Doordash (NYSE:DASH) si è dimostrato essere un enorme successo nel suo debutto in borsa mercoledì, quando le azioni della piattaforma di consegne alimentari sono schizzate alle stelle, dando prova della propensione degli investitori per i titoli tecnologici.
DoorDash, con sede a San Francisco, ha segnato un’impennata di ben il 92% nel suo primo giorno di scambi, chiudendo a 189,51 dollari ad azione dopo aver raccolto 3,37 miliardi di dollari nell’offerta pubblica iniziale. Il balzo del primo giorno, il terzo più grande quest’anno negli USA per una grande IPO, consente a DoorDash di avere una capitalizzazione di mercato da 60 miliardi di dollari ed un valore pienamente diluito di 71,3 miliardi di dollari. Ieri, il titolo ha chiuso a 186 dollari, con un crollo dell’1,85% sulla giornata.
Grafico DoorDash.
La forte impennata nel primo giorno di scambi dimostra che gli investitori si sentono a proprio agio nel possedere il titolo di una compagnia che si trova in un mercato difficile, in cui molte compagnie lottano per approfittare del boom, dovuto alla pandemia, della domanda di cibo consegnato a domicilio.
Malgrado queste sfide, il business model di DoorDash ha un appeal unico che è difficile da ignorare. Innanzitutto, il crescente programma di abbonamento, che dimostra la fedeltà dei suoi clienti ed il potenziale di vendite ricorrenti.
Il programma di abbonamento di DoorDash contava oltre un milione di utenti tra l’agosto 2018 e l’agosto 2019. Il numero ha superato i 5 milioni al 30 settembre 2020, secondo la documentazione dell’offerta pubblica iniziale di DoorDash.
Circa il 28% degli oltre 18 milioni di utenti di DoorDash sono ora considerati abbonati mensili, superando di gran lunga il milione di abbonati di Uber (NYSE:UBER) registrato alla fine del terzo trimestre, anche se la compagnia conta 78 milioni di utenti attivi mensilmente sulle piattaforme Rides e Eats. Laura Forman del Wall Street Journal ha scritto in un’analisi la scorsa settimana:
“Il fatto che DoorDash si sia concentrata subito sulla fedeltà dei clienti sembra aver giocato un ruolo chiave nella sua trasformazione da nuova arrivata nel mondo delle consegne a leader sul mercato statunitense. Così come il focalizzarsi sui mercati delle periferie, che si sono dimostrati essere una miniera d’oro durante la pandemia, con un aumento del valore degli ordini e meno costi operativi in molti casi. Ma la fedeltà dei clienti potrebbe diventare un fattore ancor più importante il prossimo anno, quando i consumatori cominceranno a tornare nei ristoranti”.
Il 50% della partecipazione di mercato
Il vantaggio del primo arrivato ha aiutato DoorDash a catturare il 50% del mercato delle consegne alimentari negli USA, superando di gran lunga i rivali, compresi UberEats, Grubhub (NYSE:GRUB) e Postmates, in base alla documentazione della compagnia.
Con meno del 6% dei residenti USA che al momento utilizzano il suo servizio, DoorDash afferma che la sua attività ha ancora molto spazio di crescita. I ricavi nei primi nove mesi dell’anno sono più che triplicati e le perdite nette si sono ridotte dall’anno scorso, con la pandemia che ha alimentato gli ordinativi.
Con la sua posizione di primo piano nelle consegne alimentari, DoorDash intende usare la sua piattaforma per offrire alla fine consegne su richiesta di qualsiasi tipo di prodotti.
Come spiega la compagnia stessa nel suo prospetto:
“Sebbene gli alimentari siano una categoria che ha ancora tanto spazio di crescita, crediamo che la rete che abbiamo costruito ci ponga in una buona posizione per realizzare la nostra idea di aiutare tutte le imprese locali a competere nell’economia della convenienza”.
Oltre a queste prospettive, tuttavia, DoorDash è un servizio che ha prosperato durante la pandemia. Gli investitori dovrebbero anche prendere in considerazione l’economia post-pandemia, che potrebbe ridurre considerevolmente la domanda di consegne di prodotti alimentari a domicilio. I maggiori protagonisti in questo contesto sono i proprietari dei ristoranti che, in alcuni casi, pagano fino al 30% dell’ordine in tariffe a DoorDash.
Allo stesso tempo, è quasi impossibile prevedere dal successo dell’IPO se una compagnia avrà successo sul lungo termine o lascerà i suoi investitori nei guai. Il passato ci insegna che il successo iniziale di una IPO non garantisce nulla sulla sopravvivenza a lungo termine della compagnia.
Un’analisi di Bloomberg sulle compagnie che hanno debuttato dalla crisi finanziaria e che sono schizzate di oltre il 100% nel primo giorno di trading, mostra che la maggior parte dei titoli azionari sono crollati rispetto all’impennata iniziale.
Morale della favola
Il balzo del 90% di DoorDash al suo debutto dimostra che gli investitori ripongono molta fiducia nel business model della compagnia. Per via di questa euforia a Wall Street, l’operatore di consegne a domicilio è riuscito ad accaparrarsi un’eccellente valutazione. Ma il momento immediatamente successivo ad un’impennata per l’IPO forse non è quello giusto per impegnarsi con una posizione a lungo termine. Aspettare nelle retrovie per un punto d’entrata migliore sarebbe una strategia più prudente a questo punto, secondo noi.