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Dove possono arrivare i prezzi del petrolio dopo i tagli dell’OPEC?

Pubblicato 05.04.2023, 13:04
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

I prezzi del petrolio sono in salita questo lunedì, dopo il taglio a sorpresa della produzione dell’OPEC e i suoi alleati, l’OPEC+.

Entrambi i benchmark petroliferi, il Brent e il WTI sono balzati del 6% in giornata dopo che l’organizzazione ha inaspettatamente annunciato tagli alla produzione volontari per 1,66 milioni di barili al giorno (bpd) da maggio fino alla fine del 2023.

La mossa ha sollevato le preoccupazioni degli economisti che hanno avvertito che i prezzi elevati del petrolio potrebbero rendere più difficile ridurre il costo della vita. Tuttavia, alcuni sostengono che i prezzi della benzina non dovrebbero aumentare in modo significativo, a meno che l’aumento del prezzo del petrolio non si protragga per un paio di giorni.

Fino a dove possono arrivare i prezzi del petrolio?

La Russia ha anche annunciato che estenderà il taglio della produzione di mezzo miliardo di bpd fino alla fine del 2023, pochi minuti dopo che i membri dell’OPEC+, tra cui Arabia Saudita, Kuwait, Oman, Iraq ed Emirati Arabi Uniti, hanno dichiarato di voler ridurre la produzione fino alla fine dell’anno. Anche la Russia fa parte dell’OPEC+, che comprende 13 membri OPEC e 11 non OPEC.

È la seconda volta che la Russia estende i limiti di produzione da quando li ha annunciati per la prima volta a febbraio. Il vice primo ministro Alexander Novak ha dichiarato il 10 febbraio che la Russia avrebbe ridotto la produzione di petrolio di 500.000 bpd a marzo, anche se poi ha annunciato che il taglio sarebbe continuato fino alla fine di giugno. Poche settimane prima, aveva dichiarato che la Russia si stava avvicinando al suo livello di produzione target di 9,5 miliardi di bpd.

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L’aumento dei prezzi fornirebbe probabilmente una spinta finanziaria a Mosca nella sua guerra contro l’Ucraina, il che potrebbe incrinare ulteriormente le relazioni tra Arabia Saudita e Stati Uniti.

Alcuni analisti e dirigenti del settore ritengono che i tagli dell’OPEC+ potrebbero stimolare la domanda di petrolio statunitense in Europa e in Asia e incoraggiare alcuni altri esportatori ad aumentare la produzione. Matt Hagerty, senior manager di BTU Analytics per i consulenti energetici, ritiene che le riduzioni della produzione da parte dei produttori di petrolio del Medio Oriente lascerebbero i mercati a corto di una media di 2,3 milioni di bpd nella seconda metà del 2023.

Jorge León, ricercatore di mercato presso Rystad Energy, ha affermato che i produttori statunitensi potrebbero iniettare altri 200.000 bpd entro la fine del 2023, aggiungendo che la nuova produzione verrebbe probabilmente esportata in Europa.

Secondo i dati governativi, gli esportatori statunitensi hanno prodotto circa 12,5 milioni di barili al giorno a gennaio, mentre la produzione nel più grande bacino di scisto del Paese dovrebbe aumentare di 400.000 bpd al giorno quest’anno, secondo le stime della società tecnologica Enverus. Questa cifra rappresenta circa la metà del livello pre-pandemia visto nel 2019.

Sulla scia dei tagli, la maggior parte degli analisti di Wall Street ha alzato le previsioni sul greggio Brent a circa 100 dollari al barile entro la fine del 2023. Il greggio Brent è una merce popolare nel mondo del trading dei future, dove le previsioni attuali influenzano i contratti future in cui gli operatori possono bloccare determinati prezzi. Gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato le previsioni sui prezzi del Brent a 95 dollari al barile entro la fine di quest’anno e a 100 dollari per il 2024.

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Fereidun Fesharaki, fondatore e presidente della società di consulenza FGE, ha fatto eco a queste previsioni, affermando che i prezzi “possono facilmente salire oltre i 100 dollari al barile”.

“I nostri bilanci previsionali mostrano una forte riduzione delle scorte fino alla fine del 2023”, ha aggiunto.

Rystad Energy ritiene che il Brent potrebbe salire fino a 110 dollari al barile quest’estate, citando la ristrettezza del mercato petrolifero in seguito alle restrizioni dell’OPEC+.

In sintesi

I prezzi del petrolio sono in rialzo questa settimana dopo che l’OPEC+ ha annunciato sorprendenti tagli alla produzione nel tentativo di evitare un ulteriore calo. Negli ultimi mesi il petrolio era sceso a causa dei timori di recessione. Tuttavia, l’ultima decisione dell’OPEC+ dovrebbe sostenere i prezzi, almeno nel breve termine.

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Shane Neagle è l’EIC di The Tokenist. Consulta la newsletter gratuita di The Tokenist, Five Minute Finance, per un’analisi settimanale delle principali tendenze nel campo della finanza e della tecnologia.

Ultimi commenti

Ormai è una guerra fra BCE eOPEC+
in fin dei conti si tratta di poco più del 1,5% dell' estrazione globale,che mediamente è di 103 mil.di barili al giorno. Non gran cosa se l' economia rallenta i non Opec producono un po di più.E poi si sa che i membri Opec sono indisciplinati,non si attengono mai agli impegni presi. Tanto rumore per nulla,tra ieri e oggi il Brent ha già perso più dell' 1%.
è segnato 60usd
Ma questo è del mestiere? Confonde milioni di barili con miliardi e sembra non capire quello che scrive… mah…
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