Matteo Paganini, 21 luglio 2014
INTRO
Ripartiamo dopo una settimana che ha confermato i temi ragionati insieme e che ha visto dei lievi tentativi di ricorrelazione tra i diversi strumenti finanziari, non tali però da farci considerare queste relazioni inter-market ed intra-market dal punto di vista operativo. Facciamo il punto della situazione e impostiamo le linee guida per le giornate che ci aspettano.
Il punto della situazione
La settimana si è chiusa con un lieve tentativo di rafforzamento per il dollaro americano e con le borse che, dopo il tonfo dovuto al disastro aereo in Ucraina, al quale è corrisposto un breve scenario da avversione al rischio (con yen e oro acquistati), hanno ricominciato a macinare terreno, come accaduto durante i giorni precedenti, dopo ogni presa di profitto. La nostra attenzione, come sapete, è stata rivolta per tutta la settimana ai listini, con il valutario in secondo piano a causa della ridotta volatilità e la dipendenza dalla pubblicazione di dati macroeconomici che possono essere ben circostanziati nel tempo (per valutare la reazione direzionale o meno delle principali coppie valutarie), listini che hanno toccato nuovi livelli storici in America con il Dow Jones e che, dopo aver raggiunto i massimi (assoluti o relativi a seconda degli strumenti presi in considerazione), hanno tentato quelle che continuano a rimanere (almeno fino a fine luglio, quando la Fed andrà con alta probabilità a tagliare di ulteriori 10 miliardi gli acquisti a sostegno dell’economia) delle prese di profitto. La Yellen si sta rivelando più falco di quanto credessimo, con dichiarazioni che lasciano intendere rialzi di tassi prima del previsto, ma non li daremmo così per scontati, non allo stato attuale dell’arte. Fatto sta che il mercato comincia a prepararsi ad eventuali discese delle borse, valutate “troppo care” da molti analisti ma soprattutto da molti investitori, con Warren Buffet che a quanto pare è da tempo che non sta acquistando qualcosa di sostanzioso (e questo per lui significa essere ribassista, dal momento che è difficile che venda qualcosa acquistato in precedenza), con Fisher della Fed e del braccio operativo FOMC che ha dichiarato come i tassi debbano salire giàè dai primi mesi del 2015.
Quali i market mover?
Da parlare ci sarebbe veramente tanto, ma la mancanza di tempo e di spazio fa sì che andremo a sviscerare giorno dopo giorno (sul nostro forum di analisi ) e mattina dopo mattina (in sede di questa newsletter) tutti gli spunti di riflessione. Partiamo oggi dalla mancanza di dati macroeconomici e dalle tensioni geo-politiche internazionali, fattori che potrebbero, se uniti insieme, dar vita a scenari di avversione al rischio che potremo valutare di volta in volta per cercare di comprendere se operativamente essi possano essere sfruttati o meno. Venerdì il dollaro americano ha tentato delle lievi salite, come dicevamo, durate poco sia dal punto di vista temporale che di correlazione tra le diverse valute quotate contro il greenback, con i metalli e le materie prime che non hanno mostrato sentori da rifugio e che debbono dunque essere mantenute all’interno del nostro quadro di analisi come solitarie. Lo yen, che durante la settimana ha tentato di decorrelarsi rispetto all’andamento dei listini azionari, una decorrelazione in cui non abbiamo creduto dal punto di vista della stabilità, ci ha dato ragione, tornando a muoversi in maniera direttamente proporzionale ai movimenti del Nikkei, con la più evidente evidenza (rafforzativo scelto appositamente) questa notte, quando è tornato a salire di fronte a tentativi di correzioni dell’indice giapponese. Il franco svizzero esula dalla nostre analisi in quanto continua a mantenersi all’interno di quel quadro di Peg che lo vede ancorato all’euro ma che nel corso delle prossime giornate potrebbe lasciare spazio a brevi rivalutazioni della moneta unica nei confronti della divisa svizzera (sempre e comunque all’interno dei range di congestione osservabili su un time frame giornaliero) e per concludere, la mancanza di dati macro e l’attesa per il prossimo 31 luglio con l’appuntamento Fed potrebbero portare a mercati slegati tra loro dal punto di vista del catalizzatore dollaro americano.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: la chiusura di venerdì osservata su un time frame daily ha portato alla formazione di una candela doji, su un livello statico importante di riferimento. Parliamo di 1.34 ¾, area sulla quale ci siamo fermati durante la prima metà di giugno e ad inizio febbraio, senza più tornare sotto di essa. Ci manteniamo ancora sotto la media mobile a 21 che potrebbe intervenire come area di resistenza, curiamo perciò eventuali avvicinamenti ad essa per valutare eventuali vendite di euro, premature su un time frame multiday allo stato dell’arte attuale. Se ci spostiamo su un 4 ore abbiamo i prezzi che stanno tentando il raggiungimento delle zone di resistenza statiche e dinamiche rappresentate dalla media a 21 e 100 (che corrisponde ad un’area statica passante per 1.3575) che se dovessero essere raggiunte con uno stocastico in ipercomprato potrebbero fornire idee ribassiste, con stop sopra gli ultimi minimi ed eventualmente reverse della posizione oltre area 1.3595. Un orario conferma le aree di resistenza a partire da 1.3560, con l’idea che se il mercato dovesse partire a ribasso direttamente si possa assistere ad approfondimenti verso i minimi di venerdì una volta oltrepassata area 1.3515.
