Ieri, intorno alle 18:00 GMT, c’è stato un crollo improvviso del prezzo di Bitcoin, dopo che Mike Belshe, amministratore delegato di BitGo, ha diffuso una nota in cui spiega le ragioni per cui non supporteranno il fork Segwit2x.
La nota è stata firmata anche da Wences Casares (CEO Xapo), Jihan Wu (Bitmain), Jeff Garzik (Bloq), Peter Smith (CEO Blockchain) ed Erik Voorhees (CEO Shapeshift).
Nella nota si spiega che lo scopo iniziale di SegWit2X era migliorare la scalabilità di Bitcoin, ma anche ridurre le commissioni, che sono piuttosto elevate.
Secondo Belshe, però, si dovrebbe procedere tenendo unita la community, cosa impossibile con un supporto pari solo al 30% dei miners.
Belsh si rammarica di non “essere riusciti, fino a questo momento, a creare il consenso sufficiente per un aggiornamento pulito della dimensione dei blocchi”.
Dopo la pubblicazione della nota, il prezzo di Bitcoin (BitfinexUSD) si è impennato a $7.900 per poi scendere fino a un minimo di $6.978 su alcune piattaforme di cambio (movimento del 13% in meno di 2 ore).
Ieri sera il prezzo si è stabilizzato intorno a $7.300. Ma giovedì mattina Bitcoin è stato oggetto di rinnovate pressioni a vendere, perché gli investitori continuano a scontare il fork.
Vale inoltre la pena ricordare che circolavano voci secondo cui un piccolo gruppo di miner (che rappresenta solo il 30% del potere di hash, ovvero di potenza di elaborazione) procederà con il fork.
Gli investitori non sembrano crederci, infatti il prezzo di BTC è tornato a scendere.
Sul fronte delle notizie positive, le valute alternative hanno compiuto un rally marcato perché gli investitori hanno venduto BTC, ridistribuendo il loro portafoglio.