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Dollaro su e giù, volatilità causata dalla Cina e dall'accordo NAFTA

Pubblicato 11.01.2018, 10:16
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

Sebbene l'attenzione degli investitori si sia concentrata principalmente sullo yen, il dollaro ha mostrato una forte volatilità nelle ultime 24 ore.

Le notizie giunte dalla Cina ci dicono che le autorità governative ridimensioneranno o addirittura bloccheranno l’acquisto di titoli di stato USA.

Ciò potrebbe accrescere le tensioni tra i due giganti economici del nostro Pianeta, in modo particolare potrebbero risentirne le relazioni commerciali sull'offerta di debito.

Tutto ciò ha innescato vendite di Dollaro, il che non deve stupirci se consideriamo che i rendimenti obbligazionari sono passati dal 2,55% di ieri al 2,53% di oggi.

A questo punto i tori del biglietto verde potrebbero trovare nuovi ostacoli, consideriamo che oltre un terzo delle riserve valutarie cinesi sono rappresentate da titoli del Tesoro USA (circa $ 1,2 trilioni) e con gli investitori che guardano già verso altre valute per diversificare il portafoglio (come l'euro o lo yen), il biglietto verde potrebbe subire ulteriori tensioni.

Tutto ciò ha avuto ripercussioni anche sui beni rifugio che certamente ne hanno beneficiato (soprattutto yen e Oro). Va detto che proprio stamattina alcune fonti avrebbero smentito le indiscrezioni precedenti. Ma ieri c’è stato anche un altro elemento che ha innescato volatilità: gli USA hanno deciso di uscire dall’accordo NAFTA, un qualcosa che, a detta degli analisti, potrebbe innescare una tempesta.

Wall Street chiudeva la sessione di ieri in territorio leggermente negativo con l’SP 500 -0,1% a 2748 punti, mentre i mercati asiatici hanno mostrato un andamento contrastante ( Nikkei -0,1%).

Gli europei sono in fase di consolidamento, mentre nel Forex come detto il dollaro sta cercando di recuperare terreno soprattutto contro lo Yen.

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Segnaliamo l’ottima performance dell'aussie, che dopo che le vendite al dettaglio ben superiori alle attese, ha ripreso a spingere al rialzo.

Anche il petrolio sta consolidando a ridosso dei nuovi massimi degli ultimi tre anni.

L'inflazione degli Stati Uniti sarà senz’altro l’appuntamento più atteso di oggi e dell’intera settimana, ma occhio anche ai verbali della BCE (ore 13:30).

Sarà interessante valutare le prospettive economiche e inflazionistiche dell’eurozona, quindi attenzione alla possibile volatilità sulla nostra valuta.

I dati sull’inflazione statunitense verranno pubblicati alle 14:30: l’IPP annuale dovrebbe scendere al 3,0% (dal + 3,1% ). Le richieste di disoccupazione settimanali dovrebbero migliorare leggermente, scendendo a 245.000 unità (da 250.000 la scorsa settimana).

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