Oggi sarà un giorno molto importante per i mercati. La Fed, salvo sorprese, effettuerà il primo taglio dei tassi d’interesse dopo un periodo di politica monetaria restrittiva molto lungo.
Ad oggi le probabilità, sono a favore di un taglio da 50 punti base (vedi sotto), dato al 64%. Ma davvero siamo tutti così convinti che questo sarà positivo per il mercato in generale?
Se guardiamo alla storia, no. Nel grafico sotto, possiamo notare le performance del mercato azionario americano (S&P 500) a distanza di 12 mesi dal primo taglio dei tassi e…sorpresa!
Paradossalmente, un taglio da 0.50 ha statisticamente portato a periodi di mercato più deboli e negativi rispetto ad un taglio iniziale da 0.25. C’è ovviamente una ragione in tutto questo…
Per come la vedo io, un taglio da 0.50 punti oggi non sarebbe necessario, a meno che…la Fed non pensi che da qui ai prossimi mesi le prospettive possano essere negative, per l’economia, le imprese, i consumatori. Ecco però che come sempre, visto che i mercati anticipano, e prezzano subito nuovi elementi, questo potrebbe far preoccupare più di qualcuno, con una conseguente caduta dei prezzi. Infatti, un passaggio da una Fed molto dura ad una Fed molto morbida, sarebbe una sorpresa, e le sorprese ai mercati non piacciono.
Se per l’azionario abbiamo appena visto la storia cosa dice, facciamo adesso un passaggio anche sulla parte obbligazionaria. Anche qui il pensiero della maggior parte degli investitori (sbagliato secondo me) è il seguente: “la Fed taglia i tassi, meglio se da 0.50, così i rendimenti delle obbligazioni scendono, i prezzi salgono, ed io, allungando la duration, guadagno di più”.
Domanda (da scettico quale sono sempre a seguire la massa): e se tutto questo già fosse prezzato nei rendimenti attuali? Effettivamente, nelle ultime settimane abbiamo già assistito ad un abbassamento importante dei rendimenti, pensiamo ai titoli di Stato USA. Inoltre, la curva si è normalizzata (i rendimenti a 10 anni rendono più di quelli a 2), e rimane una domanda chiave a cui non possiamo rispondere: l’inflazione davvero è vinta? O ci saranno ancora delle fiammate grandi o piccole?
Perché anche qui, il rischio è quello di allungare la duration nel momento sbagliato, avendo l’effetto contrario di ciò che si sperava, e quindi perdite notevoli sulla parte obbligazionaria.
Perciò, dal lato mio, avendo già accumulato prima obbligazionario, adesso non sarei dell’idea di tornarci, se non mantenendo le posizioni attuali (qualcosa ho venduto con ottimi guadagni) e se non con duration a medio termine massimo (entro i 7-8 anni). Nella peggiore delle ipotesi infatti, dovrei solo ragionare per portare a scadenza i titoli, e con questa logica, sarei tutelato anche in caso di scenari negativi.
Qualora invece le cose andassero bene per metà (azionario giù e obbligazionario su), potrei sempre vendere la parte bond e riposizionarmi sull’equity con valutazioni decisamente più convenienti, e rendimenti attesi futuri più alti.
Lato azioni infatti, quotazioni migliori sarebbero le benvenute (oggi il mercato è un 10-15% sopravvalutato per la parte USA), e come spiego spesso nel mio canale Telegram Colazione a WS, che occorre prima di tutto conoscere cosa stiamo comprando, ed avere una strategia ben definita PRIMA di mettere anche solo 1 Euro sui mercati.
E visto che fare stock picking non è facile, vi lascio qui sotto il nostro ultimo video dove indico 3 elementi chiave da cui parto sempre nel processo di screening. Dovete sapere infatti che la cosa più importante spesso non è scegliere i vincitori, ma evitare i perdenti.
Alla prossima!
"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".
Ad oggi le probabilità, sono a favore di un taglio da 50 punti base (vedi sotto), dato al 64%. Ma davvero siamo tutti così convinti che questo sarà positivo per il mercato in generale?
Se guardiamo alla storia, no. Nel grafico sotto, possiamo notare le performance del mercato azionario americano (S&P 500) a distanza di 12 mesi dal primo taglio dei tassi e…sorpresa!
Paradossalmente, un taglio da 0.50 ha statisticamente portato a periodi di mercato più deboli e negativi rispetto ad un taglio iniziale da 0.25. C’è ovviamente una ragione in tutto questo…
Per come la vedo io, un taglio da 0.50 punti oggi non sarebbe necessario, a meno che…la Fed non pensi che da qui ai prossimi mesi le prospettive possano essere negative, per l’economia, le imprese, i consumatori. Ecco però che come sempre, visto che i mercati anticipano, e prezzano subito nuovi elementi, questo potrebbe far preoccupare più di qualcuno, con una conseguente caduta dei prezzi. Infatti, un passaggio da una Fed molto dura ad una Fed molto morbida, sarebbe una sorpresa, e le sorprese ai mercati non piacciono.
ASSET CLASS
Se per l’azionario abbiamo appena visto la storia cosa dice, facciamo adesso un passaggio anche sulla parte obbligazionaria. Anche qui il pensiero della maggior parte degli investitori (sbagliato secondo me) è il seguente: “la Fed taglia i tassi, meglio se da 0.50, così i rendimenti delle obbligazioni scendono, i prezzi salgono, ed io, allungando la duration, guadagno di più”.
Domanda (da scettico quale sono sempre a seguire la massa): e se tutto questo già fosse prezzato nei rendimenti attuali? Effettivamente, nelle ultime settimane abbiamo già assistito ad un abbassamento importante dei rendimenti, pensiamo ai titoli di Stato USA. Inoltre, la curva si è normalizzata (i rendimenti a 10 anni rendono più di quelli a 2), e rimane una domanda chiave a cui non possiamo rispondere: l’inflazione davvero è vinta? O ci saranno ancora delle fiammate grandi o piccole?
Perché anche qui, il rischio è quello di allungare la duration nel momento sbagliato, avendo l’effetto contrario di ciò che si sperava, e quindi perdite notevoli sulla parte obbligazionaria.
Perciò, dal lato mio, avendo già accumulato prima obbligazionario, adesso non sarei dell’idea di tornarci, se non mantenendo le posizioni attuali (qualcosa ho venduto con ottimi guadagni) e se non con duration a medio termine massimo (entro i 7-8 anni). Nella peggiore delle ipotesi infatti, dovrei solo ragionare per portare a scadenza i titoli, e con questa logica, sarei tutelato anche in caso di scenari negativi.
Qualora invece le cose andassero bene per metà (azionario giù e obbligazionario su), potrei sempre vendere la parte bond e riposizionarmi sull’equity con valutazioni decisamente più convenienti, e rendimenti attesi futuri più alti.
Lato azioni infatti, quotazioni migliori sarebbero le benvenute (oggi il mercato è un 10-15% sopravvalutato per la parte USA), e come spiego spesso nel mio canale Telegram Colazione a WS, che occorre prima di tutto conoscere cosa stiamo comprando, ed avere una strategia ben definita PRIMA di mettere anche solo 1 Euro sui mercati.
E visto che fare stock picking non è facile, vi lascio qui sotto il nostro ultimo video dove indico 3 elementi chiave da cui parto sempre nel processo di screening. Dovete sapere infatti che la cosa più importante spesso non è scegliere i vincitori, ma evitare i perdenti.
Alla prossima!
"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".