Davide Marone, 12 agosto 2014
INTRO
Salvo rare eccezioni siamo ormai abituati da alcuni mesi ad assistere a degli inizi di settimana piuttosto piatti sui mercati in cui, complice la totale (o quasi) assenza di market mover, gran parte dei prezzi si muove in range ed all’interno di pochi punti. Ciò è tanto più verso sul mercato valutario, ieri in maniera generalizzata laterale, mentre sul comparto azionario abbiamo assistito a qualcosa di più interessante con la formazione di potenziali figure di reversal evincibili sui grafici giornalieri.
Valutario in attesa
Come detto, ieri i grafici si sono articolati per congestioni; talvolta davvero contenute in range molto ristretti, i quali però hanno però una sfumata dinamica caratterizzata dalla forza di dollaro americano. L’elemento positivo è che tale forza si sia manifestata in maniera univoca, ovvero sia senza distinzioni di sorta tra valute, riproponendo perciò, seppure in modo solo accennato, il dollaro-centrismo che tanto apprezziamo quando ci ritroviamo ad impostare la nostra operatività. Elemento anch’esso di non poco conto e che va anzi a completamento di quanto appena descritto, è quello per il quale il movimento del dollaro è stato assolutamente sintonico rispetto alle situazioni grafiche di trend che finora osserviamo: l’eurodollaro ha mantenuto infatti un bias ribassista, evidente e chiaro invece sul cable, e lo stesso dicasi per i cambi AUDUSD, NZDUSD e USDCAD, mentre l’USDJPY continua a navigare senza una precisa rotta direzionale. Da un punto di vista di trading però è banale giungere alla conclusione per la quale operare in linea con il trend rappresenta sempre la migliore delle scelte, quella che conduce il trader ad avere le maggiori probabilità di successo nell’operatività. Se a tali elementi tecnici, cruciali per l’implementazione di operazioni di compravendita, si aggiungono valutazioni su cardini come le correlazioni e il sentiment di mercato, ecco che il quadro probabilistico è più che favorevole laddove evidentemente permane la componente casuale del mercato per definizione. In relazione proprio al sentiment di mercato, può essere di buon interesse osservare rapidamente il quadro che emerge dallo Speculative Sentiment Index di FXCM il quale, pur non mostrando picchi di anomalia significativi, ci dipinge uno scenario nel quale i trader retail si sono posizionati long su euro contro dollaro americano (in un rapporto che vede il 61% in aquisto) e, più rilevante, long di USDJPY per il 67% e di GBPUSD per circa la medesima proporzione. Proprio quest’ultimo cambio ci fornisce gli spunti interessanti se contestualizziamo il dato all’interno del quadro tecnico: mentre EURUSD e USDJPY vanno infatti a trovarsi in contesti grafici più laterali, il GBPUSD si trova in una spiccata fase di trend al ribasso con la price action su rilevanti punti di minimo e questo assume un’importanza cruciale nell’analisi congiunta con l’SSI. Attenzione perciò alla possibilità di eventuali ulteriori strappi al ribasso che potrebbero acuire la discesa del prezzo, interessato nelle giornate di domani e venerdì da market mover di grande rilievo quali quelli sul mercato del lavoro, il report BoE sull’Inflazione seguito dal discorso del Governatore Mark Carney e il Prodotto Interno Lordo. Attenzione perciò a selezionare i cambi migliori da un punto di vista tecnico e non solo sui quali operare al fine di entrare su titoli caldi e che offrano un buon rapporto rischio/rendimento anziché saltare dentro in occasioni potenzialmente meno o poco profittevoli.
Listini azionari
Come detto in introduzione, qualche spunto in più ieri ce lo hanno fornito le Borse che hanno in taluni casi messo a segno dei buoni movimenti al rialzo dopo la settimana terribile che hanno vissuto. In particolare varrà la pena valutare le potenziali figure di reversal che ieri seguivamo in particolare sui due becnhmark Dax e S&P500. Nel primo caso la formazione di un minimo di breve termine potrebbe suggerire nuove risalite se si superasse bene l’area di 9.200 punti per target pure ambizioni in direzione 9.400. Nel caso dell’indice americano invece abbiamo assistito ad una formazione giornaliera di bullish englulfing che ha già manifestato i suoi primi effetti i quali potrebbero proseguire laddove il prezzo superasse le resistenze tecniche che vanno ad indentificarsi tra 1.943 e 1.952 punti. Questa dunque l’area tecnica fondamentale per comprendere il più prossimo percorso della quotazione. Più lontana la resistenza tecnica invece sull’indice italiano FSE MIB il cui segnale d’acquisto giornaliero e dunque strategico scatterebbe non prima del raggiungimento dei 19.700 punti, così come per l’Eurostoxx50 è 3.060 punti la quota dalla quale l’indicazione long daily sarebbe confermata. L’azionario dunque potrebbe vivere una nuova fase di rafforzamento dopo i cali copiosi dei giorni passati, prima di quelle che saranno nuove ed inevitabili discese post-bolla. Qui, sulle Borse cioè, si addenserà dunque ancora grande volatilità e le opportunità operative di certo non mancheranno.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: non è cambiato evidentemente granchè dalla giornata di ieri. Riepilogando rapidamente: il grafico settimanale ci restituisce nuovi massimi e minimi di mercato, volumi medi e un hammer che segue la doji della settimana precedente che si poggiano su medie a 100 e 200 periodi. Tecnicamente dunque un quadro ribassista che però mostra dei segni di perdita di momentum in senso bearish. Il daily, dal suo canto, ci ha mostrato una chiusura positiva su candela ad ampio range, uno stocastico in rialzo ciclico ed un potenziale avvicinamento in area media mobile esponenziale a 21 periodi transitante per area 1,3450. Ieri il cedimeno di 1,34 ha permesso delle buone vendite verso l’1,3375 ed il secondo target a 1,3755. Il grafico orario in questo senso appare il più affidabile nel momento in cui le occasioni di short vanno a palesarsi su due possibilità: pullback di 3375 e ripartenza o violazione al ribasso di 3355 per raggiungimento dei minimi in area 3335. Naturalmente resta la soglia di 1,33 la prima a cui guardare in caso di approfondimenti significativi al ribasso.
