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Dollaro frenato dalla FED, terreno fertile per l'azionario

Pubblicato 11.04.2019, 11:54
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

La mancanza di forza da parte del dollaro si è confermata anche dopo una giornata cruciale come quella di ieri, ricchissima di dati e appuntamenti cruciali. La contrazione dell’inflazione e la conferma di una FED accomodante non hanno modificato il rendimento delle obbligazioni e il biglietto verde non ha potuto beneficiare di pressione in acquisto. Rendimenti che in Europa sono scivolati dopo la conferenza stampa di Mario Draghi, tuttavia i differenziali di rendimento continuano a penalizzare il Dollaro. Detto che la BCE non ha portato novità rilevanti, i verbali della Fed hanno confermato che la "maggioranza dei partecipanti" vedrebbe tassi agli attuali livelli per tutto il 2019.

La questione commerciale USA/Cina nel frattempo continua a mostrare progressi (anche se lenti) con un apparente accordo su come attuare le misure dell’accordo stesso. Più le due parti si avvicinano a un accordo definitivo, più il dollaro troverà poco spazio per eventuali rally rialzisti. Nel frattempo I dati cinesi continuano a mostrare cenni di ripresa, durante la notte abbiamo difatti registrato un incremento dei prezzi dei prodotti alimentary e per marzo l'inflazione è risalita in modo consistente fino al 2,3% (CPI + 2,4% il dato atteso, + 1,5% il precedente). Sale anche il PPI a +0,4% (+0,4% il dato atteso, +0,1% il precedente), confermando come la seconda economia mondiale stia ripartendo.

Le notizie riguardanti la Brexit continuano a far ballare la sterlina, l’ultima è che il Consiglio europeo ha concesso sei mesi di estensione – flessibile – dell’articolo 50. E’ metà dell'estensione paventata in precedenza e la sterlina ne ha risentito. Sebbene l'incertezza si stia prolungando la flessibilità e la probabile strada verso una Brexit più morbida dovrebbero contribuire a sostenere GBP.

Wall Street ha chiuso la sessione di ieri leggermente in rialzo con l'S& P 500 +0,3% a 2888 punti, mentre I futures sono rimasti sostanzialmente piatti e ciò ha portato i listini asiatici a essere contrastanti (Nikkei +0,1%, Shanghai Composite -0,9%). La mattinata europea sta segnando un ritorno della propensione al rischio, l’azionario difatti è al rialzo sostenuto anche dalla spinta positive degli USA. Per quanto riguarda le materie prime, l'oro e l'argento sono restano in consolidamento mentre il petrolio sembra voler perdere terreno dai massimi di periodo.

Per quanto riguarda il calendario macro economico è una mattinata tranquilla, dovremo attendere le 14:30 per il PPI USA atteso stabile a +1,9% (+1,9% a febbraio). Le richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti dovrebbero salire a 211.000 (dai minimi storici di 202.000 la scorsa settimana). Varrà la pena ascoltare con molta attenzione le dichiarazioni di vari membri FED tra i quali Richard Clarida alle 15:30, John Williams alle 15:35, James Bullard e Michelle Bowman alle 22. Alle 23 dovrebbe parlare anche Powell.

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