di Chaim Siegel di Elazar Advisors, LLC
La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 2.03.2017
I mercati azionari globali - tra cui Nikkei 225, FTSE 100 e DAX, seguiti dal Dow Jones che ieri ha aperto sopra i 21.000 punti e dall’S&P 500 ai nuovi massimi storici - hanno tutti registrato un rally martedì, dopo il discorso alla nazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’SPDR S&P 500 ETF è salito di quasi il 13% dalle elezioni.
Esperti ed analisti continuano ad attribuire al Presidente USA questo sentimento così positivo. Qual è il segreto di Trump? È la sua posizione così spiccatamente a favore delle imprese, o è qualcosa di totalmente diverso? A nostro avviso, l’andamento dei mercati potrebbe migliorare ancora di più con o senza i programmi del Presidente.
I mercati hanno segnato fortissimi rialzi a partire dal giorno seguente alle elezioni presidenziali.
I mercati global hanno registrato un altro balzo mercoledì, dopo il discorso davanti al Congresso.
Cos’è che condiziona i mercati? Secondo alcuni Trump, secondo altri no.
L’agenda del Presidente Trump, rivolta soprattutto alle imprese, è sicuramente un fattore che spinge il rialzo dei mercati. Investimenti in infrastrutture, tagli alle tasse e deregulation sono tutti fattori che piacciono ai mercati. Ma esistono anche dei rischi per i mercati legati a Trump, come la posizione duramente conservatrice sugli scambi commerciali o il riaffacciarsi delle polemiche sulla Cina e la manipolazione della valuta, sebbene nessuno di questi temi caldi sia stato citato durante il discorso di martedì.
E dato che nessuna proposta o riforma presente nelle sua agente è stata ancora approvata dal Congresso - nessuna riforma fiscale, nessun aumento della spesa pubblica - la causa del rimbalzo a cui assistiamo non può essere soltanto l’atteggiamento di Trump.
Senza alcun dubbio, l’eventuale approvazione dal parte del Congresso sarà un nuovo catalizzatore dei mercati. Tuttavia, ancora non è nemmeno certo se il Presidente riuscirà a ricevere il consenso necessario per far approvare la sua agenda.
Il suo consigliere Steve Bannon avrebbe detto:
“Stiamo solo cercando di buttarla lì e vedere se attacca”.
Sia Trump che Bannon sanno che potrebbero non ricevere l’approvazione per tutti i programmi che hanno in mente. E anche i mercati devono saperlo.
Bannon ha detto inoltre:
“Sono la persona che sta spingendo un piano di investimenti in infrastrutture da mille miliardi di dollari”.
Se “la persona che sta spingendo” l’agenda sa che alcune delle riforme a favore delle imprese potrebbero non “attaccare”, i mercati devono preparasi a scommettere sulla possibilità che “non attacchino”.
La Presidente della Fed Janet Yellen ha espresso la sua perplessità su cosa “attaccherà” e su cosa no. A metà gennaio ha dichiarato:
“Infine, vorrei menzionare la possibilità che le riforme fiscali abbiano ripercussioni sulle previsioni e sulle politiche economiche. Tuttavia, attualmente, la portata, la tempistica e i dettagli di questi cambiamenti restano incerti.”
Dunque, persino il vertice della Banca Centrale Statunitense non sa cosa “attaccherà”. In più è proprio la persona che sta spingendo le riforme ad ammettere di non sapere cosa “attaccherà”.
I mercati di sicuro non lo sanno cosa “attaccherà”. Ma continuano a salire lo stesso.
I mercati non hanno bisogno che l’agenda “attacchi”. I mercati vogliono salire e basta.
Dopo anni di movimenti contenuti, i mercati sono letteralmente esplosi dopo le elezioni.
Adesso, lasciandoci le elezioni alle spalle, i mercati possono concentrarsi nuovamente sui dati relativi agli investimenti. Alcuni di questi fattori - tassi di interesse storicamente bassi, crescita economica globale, banche centrali “al rallentatore” - funzionano, sia che le riforme di Trump 'attacchino' o no.
Principali market driver sia che le riforme di Trump 'attacchino' o no
Tassi di interesse storicamente bassi
Fonte: Fed di St. Louis
I tassi sono vicini al minimo di 50 anni. I rendimenti minimi incoraggiano gli investitori ad investire nella crescita. E questo è un fattore che spinge i titoli azionari.
Fonte: TradingEconomics
Il PIL USA è in salita dal 2°trim 2016.
Il PIL cinese ha smesso di scendere e ha ripreso a salire. I tassi bassi stanno facendo accelerare la crescita globale.
Anche il PIL del Giappone sta invertendo la rotta.
In una visione d’insieme, il PIL sta salendo su scala globale. I tassi bassi e la ripresa della crescita economica crescita restano i principali market driver, anche se le riforme di Trump non dovessero “attaccare”.
Banche centrali “al rallentatore”
Mentre la crescita sale e i tassi restano bassi, l’inflazione registra un’impennata. Le banche centrali di tutto il mondo si muovono al rallentatore quando si tratta di alzare i tassi a breve termine o vendere bond. Finché agiranno “al rallenty” i mercati hanno una ragione in più per continuare a salire.
Yellen, Presidente della Fed:
“Trovo sia prudente un adeguamento graduale nel tempo della politica monetaria”.
È ovvio che non ha fretta.
Il Presidente della BCE Mario Draghi sta porterà Avanti il programma di acquisti nel corso. E questo è tutt’altro che inasprire la politica.
Il Governatore della BOJ Haruhiko Kuroda conferma di non avere intenzione di portare i tassi ulteriormente in territorio negativo. Anche questo è diverso da inasprire la politica.
Finché i leader delle tre principali banche centrali non avranno fretta di alzare i tassi, i mercati avranno spazio di manovra per continuare a salire.
Conclusioni
Il Presidente Trump vedrà l’approvazione al Congresso delle riforme a sostegno delle imprese? Non si sa.
Alcune delle riforme proposte “attaccheranno”, altre no. I mercati devono saperlo. Ma I mercati potrebbero continuare a salire nel breve e nel lungo termine, finché la situazione attuale crescita/tassi bassi continuerà.
Infine, i mercati potrebbero non dare tutto questo peso ai tweet presidenziali come invece si crede.
Gli investitori vedono tassi bassi, crescita in ripresa e banche centrali che tengono appositamente i tassi bassi e le politiche monetarie allentate.
Questa è la vera ricetta di un mercato rialzista, anche se nemmeno una delle riforme promesse da Trump dovesse davvero “attaccare”.