USD/JPY: “grande volatilità del cambio che in chiusura di settimana ha messo a segno una pin rialzista che, se superata area 102,15, potrebbe dunque indurre dei long in direzione 102,35 in primo luogo”. Questo scrivevamo ieri mattina in ottica di più ampio rspiro e l’indicazione resta assolutamente attuale. Il superamento di questo livello indurrebbe a ritenere che il prezzo possa raggiungere i livelli di 102,55 e 102,75. Il grafico orario mostra con buona chiarezza come dei ritorni sotto 102 potrebbero tuttavia far riprendere il percorso lievemente ribassista del cambio in direzione 101,75 e soprattutto 101,50. In ottica multiday, scendere al di sotto di questo livello, rappresenterebbe un potente segnale di vendita.
EUR/JPY: il grafico daily ci impone naturalmente di privilegiare un quadro short. Ancora, come ieri, appare cruciale in ottica di confluenze grafiche di resistenza guardare al livello di 137,20, nuovo potenziale punto short. Il grafico a 4 ore, dopo l’ottima divergenza regolare rialzista prezzo/stocastico di venerdì, sembra ancora fornire indicazioni in senso bearish le cui conferme potrebbero giungere con il break di area 136,70 in direzione 136,25 e naturalmente ai minimi sotto 136. Anche in questo caso, il grafico orario può essere rivelatore nel momento in cui evidenzia proprio 136,70 come area di confluenza grafica di supporto, valore mediano dell’attuale lateralità, in grado dunque di far ripartire il prezzo nel breve verso 137,20 per valutare eventuali ma prudenti allunghi vero 137,55. Se invece l’area cedesse si manifesterebbe lo scenario bearish evidenziato.
GBP/USD: potente il segnale ribassista sul daily del cable con candela ad ampio range negativo e chiusura sui minimi, propedeutico a nuove rotture al ribasso sotto 1,6765. Questo quanto affermavamo ieri e che confermiamo anche oggi. Il 4 ore ci ha fornito tale conferme e siamo giunti a nuovi punti di minimo, così come l’egregio grafico orario che ha dimostrato ancora una volta l’efficacia delle confluenze grafiche in fase direzionale, ed in particolare dei livelli statici e delle media mobile esponenziale a 21 periodi. 1,6730 il successivo target da raggiungere, che potrebbe però essere successivo ad un pullback di area 1,6780. Rischiose le operazioni long e comunque implementabili sopra area 1,6810.
AUD/USD: segnale daily controverso anche per il cambio che dopo la long white di giovedì, non ha dimostrato direzionalità al ribasso con il formarsi di una doji ad ampio range che poco chiarisce il quadro più immediato del prezzo. Anche la candela di ieri non è apparsa particolarmente significativa se non a confermare il percorso di discesa. Il 4 ore evidenzia ancora area 0,9270 come zona di vendita per rivisitare i minimi a 0,9235. Stesso dicasi per il grafico orario. 0,9285 il trigger point per operazioni al rialzo.
Ger30 (DAX): la formazione di un minimo di breve termine daily che sarebbe andato ad estrinsecarsi con il superamento di area 9.160 punti, si può considerare sviluppatosi e perciò l’ottica bullish acquista buona valenza. Ciò è testimoniato anche dal grafico a 4 ore che ha dimostrato superamenti della media mobile a 21 periodi per quelli che devono essere per ora comunque dei target prudenti in direzione 9.260 punti. Ritorni sotto 9.160 punti e soto 9.130 riporterebbero in auge il 9.08 e dunque il quadro discesista.
XAU/USD (Oro): ancora confuso il grafico dell’oro che dopo il buon segnale rialzista di metà della settimana scorsa si è poi invece andato a girare, fornendo più di uno spunto per contemplare le vendite. 1.306 rappresenta un ottimo punto di supporto dal quale contemplare acquisti di breve in direzione 1.310 per stop in pari e per valutare strappi al rialzo in direzione 1.315. Warning invece sotto 1.306 e 1.302 in particolare, laddove scatterebbero ordini di vendita verso 1.296.