L’avversione al rischio, la scorsa settimana, è apparso evidente ma in questo moment oil mercato sembra aver trovato un po’ di sostegno sui dati cinesi della scorsa notte. Purtroppo il presidente Trump continua le sue guerre commerciali e quasi ogni giorni si apre un nuovo fronte. Dopo il Messico le minacce si sono estese all’India, mentre ora che si trova in Gran Bretagna ha già dichiarato che UK dovrebbe uscire dall’Europa senza alcun accordo.
E’ chiaro, lo si vede sui grafici, che il protezionismo e il deterioramento dei rapporti commerciali globali avranno un impatto sull’andamento dei mercati. Lo si evince soprattutto nei movimenti degli asset rifugio, ad esempio i rendimenti obbligazionari hanno accelerato al ribasso mentre la volatilità dell’azionario è in crescita. Poi c’è stato l’apprezzamento dell'oro così come dello yen e del CHF. Sembra esserci ancora molto spazio per la prosecuzione di questi movimenti, ma si deve prestare attenzione all’umoralità talvolta eccessiva perché le notizie possono portare a volatilità improvvisa e difficilmente prevedibile. Il sentiment generale è attualmente contro il dollaro, ma già oggi sarà bene concentrarsi sui PMI per capire se gli USA rimarranno la migliore manifattura mondiale. Come detto durante la notte il China Caixin Manufacturing PMI ha retto bene e ha superato le aspettative a 50,2 (50,0 il dato atteso, 50,2 il precedente).
Wall Street ha chiusa la sessione di venerdì in netto ribasso con l’S&P 500 -1,3% a 2752 punti e nel corso della sessione asiatica i futures statunitensi sono scesi ancora del -0,4%. Asia che ha visto il Nikkei -1,1% e Shanghai Composite -0,3%, deboli anche i mercati europei. Nel forex le valute legate alle materie prime (AUD , NZD e CAD hanno guadagnato terreno a seguito del dato cinese mentre lo Yen sta perdendo parte dei guadagni recedenti. Sul fronte materie prime detto dell’oro segnaliamo ulteriori cali del Petrolio.
Passando al calendario economico il primo giorno del mese è dedicato ai PMI, segnaliamo le conferme in Germania e Eurozona (entrambi restano in zona contrazione) mentre quello britannico è sceso sorprendentemente sotto il 50 mentre era atteso in crescita a 52 punti. Il PMI manifatturiero ISM degli Stati Uniti è alle ore 16 e dovrebbe salire a 53,0 (rispetto al 52,8 di aprile), il che sarebbe interessante se si considera che il PMI manifatturiero Markit recentemente faceva registrar un brusco calo.