Rassegna giornaliera sul mercato forex 18 settembre 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Per la seconda volta quest’anno, la Federal Reserve ha abbassato i tassi di interesse di 25 punti base, in un range tra l’ 1,75% e il 2%. Questa mossa ampiamente prevista non è riuscita a colpire il dollaro, che ha chiuso la seduta newyorkese in salita contro le altre principali valute. La decisione di oggi ha visto il parere contrario di due membri votanti del FOMC. Con la gran delusione di tutti, il Presidente Jerome Powell ha dato ben pochi indizi sull’andamento futuro della politica. Secondo la banca centrale, il mercato del lavoro e le spese delle famiglie sono stabili, la crescita occupazionale è solida e la crescita economica è moderata. Tuttavia, l’export ha subito un rallentamento ma né questo né e la debolezza generale sul piano internazionale sono bastati a convincere i membri del FOMC George e Rosengren a schierarsi a favore di un allentamento. Secondo il dot plot, i membri della Fed sono divisi sulla necessità di un ulteriore allentamento. Cinque membri non hanno sostenuto il taglio dei oggi, cinque hanno approvato il taglio ma non vedono la possibilità di un ulteriore allentamento per quest’anno, mentre sette membri hanno ritenuto sia possibile un ulteriore taglio. Questo clima giustifica il fatto che il Presidente Powell non si basi unicamente sui dati, ma decida il da farsi vertice per vertice. Ha dichiarato che se l’economia dovesse indebolirsi ulteriormente, “potrebbero servire ulteriori tagli”, ma per adesso i membri sono a favore di una politica stabile per il resto dell’anno. Anche i trader dei future dal canto loro si adeguano a queste aspettative e possiamo vederlo dal calo al 65%.
I riflettori resteranno accesi sulle banche centrali nelle prossime 24 ore, in attesa di altri tre annunci. Non si prevedono interventi dalla Banca del Giappone, dalla Banca Nazionale Svizzera e dalla Banca d’Inghilterra. La recente stabilità nei mercati finanziari allenterà un po’ la pressione sui policymaker. La Banca del Giappone è probabilmente la più vicina all’allentamento. A luglio, il Governatore Kuroda ha dichiarato di essere "più positivo" verso un ulteriore stimolo e che potrebbe considerare di portare i tassi di interesse in territorio ancora più negativo per supportare l’economia e i prezzi. Se questo atteggiamento dovesse essere confermato, potremmo vedere il cambio USD/JPY superare il livello di 109.
I tassi di interesse svizzeri sono tra i più bassi del mondo e le recenti decisioni della BCE aumentano la pressione verso un allentamento della banca centrale elvetica. Tuttavia, i flussi dei beni rifugio non sono aumentati dopo l’avvio del programma di stimolo della BCE e già questo dovrebbe bastare a spingere la Banca Nazionale Svizzera a lasciare i tassi al minimo storico. L’economia non è andata poi così male, le pressioni dell’inflazione sono aumentate e l’attività manifatturiera è salita ad agosto, mentre la crescita del PIL nel secondo trimestre ha visto un rallentamento inferiore alle attese. Dunque, sebbene la SNB abbia rivisto al ribasso le previsioni di inflazione e di crescita del PIL per il 2019, a meno che non ci sia uno shock per l’economia, la banca non sarà certo propensa ad agire.
La Banca d’Inghilterra si troverà in una posizione simile – finché la situazione della Brexit non sarà chiarita, la politica resterà invariata. A differenza della BoJ e della SNB, la BoE ritiene che se le proiezioni saranno rispettate la prossima mossa sarà un rialzo dei tassi. E mentre il tempo scorre velocemente, il Regno Unito potrebbe davvero essere destinato ad uscire dall’UE senza accordo, con il Presidente Juncker che ha dichiarato stamane “È rimasto davvero poco tempo … il rischio di un’uscita senza accordo è davvero reale”.
A luglio la BoE ha rivisto la ribasso le previsioni del PIL per il 2019 e il 2020 ed ha alzato le previsioni di inflazione. Le proiezioni non includevano la possibilità di un’uscita senza accordo e si basavano su un taglio dei tassi di 25 punti base per l’inizio del 2020. Secondo la banca centrale c’è molta incertezza e questo potrebbe dare origine a diversi possibili scenari, ma se le previsioni saranno rispettate e ci sarà una Brexit lineare e tranquilla, potrebbero rendersi necessari degli aumenti graduali dei tassi. Le dichiarazioni del Governatore Carney non sono state così positive – ha riconosciuto che è aumentato il rischio di un’uscita senza accordo, ha riconosciuto la volatilità delle condizioni finanziarie ed ha osservato che le tensioni commerciali hanno avuto un forte impatto sull’economia britannica. Di conseguenza, a suo avviso, la crescita è al di sotto del potenziale e gli investimenti potrebbero scendere ulteriormente nel terzo trimestre. Dal vertice di luglio, abbiamo assistito ad un peggioramento dell’economia britannica. Le vendite al dettaglio sono aumentate meno del previsto, l’attività manifatturiera si è contratta ad un ritmo più veloce. Tuttavia, gli stipendi e l’attività del settore dei servizi sono aumentati. In tutta probabilità, la decisione della BoE potrebbe non incidere minimamente sulla valuta.