La negatività si è impadronita dei principali mercati, spaventati dall'epidemia ormai internazionale del COVID-19. L'enorme pressione di vendita degli asset più rischiosi ha portato i rendimenti obbligazionari verso minimi record e Wall Street alla più grande perdita giornaliera degli ultimi due anni. Il livello chiave da tenere d'occhio sui rendimenti decennali USA è l'1,32%, ovvero il minimo storico di luglio 2016. Se tale livello venisse violato rappresenterebbe un bruttissimo segnale.
Gli operatori temono evidentemente ripercussioni sostanziali sulla crescita globale e sull'inflazione, per cui si aspettano risposte accomodanti da parte delle principali banche centrali. Inevitabilmente i livelli di volatilità sono aumentati notevolmente (VIX ai massimi degli ultimi 14 mesi). Nel corso della notte c'è stato un tentativo di rimbalzo, ma con l'apertura della sessione europea è tornato prepotentemente il risk-off. Per ora non c'è nulla che faccia presagire un cambio di tendenza nell'immediato, quindi sarà necessario attendere probabilmente le mosse delle banche centrali per vedere qualcosa di realmente interessante in termini di rischio.
Sul fronte macro economico, detto che il PIL tedesco è sceso più del previsto sulla proiezione annuale, l'attesa è tutta rivolta alla fiducia dei consumatori USA. Dato che dovrebbe rimanere forte, a 132,0 nel mese di febbraio (rispetto ai 131,6 di gennaio).
Per concludere occhio alle parole del vicepresidente FED Richard Clarida (membro del consiglio di amministrazione e votante) alle ore 21. Potrebbe introdurre un cambiamento di tono in vista del prossimo meeting? Vedremo.