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DailyFX Morning Adviser, warning sulle Borse

Pubblicato 10.09.2014, 09:20
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
EUR/USD
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GBP/USD
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USD/JPY
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AUD/USD
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EUR/JPY
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XAU/USD
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DE40
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Davide Marone, 10 settembre 2014
INTRO
Dinamiche pressoché invariate quelle viste ieri rispetto all’apertura settimanale dei mercati finanziari. Il dollaro americano continua a mantenere la sua posizione di forza relativa, complici ancora una volta la debolezza di yen e di dollaro australiano, materie prime in consolidamento e listini azionari che invece mostrano qualche preoccupante scricchiolio sul quale si attende qualche decisiva conferma tecnica.
Attenzione alle Borse
Il warning è lanciato in relazione a configurazioni tecniche che su base giornaliera potrebbero offrire degli elementi piuttosto interessanti in ottica di vendita. L’indice globale S&P500 ha nelle ultime due settimane effettuato movimenti di ridotta volatilità, restando sui punti di massimo evidentemente con volumi piuttosto scarsi e con la gran parte degli indicatori che hanno approfondito in ipercomprato in assenza di nuovi massimi e che ora gettano segnali di swing ribassisti. Il range medio giornaliero a 14 periodi risulta molto ridotto e gli incrementi di ieri possono essere forieri di breakout di volatilità che sembrano poter essere orientati al ribasso laddove l’area di 1.985 punti dovesse cedere in maniera significativa per riportare l’indice verso i 1.965 punti e soprattutto i 1.945. Vanno attese conferme più chiare ma il quadro delineato porta con sé elementi tecnici non di poco conto. Il Dax tedesco ha messo a segno, tanto per citare un altro esempio rilevante, un cosiddetto massimo di breve termine che con il cedimento di 9.690 punti può guidare ora il prezzo verso 9.610 punti in primo luogo e possibili estensioni verso 9.520. Situazione non troppo diversa quella dello UK100 su cui evidentemente pesano anche i venti secessionisti in Regno Unito e del quale va monitorato il livello di supporto a 6.800 punti, ed ancora più similare quella dell’Eurostoxx50 i cui approfondimenti al ribasso sembrano poter riguardare i target a 3.215 punti prima e 3.185 punti poi.
Dollaro ancora forte
Ieri proprio in questa sede affermavamo come il biglietto verde restasse in posizione di forza relativa, nel momento in cui continuava ad apprezzarsi in maniera generalizzata contro le altre major. All’occhio balzava e continua a balzare il cambio USDJPY che continua a mantenersi su massimi di 6 anni e che non palesa segni di ribasso su time frame di grande rilievo. Sempre il greenback che già ieri aveva trovato tuttavia forza nella notte anche contro il dollaro australiano, il neozelandese ed il canadese, ha confermato il suo rapporto di forza con tutte e tre le cosiddette commodities currencies ed in particolare modo proprio contro il dollaro australiano nel momento in cui il cambio AUDUSD è riuscito a bucare l’importante supporto statico corrispondente alla soglia psicologica di 0,93 portandosi oramai in prossimità di un livello di medio periodo corrispondente allo 0,9140. Più d’interdizione invece i grafici di cable, sul quale continuiamo a mantenere un warning particolare in riferimento ai temi politici qui ampiamente sviscerati, e quello di Eurodollaro che ha invece fatto registrare potenziali segnali di ritracciamento che non annoveriamo nella categoria dei reversal ma che comunque lasciano spazio a valutazioni di tipo rialzista soprattutto se dovessimo superare al rialzo prima 1,2955 e poi 1,2990. Ancora una volta perciò il focus non può che ricadere sull’ottimo benchmark rappresentato dal FXCM Dow Jones Dollar Index il quale continua a macinare punti riportandosi su quotazioni in rivisitazione dei livelli di oltre un anno fa. “Aspettiamoci potenziali approdi di quest’ultimo verso l’area tra 10.890 e 10.900 punti prima di ritracciamenti degni di nota che andranno poi studiati sui diversi cambi che concorrono alla costruzione dell’indice stesso.” Il virgolettato per riportare fedelmente quanto scritto ieri e sul quale ci sentiamo di fornire conferma. Seguire la logica del dollaro americano e grazie ad essa poter interpretare le dinamiche del mercato valutario è un elemento non di poco conto dal punto di vista del trading, unita chiaramente ai segnali tecnici che rappresentano l’input di implementazione delle operazioni. Rappresenta infatti un alveo all’interno del quale ci si può muovere in ottica di ragionamento sulle scelte di selezione dei cambi su cui operare e di meccanismi correlativi che è necessario interpretare al fine di spostare le probabilità in favore del trader. Questo va tenuto assolutamente in grande considerazione.

