Forex News and Events
EUR destinato a calare
Il presidente della BCE ha adottato toni estremamente accomodanti (rubando la scena a Yellen) e ha indicato che ci sarà un intervento visto che l’inflazione continua a scendere. Ha ammesso che le previsioni sull’inflazione dell’Eurozona sono calate. Ha dichiarato che “il consiglio direttivo prenderà nota di questi sviluppi e, nell’ambito del suo mandato, utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio termine”. Gli sviluppi della scorsa settimana non hanno fatto che rafforzare la nostra opinione, ovvero che nel medio termine l’EUR continuerà a svalutarsi. Il ritmo della deflazione nell’Eurozona ha subito un’ulteriore accelerazione, nonostante la decisione radicale della BCE di applicare tassi d’interesse negativi. A luglio, l’inflazione primaria di Eurolandia è scesa allo 0,4% dallo 0,5%, rilevamento che prosegue il trend al ribasso in atto da ottobre 2011. Sul fronte della crescita, il PIL nel secondo trimestre non è cresciuto, attestandosi allo 0,0%. Le economie di Italia e Germania si sono contratte, quella francese si è attestata allo 0,0%. Per uno scherzo del destino, il motore della crescita europea è stato salvato dalle prestazioni della periferia (anche se le cifre sono distorte, vista l’estrema debolezza del primo trimestre). Gli indicatori predittivi non sono incoraggianti, il PMI composito dell’Eurozona a luglio è sceso da 55,7 a 52,8 punti. Pur rimanendo sopra la soglia dei 50 punti, le flessioni dei PMI nazionali indicano che è da mettere in conto ulteriore debolezza. Proseguendo questo circolo negativo, la crescita più debole non farà che aumentare il ritmo della deflazione. Durante la conferenza stampa di agosto, il presidente della BCE Draghi aveva detto chiaramente che la BCE è pronta a combattere la disinflazione facendo “tutto ciò che è necessario”. Secondo noi, i dati europei hanno superato la soglia. Dall’annuncio di misure di politica monetaria alla riunione di giugno, i venti contrari alla ripresa si sono rafforzati, come pure, tuttavia, la retorica per far aumentare l’inflazione. La BCE avrebbe bisogno di più tempo per valutare l’impatto delle misure già prese; un ulteriore ritardo renderebbe però probabilmente ancora più complicata la situazione. In passato Draghi ha fornito soluzioni puntuali, in grado di muovere il mercato e non crediamo che ci deluderà proprio adesso. Si discute ancora sulla natura esatta dell’intervento, ma senza dubbio l’impostazione accomodante della BCE aumenterà e sarà prolungata nel tempo. A nostro avviso, l’azione imminente della BCE garantirà la debolezza dell’EUR, soprattutto nei confronti di USD e GBP.
Baht tailandese
Il baht tailandese è in calo da quando il rally dell’USD ha iniziato a propagarsi verso le valute ad alto rendimento dei mercati emergenti. Inoltre, il baht non è stato aiutato dalle notizie interne, secondo cui l’assemblea legislativa nazionale ha nominato all’unanimità primo ministro il leader della giunta militare Prayuth Chan-Ocha. Nonostante questa battuta d’arresto per la democrazia, il governo militare ha fornito la stabilità necessaria e la domanda interna ha fatto registrare un forte rimbalzo, pari al 10,8% t/t. In Tailandia, il PIL del secondo trimestre è cresciuto dello 0,4% t/t, più dello 0,0% previsto dal mercato, andando a compensare parzialmente la contrazione del -0,5% del primo trimestre. Anche le esportazioni, dato incoraggiante, hanno fornito un contributo positivo alla crescita (grazie anche alla contrazione delle importazioni). C’è stata poi una ripresa degli investimenti e si è ristabilita la fiducia dei consumatori. Sebbene la domanda sia ancora molto lontana dai picchi del 2012, la soppressione delle proteste antigovernative ha permesso al commercio di ripartire. Secondo noi la produzione manifatturiera resterà debole, ma i progressi nel settore dei servizi dovrebbero permettere un’ulteriore accelerazione della ripresa. Nei prossimi mesi dovremmo assistere a un miglioramento del sentiment di imprese e consumatori e il redditizio turismo farà registrare un’accelerazione (soprattutto con l’abolizione del coprifuoco). Per il 2015 la Banca di Tailandia (BoT) prevede una crescita debole pari all’1,5% che, dopo il dato di ieri, è inferiore al 2,0% che noi riteniamo possibile. Infine, il Comitato di Politica Monetaria della BoT ha portato a termine il suo ciclo di allentamento, mantenendo i tassi di riacquisto al 2,00% rispetto al 3,50%. Il tono generale del comunicato di politica monetaria è stato neutrale: “L’attuale politica monetaria accomodante rimane appropriata per sostenere la ripresa economica”, essa rimarrà tale per sostenere il governo “nei suoi sforzi di riforma per far aumentare la crescita potenziale dell’economia”. Poiché la crescita è superiore a quella dei rivali regionali e la fiducia in un bilancio nazionale più forte attrae gli investitori, riteniamo che il baht tailandese (THB) continuerà a riprendersi.
