a 1.8% e di un dato sugli ordini di beni durevoli che ha fatto registrare una diminuzione pari all’1% contro aspettative che volevano la situazione invariata rispetto al + 0.8% fatto registrare durante il mese di aprile. Questo ha portato alla partenza di movimenti ribassisti sul dollaro americano, venduto contro tutte le principali valute, seguito dalle borse, con lo S&P500 che ha raggiunto l’area di supporto passante per 1,945.00 per poi riprendere quota e ritornare in area 1,960.00, ben 15 dollari di recupero dopo dati disastrosi. Da qui una riflessione. Di fronte a buone pubblicazioni non si innescano, per il momento, processi di risk on (dollaro e borse si muovono dalla stessa parte), di fronte a cattive rilevazioni viene punita la divisa a stelle e strisce, con vendita di borse. I movimenti visti sui listini ci confermano quanto ipotizzato, con le borse che non hanno la capacità di partire con movimenti ribassisti strutturali e che appena raggiungono i supporti vengono acquistate, pur di fronte a dati che vorrebbero discese importanti, per lo meno intraday. Stessa logica muove i listini quando vengono raggiunti i massimi (nuovi o relativi che siano, movimenti che il mercato è ancora in grado di farci vedere): il mercato è in grado di strappare verso l’alto ed in qualsiasi momento possono partire prese di profitto, che rimangono tali e non considereremo come potenziale partenza di movimenti strutturali ribassisti fino a che gli stimoli monetari rimarranno sopra i 30 miliardi. Agirà la Fed durante il prossimo meeting? Non farlo significherebbe, con alta probabilità, lanciare gli indici verso nuovi massimi storici; i dati sono per il momento contrastanti ma la maggior parte di essi risultano essere impostati verso una direzione rosea, non nera. Stiamo a vedere, un altro taglio di 10 miliardi è nell’aria ed il mercato potrebbe cominciare a scontarlo a breve.
La giornata di oggi
Attenzione a tutti coloro che lavorano sulla sterlina inglese. Alle ore 11.30 il governatore della Bank of England Carney, punito dal mercato dopo il discorso hawkish dell’altro giorno (quando ha ribadito la possibilità di procedere con un rialzo dei tassi prima di quanto il mercato si attenda), terrà un discorso sul Financial Stability Report, il che potrebbe portare volatilità sulla sterlina, in mancanza di altri dati, per poi arrivare al pomeriggio dove torneranno sotto i riflettori sia il dollaro americano che le borse Usa, data la pubblicazione di dati di minor importanza rispetto a quelli visti recentemente, ma che potrebbero essere forieri di aumenti di volatilità a causa dei ragionamenti esplorati poc’anzi e dall’inizio di settimana. Ci riferiamo alle spese per consumi personali (consensus 1.5% per il mese di maggio), ai Personal Income ed alle Personal Spending (entrambi previsti a 0.4%). L’ora prevista per la release sono le 14.30, quindi da quel momento prestiamo maggior attenzione, per uno shift di mercato che ci accompagnerà ai dati giapponesi di stanotte.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: nessun segnale durante la mattina in base ai livelli visti, con la partenza di un forte movimento rialzista dopo la pubblicazione dei dati Usa. L’area di resistenza individuata è stata raggiunta ed i prezzi stanno consolidando proprio all’interno di essa, con la parte bassa dell’areaa (1.36 ¼) che sta fungendo da supporto statico, unitamente alla presenza della media a 21 oraria. In caso di superamento di area 1.3640 è possibile che il mercato tenti delle ripartenze oltre gli spike formati ieri dieci punti più in alto, con 1.3675 che potrebbe intervenire a freno del movimento che vede un target naturale in 1.3690. Discese sotto 1.3610 si rendono a nostro avviso necessarie per tentare il raggiungimento di 1.3590 e 1.3575 in estensione.
USD/JPY: con la rottura di 101.75 il mercato ha raggiunto l’area passante per 101.60, dove i prezzi si sono fermati per ripartire verso 101.85, che è intervenuto come resistenza, per poi tentare nuovamente il raggiungimento dei minimi. Tecnicamente siamo impostati sotto le medie orarie che, insieme all’area di 101.90 potrebbero fungere da resistenza sulla quale pensare ad acquisti di yen, per ritorni verso area 101.75 ed in estensione 101.60. Ritorni sopra 102.05 potrebbero lasciare spazio al raggiungimento (e potenziale superamento) di zona 102.20.
EUR/JPY: resistenze studiate ieri che hanno tenuto e che hanno riportato i prezzi verso i minimi relativi, livelli dai quali siamo ripartiti lievemente. Ci troviamo ancora all’interno della congestione evidenziata nei giorni scorsi, con i livelli cui prestare attenzione che verranno seguiti sul dailyfx.it ma che iniziamo ad indicare in 138.60, che se rotto potrebbe lasciare spazio verso 138.40, ultimo baluardo prima di 137.90 (con 138 ¼ come scoglio) ed in 138.90 che se raggiunto con uno stocastico orario lontano dall’ipercomprato potrebbe lasciare spazio verso 139.30, altrimenti potrebbe far continuare questa fase congestiva.
GBP/USD: prezzi che hanno raggiunto la parte bassa dell’area di resistenza e di vendita individuata ieri durante la mattina, con discese di circa 20 punti prima di assistere alla risalita importante sulla discesa del dollaro analizzata, risalita che ha raggiunto la seconda parte dell’aread i vendita sulla quale il mercato ha frenato, ritornando al livello di 1.69 ¾, dandoci quindi la possibilità di uscirne bene. Siamo ora sotto i massimi di ieri, in corrispondenza di medie orarie impostate a ribasso e vicini alla parte alta del canale ribassista tracciabile su un orario e che se guardato da un 4 ore sembra una potenziale figura di continuazione rialzista. L’idea è dunque quella di sfruttare un’eventuale tenuta delle resistenze di breve (lasciando spazio fino a 1.7010 per mediare eventuali posizioni corte aperte ai prezzi attuali) per sfruttare eventuali correzioni fino ad area 1.69 ¾, con possibili estensioni a ribasso che potrebbero fermarsi in qualsiasi punto compreso tra 1.6960 e 1.6940, tenendo conto che ritorni sopra area 1.7020 potrebbero lasciare spazio a tentativi di salita verso 1.7030/50 e 60 come target potenziali.
AUD/USD: il raggiungimento delle resistenze studiate ieri, senza che lo stocastico orario si sia portato verso la zona di ipercomprato, ha evitato il posizionamento short. I livelli di attenzione si sono rivelati comunque buoni, con i prezzi che dopo aver superato area 0.9390 hanno raggiunto i target previsti a 0.9410. Ora siamo all’interno di una congestione con i prezzi sopra la media a 21 oraria che ha appena incrociato a rialzo la 100, ed in caso di ripartenza oltre 0.9420 è possibile valutare tentativi di raggiungimento di 0.9435 ed in estensione 45, livelli sui quali curare una divergenza ribassista oraria.
Per DAX e Oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.