I verbali della Fed non hanno fornito particolari sulla tempistica e sul ritmo del processo di normalizzazione. Nei verbali si legge che la normalizzazione dovrebbe iniziare quando l’inflazione di fondo si avvicinerà all’obiettivo della Fed e il mercato occupazionale mostrerà un ulteriore miglioramento. La flessione dei prezzi del petrolio è stata indicata come elemento favorevole per l’attività economica. I rendimenti dei decennali USA si sono leggermente ripresi, pur rimanendo sotto il 2%. L’indice DXY consolida i guadagni. Inoltre, come emerge dal rapporto ADP di ieri, a dicembre l’economia USA ha creato 241.000 nuovi posti di lavoro privati (rispetto ai 225K previsti), il rilevamento del mese scorso è stato rivisto al rialzo, da 208 a 227 mila unità. Il biglietto verde si è rafforzato ulteriormente a New York. Il sentiment globale rimane positivo per l’USD, in vista del dato NFP e del tasso di disoccupazione che saranno pubblicati venerdì negli USA.
Dopo i verbali del FOMC, l’EUR/USD testa il supporto a 1,18. Il rapido deterioramento degli ordinativi alle fabbriche tedesche (-2,4% su base mensile a novembre rispetto al +2,5% di un mese fa) ha fatto scendere l’EUR/USD a 1,1804 all’apertura dei mercati europei. Il sentiment intorno all’EUR/USD rimane decisamente negativo, nonostante le condizioni d’ipervenduto (RSI al 21%, banda di Bollinger a 30 giorni a 1,1854). Discrete offerte per le opzioni attendono di essere attivate sotto 1,1800. L’EUR/GBP è stato quotato nella stretta fascia compresa fra 0,78301 e 0,78400. Il MACD è entrato in area rialzista, anche si osserva una forte resistenza fra 0,78508 e 0,78937 (area che include le medie mobili a 20, 50 e 100 giorni).
La base minima dell’EUR/CHF a 1,20 è di nuovo in pericolo. Poiché la BNS sembra aver assunto un profilo aggressivo, come confermano i tassi negativi e l’aumento significativo delle riserve in valuta straniera nel mese di dicembre, ci prepariamo a un nuovo intervento a sorpresa, se aumenteranno le pressioni sulla soglia a 1,20. Sui mercati delle opzioni osserviamo maggiore attività a favore del lato put; le inversioni di rischio a un mese diventano negative. Ci sono discrete barriere per le opzioni a 1,21, eventuali interventi dovrebbero quindi innescare un rialzo limitato.
Come previsto, a novembre la bilancia commerciale canadese è diventata negativa (-0,64 milioni CAD), dopo quattro mesi consecutivi di cali nel prezzo del petrolio, superando anche la previsione del mercato (-0,20 CAD). Dopo la pubblicazione dei dati, l’USD/CAD è salito a 1,1897. Il giudizio rimane positivo, sebbene la correzione nei prezzi del petrolio (il greggio WTI è risalito sopra 48 USD) dovrebbe permettere di riprendere fiato. Ci sono ordini per le opzioni favorevoli sopra 1,18/1,17.
Oggi la BoE renderà nota la sua decisione; la banca centrale dovrebbe mantenere invariato il tasso di riferimento al minimo storico dello 0,50% e l’obiettivo per gli acquisti di asset stabile a 375 mld di sterline. A New York, la coppia GBP/USD ha infranto la base del canale di trend ribassista in atto da dicembre e si è consolidata sotto questo livello in Asia. L’RSI a 30 giorni indica una sterlina marcatamente ipervenduta nei confronti dell’USD, la banda di Bollinger inferiore è stata lasciata alle spalle e quindi si profila una correzione sotto il livello psicologico a 1,50.
A seguire il calendario economico della giornata: ordinativi alle fabbriche m/m e a/a di novembre in Germania; crescita dell’indicatore sul credito a/a, produzione industriale e manifatturiera m/m e a/a di novembre in Norvegia; IPP e vendite al dettaglio m/m e a/a di novembre, clima di fiducia di imprese, servizi, industria, economia e consumatori di dicembre nell’Eurozona; indice sui prezzi delle nuove abitazioni m/m e a/a di novembre in Canada; richieste iniziali e continue di sussidi di disoccupazione aggiornate rispettivamente al 3 gennaio e al 27 dicembre e credito al consumo di novembre negli Stati Uniti.