Ogni mattina che un trader accende il monitor in trading room è conscio che da un’altra parte del mondo ci sarà un operatore, o più di uno, che farà la medesima operazione ma di segno e quantità opposte: il mercato finanziario, in teoria, è un sistema chiuso a somma zero. Ma è così? No, c’è un fattore esogeno fondamentale da considerare: la liquidità che viene dall’esterno, quella delle Banche Centrali e dei QE, per intenderci. La direzione predominante della massa della liquidità è ciò che guida i prezzi e quindi le tendenze dei mercati al rialzo o al ribasso. Il valore di uno strumento è dato dall’incontro tra domanda ed offerta e dalla maggiore forza delle liquidità di una rispetto all’altra. Oggi, con questa incredibile massa monetaria in circolazione, investire è più pericoloso. Perché?
1) I QE hanno permesso alle banche di pulire i bilanci comprando titoli di stato e, così facendo, hanno portato i rendimenti ad essere addirittura negativi con il rischio di una trappola della liquidità globale. Investire in cash o bond ad alto rating non conviene, gli high yield mettono ancora paura
2) Azionario? Usa e Dax erano sui massimi quest’estate, Cina e Paesi Emergenti in ritirata…buy Italia? Il problema è che, con liquidità e bond a rendimenti zero, si è spinti a rischiare di più per ottenere una piccola quantità di rendimento aggiuntivo, questo ha spinto alcuni mercati azionari su nuovi massimi
3) Materie prime. L’economia mondiale cresce meno che in passato e quindi inflazione e Pil non riescono a ripartire dopo l’ultima crisi del 2008; se l’economia globale è in difficoltà allora non c’è domanda di beni e quindi domanda di materie prime (argento, oro, palladio…) per produrre tali beni. Se c’è crisi dei consumi in caduta libera anche il petrolio e le altre materie prime si deprezzano (alimentari in generale). Quando ripartiranno le materie prime? Solo grazie a eventi esogeni come una guerra che coinvolga alcuni paesi Opec oppure con il rialzo dei tassi di interesse americani. Eventi che sembrano sempre più probabili ma anche sempre rinviati.
4) Immobili. Un settore troppo a “macchia di leopardo” (vedi UK e Svezia rispetto a resto della zona euro) che ha risentito positivamente dei tassi bassi e della crisi del settore ma è come un aereo in fase di “rullaggio” su una lunghissima pista di decollo, è stato toccato il fondo ma la vera ripartenza sembra lontana.
Rendimenti negativi e alti rischi da mettere in conto per un eventuale rendimento obiettivo “congruo” hanno paralizzato l’investitore che si lecca ancora le ferite dell’ultima crisi; quanta liquidità è ancora parcheggiata sui conti correnti? Quanta altra liquidità arriverà dalla BCE? Sembra che i soldi andranno ancora su asset rischiosi quali l’azionario ancora nel 2016. Ci sarà una nuova bolla nel 2017 questa volta monetaria e non finanziaria? Difficile dirlo, ma la trappola della liquidità sta soffocando piano piano l’economia mondiale, ci vorrebbe uno shock positivo nel 2016. Concludendo: ad alti rendimenti generalmente corrispondono alti rischi, l’assioma oggi invece “a rendimenti negativi si cercano alternative con rischi esponenziali”, il cigno nero arriva all’improvviso, ma sempre più spesso!