The Risk Today
EUR/USD L’EUR/USD continua a scendere. I nuovi minimi segnati di recente confermano le persistenti pressioni a vendere. La struttura tecnica di breve termine rimane negativa finché i prezzi resteranno sotto la resistenza oraria a 1,3297 (massimo 22/08/2014). Un’altra resistenza giace a 1,3336 (minimo 12/08/2014). A più lungo termine, da maggio 2014 l’EUR/USD ha fatto segnare una successione di massimi e minimi più bassi. Il rischio al ribasso costituito da 1,3210 (secondo segmento al ribasso dopo il rimbalzo da 1,3503 a 1,3700) si è concretizzato. Viste le generali condizioni d’ipervenduto, monitorate il supporto chiave a 1,3105 (minimo 06/09/2013). Una resistenza chiave staziona a 1,3444 (massimo 28/07/2014).
GBP/USD La coppia GBP/USD rimane in un trend discendente finché i prezzi permarranno sotto la resistenza a 1,6739. Ciò nonostante, la vicinanza del supporto chiave a 1,6460 e la potenziale inversione rialzista infragiornaliera di oggi fanno aumentare le probabilità di un rimbalzo di breve termine. Le resistenze orarie stazionano a 1,6601 (massimo 21/08/2014) e 1,6679. In un’ottica a più lungo termine, la rottura del supporto chiave a 1,6693 (minimo 29/05/2014, si veda anche la media mobile a 200 giorni) annulla le prospettive positive generate dai precedenti massimi degli ultimi 4 anni. Tuttavia, la mancanza di un pattern d’inversione ribassista a medio termine e le condizioni d’ipervenduto di breve termine non suggeriscono una visione ribassista definitiva. Un supporto chiave staziona a 1,6460 (minimo 24/03/2014).
USD/JPY L’USD/JPY continua a salire, dopo aver violato la resistenza chiave a 104,13. I supporti orari adesso si trovano a 103,50 (minimo 22/08/2014) e a 102,91 (minimo infragiornaliero, si veda anche la linea di tendenza in ascesa). Si propende per un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). Una rottura al rialzo al di fuori della fase di consolidamento tra 100,76 (minimo 04/02/2014) e 103,02 favorisce una ripresa del trend rialzista di fondo. Si osservano forti resistenze a 105,44 (massimo 02/01/2014) e a 110,66 (massimo 15/08/2008).
USD/CHF L’USD/CHF ha superato la forte resistenza a 0,9156 (si veda anche il ritracciamento del 38,2%). Adesso i supporti stazionano a 0,9104 (minimo 22/08/2014) e 0,9059 (minimo 19/08/2014). In una prospettiva di più lungo termine, i recenti miglioramenti tecnici suggeriscono la fine dell’ampia fase correttiva iniziata a luglio 2012. Il potenziale rialzista di lungo termine suggerito dalla formazione a doppio minimo è 0,9207. Inoltre, la rottura della resistenza a 0,9037 suggerisce un secondo segmento in ascesa (simile a quello iniziato l'8 maggio) con un potenziale al rialzo pari a 0,9191. Monitorate il test della forte resistenza a 0,9156 (massimo 21/01/2014). Un’altra resistenza staziona a 0,9250 (massimo 07/11/2013).