QUADRO TECNICO
EUR/USD: abbiamo ieri visto nuovi minimi dunque per il cambio che su base daily, che dopo ha tuttavia fornito potenziali spunti rialzisti quanto meno in ottica di ritracciamento. Come detto nella prima parte, 1,2960 e 1,2990 rappresentano due livelli cruciali per poter capire se davvero saremo in presenza di segnali d’acquisto. Lo stesso grafico a 4 ore, in ottica come sempre di confluenze grafiche, mostra la valenza del primo dei due livelli citati che dunque va ad identificarsi come punto di vendita che, con rottura contestuale di 1,2920, può farci rivedere i livelli di minimo a 1,2865. 1,2960 ma soprattutto 1,2990 restano dunque i trigger point per posizioni lunghe in direzione di ampie ricoperture degli hidden gap di ribasso verso 1,3050 in primo luogo.
USD/JPY: nuovi massimi ancora per il cambio che ad ogni breakout di volatilità assume la direzione rialzista, come ben visto ieri in apertura settimanale. 106,90 è il vero livello di interesse in ottica rialzista, livello che prima di essere raggiunto, potrebbe passare dunque per ritracciamenti che, come si è visto ieri e come si evince da confluenze grafiche sul time frame a 4 ore, hanno riguardato e possono riguardare area 106. In tale accezione il grafico orario può essere sfruttato per entrare in posizione nella tendenza sfruttando la sinergia tra le medie mobili esponenziali a 21 e 100 periodi e ieri ancora una volta questo principio è stato perfettamente rispettato: considerando la prima come area di ingresso e la seconda come area di stop da settare poi in trailing. 106 dunque supporto assolutamente importante su cui valutare ancora acquisti con stop&reverse verso 105,70 che rappresenta il vero trigger point per posizioni in vendita.
EUR/JPY: il buon setup rialzista daily di cui parlavamo ieri sul cross con obiettivo 137,70 ha trovato ottime conferme. Il 4 ore aveva infatti messo in luce l’ottima zona di supporto a 136,65 per sfruttare un ottimo Risk/reward in acquisto. Due ora i livelli di valutazione: 137.70 appunto e l’area sopra 138, dai quali potrebbero verificarsi ritracciamenti in ottica anche di preciso swing ciclico dello stocastico su time frame a 4 ore. Gli obiettivi diverrebbero ancora una volta quelli compresi tra 127,30 e 137,15. Il grafico orario docet ancora una volta per l’ottimo posizionamento delle medie mobili che tuttavia suggeriscono ancora il long proprio sui pullback.
GBP/USD: giornaliero di interdizione quello visto ieri senza particolari spunti se non quelli segnalanti attesa da parte del mercato. Meglio perciò riferirsi al grafico a 4 ore che ancora suggerisce il livello di 1,6180 come zona di vendita con target sui mimini ed il cruciale 1,6025 come target su incrementi di volatilità al ribasso. Grande prudenza ancora una volta sui posizionamenti long che non ci sentiamo di suggerire se non dopo l’area di 1,6230 in ricopertura del gap settimanale di apertura. Sul grafico orario è infatti in potenziale e vicino sviluppo un pattern di divergenza inversa ribassista prezzo/stocastico che quindi rafforza lo scenario bearish pocanzi descritto.
AUD/USD: abbiamo avuto modo di disquisire sul cambio già nella prima parte del contributo mattutino. Ieri scrivevamo che “il minimo di breve termine su grafico daily si è confermato ancora una volta come pattern ribassista in questa alternanza confusa che ormai da settimane affligge il grafico dell’australiano, storicamente invece sempre tra i più tecnici. L’area di 0,9275 è stata violata al ribasso ma potrebbe rappresentare zona di ritracciamento e ripartenza verso i minimi significativi a 0,9240”. Il cambio si è spinto ben oltre andando a violare area 0,92 e andando a bucare la media mobile semplice a 200 periodi sul giornaliero come non succedeva dallo scorso 25 marzo. Permane dunque la view short verso il cruciale livello di 0,9140 prima di assistere a ritracciamenti degni di considerazione. Area 0,92 dunque continua ad identificarsi come punto di vendita e 0,9230 trigger invece per reversali in direzione 0,9260.
Ger30 (DAX): il Dax tedesco ha messo a segno un cosiddetto massimo di breve termine che con il cedimento di 9.690 punti può guidare ora il prezzo verso 9.610 punti in primo luogo e possibili estensioni verso 9.520. Questo quanto detto nella parte macroeconomica dell’articolo. A questo aggiungiamo, sempre da grafico giornaliero, la divergenza regolare ribassista con lo stocastico che rappresenta un elemento non di poco conto in ottica bearish. Decisivo appare il 4 ore che proprio a 9.690 fa passare la media mobile esponenziale a 21 periodi. Noto lo scenario dunque se l’area cedesse, mentre gli acquisti offrirebbero un ottimo Risk/Reward per ripresa di 9.720 prima, 9.760 poi guardando ai massimi relativi.
XAU/USD (Oro): “buone dunque le vendite di metallo giallo con rottura dei minimi a 1.259 e candela ad ampio range che suggerirebbe la prosecuzione dello scenario ribassista verso 1.250 e la cruciale area a 1.240 dollari l’oncia.” Questo descrivevamo ieri. Il raggiungimento del primo livello ma il fallimento del secondo, dato anche dal veloce riassorbimento dell’offerta, sembrano per ora raffreddare il panorama ribassista che su 4 ore resta però ancora valido almeno fino al test di area 1.258/60 che tecnicamente è ancora assolutamente una zona di vendita per gli obiettivi già noti. Eventuali reverse sono contemplabili a partire da 1.264 verso quota 1.270 dollari l’oncia.

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