USD/JPY: su un grafico giornaliero ci viene confermata la lateralità del cambio, che dobbiamo continuare a seguire prestando attenzione ad eventuali scenari di risk off che potrebbero portare ad eventuali tentativi di rottura a ribasso del range di riferimento, passante tra 100,50 e 103.00. Un 4 ore non chiarisce tecnicamente la situazione, se non per la possibilità di attendere eventuali tentativi di avvicinamento alle resistenze passanti tra 101.50 e 101.75 (livelli statici e medie impostate a ribasso), con un grafico orario a comandare la nostra operatività che seguirà la potenziale risalita verso le resistenze passanti tra 101.50 e 101.60, area dove pensare a vendite di dollaro nel momento in cui lo stocastico dovesse trovarsi in area di ipercomprato, con l’idea che ritornui soprea101.65 potrebbero portare a tentativi di raggiungimento di 101.85, area sopra la quale si possono pensare posizionamenti lunghi (tra 75 e 85 passano le ultime importanti resistenze).
EUR/JPY: grafico daily sul quale potrebbe formarsi una divergenza rialzista sporca da poter comunque essere considerata operativamente parlando, data la presenza di supporti statici passanti per area 136.25 e fatti segnare ad inizio febbraio. Tra 137 ¾ e 138.75 passano delle importanti resistenze, date dal passaggio di punti statici e di medie da tenere in considerazione come livelli di interferenza, una volta che dovessero partire dei movimenti correttivi a rialzo del cross. Su un time frame a 4 ore i prezzi si trovano sotto la media a 21, con il tentativi di formazione di minimi crescenti che ci fa pensare a potenziali tentativi di ripartenza verso area 137.5/75, dove eventualmente pensare ad acquisti di yen per ritorni sui minimi di venerdì del cross, con l’idea che ritorni sopra area 137.95 potrebbero lasciare spazio a tentativi di visita della parte alta della zona di resistenza vista. Su un orario la congestione a triangolo che si è formata potrebbe lasciare spazio a tentativi di rottura a rialzo o a ribasso (da considerare in caso di superamento di area 136.85), con l’idea di sfruttare eventuali avvicinamenti alle resistenze viste per impostarsi comunque corti con stop e reverse sopra i livelli visti.
GBP/USD: su un grafico giornaliero si sta formando una congestione che potrebbe rappresentare una potenziale figura di continuazione rialzista a bandiera, con l’area passante per 1.6950/1.7000 che potrebbe fungere da supporto (punti statici ed area di media a 21). Spostandoci su un time frame a 4 ore la situazione tecnica evidenzia soltanto la presenza di supporti statici passanti per area 1.7030, informazione non utile dal punto di vista operativo, con un orario che inizia a mostrare segni di stanchezza di breve periodo della sterlina, con la possibilità di valutare eventuali vendite in area 1.7100/1.7125 per ritorni sui minimi di 1.70 ¾ ed eventualmente di 1.7040 (media a 100 e livelli statici che potrebbero intervenire come resistenze), tenendo conto che eventuali ritorni sopra area 1.7135 potrebbero lasciare spazio a tentativi di estensioni verso 1.7150, area oltre la quale eventualmente valutare dei giri a rialzo dei prezzi, verso 1.7200.
AUD/USD: grafico daily dell’australiano che mostra un mercato incapace fin’ora di segnare nuovi massimi, con le medie impostate ancora a rialzo che ci forniscono insieme ai livelli statici l’area di 0.9300come supporto. Su un 4 ore la situazione di lateralità persiste, con 0.9400 a fare da resistenza (oltra 0.9415 il mercato potrebbe tentare estensioni verso 0.9460, da valutare operativamente sopra 0.9430), mentre su un orario la possibilità di valutare eventuali raggiungimenti di area 0.9410 ci sembra l’idea migliore, area sulla quale valuteremo insieme possibilità di vendita, attualmente non fattibili.
Dax (GER30): dax che dopo il triplo massimo evidenziato nei giorni scorsi si sta mantenendo sopra l’area delimitata dalla linea di trend crescente individuabile su un time frame orario. L’apertura di oggi ‘è stata abbastanza calma, dopo le tensioni di fine settimana scorsa ed i prezzi sembra stiano cercando le resistenze di breve, passanti tra 9,750 e 9,785 (media a 100 e punti precedenti), dove eventualmente valutare vendite dell’indice (avvalorate dalla presenza dello stocastico in ipercomprato), con l’idea di ritorni potenziali verso 9,650 (sotto 9,700 è possibile assistere a tentativi di raggiungimento di quest’area) ed in estensione 9,620, tenendo conto che una ripartenza oltre 9,795 potrebbe farci valutare eventuali estensioni verso 9,830 e 9,860.
Oro (XAU/USD): oro da seguire con attenzione su tutti i time frame di riferimento, ad ora nessuno spunto tecnico ci sembra interessante.