Focus sull’euro il day-after la conferenza stampa di Mario Draghi. Dopo aver aggiornato il livello maggiore da due anni e mezzo a 1,39929 (ottobre 2011), attualmente l’incrocio tra la moneta unica e il biglietto verde passa di mano a 1,3843. Per l’EUR/USD il primo supporto è fissato a 1,3775 usd e un’eventuale rottura potrebbe esporre l’incrocio a una discesa fino a 1,3673.
Draghi ha scelto di prendere tempo in attesa degli aggiornamenti relativi il futuro andamento dei prezzi e l’attesa di nuove misure espansive, taglio del costo del denaro su tutte, potrebbe ridurre l’appeal della moneta unica. “I nostri economisti –si legge in un report diffuso oggi dagli analisti di Bnp Paribas- si attendono che il dato relativo l’inflazione di maggio, che sarà diffuso il prossimo 3 giugno, mostrerà un ritorno dell’inflazione allo 0,5%”. Per l’istituto francese “si tratta di un livello che potrebbe innescare un taglio del costo del denaro due giorni dopo”.
“Fino a che la banca centrale non porterà il costo del denaro in territorio negativo, la moneta unica continuerà ad essere sostenuta dal flusso di capitali positivo”, rileva Manuel Oliveri, strategist valutario del Credit Agricole. Oliveri stima che fino a che l’euro non supererà in maniera decisa gli 1,4 dollari, “è improbabile che la Bce prenda in considerazione misure così aggressive”.
Moneta unica debole anche nel cambio con la divisa nipponica (140,5, supporto a 140,07) e in quello con la sterlina (0,8170, supporto di lungo periodo a 0,8157). Contrazione più consistente nell’incrocio con il dollaro australiano che dopo la rottura di 1,4824 passa di mano a 1,4741 e punta gli 1,4652 aud. Se dovesse cedere anche questo livello, “lo spazio di discesa è piuttosto ampio”, evidenzia Vincenzo Longo di IG. “Il cross potrebbe arrivare sino a 1,42-1,4150, bottom di ottobre e novembre dello scorso anno”.
Situazione simile nel caso dell’EUR/CAD che, rotto il sostegno a 1,5, arretra a 1,4945. Nel corso del pomeriggio riflettori puntati sul dato relativo le payrolls canadesi ad aprile (consenso +12,8 mila, da 42,9 mila) e il tasso di disoccupazione (stimato stabile al 6,9%).
Euro sotto i riflettori, l’apertura di Draghi apre nuovi scenari
Focus sull’euro il day-after la conferenza stampa di Mario Draghi. Dopo aver aggiornato il livello maggiore da due anni e mezzo a 1,39929 (ottobre 2011), attualmente l’incrocio tra la moneta unica e il biglietto verde passa di mano a 1,3843. Per l’eur/usd il primo supporto è fissato a 1,3775 usd e un’eventuale rottura potrebbe esporre l’incrocio a una discesa fino a 1,3673.
Draghi ha scelto di prendere tempo in attesa degli aggiornamenti relativi il futuro andamento dei prezzi e l’attesa di nuove misure espansive, taglio del costo del denaro su tutte, potrebbe ridurre l’appeal della moneta unica. “I nostri economisti –si legge in un report diffuso oggi dagli analisti di Bnp Paribas- si attendono che il dato relativo l’inflazione di maggio, che sarà diffuso il prossimo 3 giugno, mostrerà un ritorno dell’inflazione allo 0,5%”. Per l’istituto francese “si tratta di un livello che potrebbe innescare un taglio del costo del denaro due giorni dopo”.
“Fino a che la banca centrale non porterà il costo del denaro in territorio negativo, la moneta unica continuerà ad essere sostenuta dal flusso di capitali positivo”, rileva Manuel Oliveri, strategist valutario del Credit Agricole. Oliveri stima che fino a che l’euro non supererà in maniera decisa gli 1,4 dollari, “è improbabile che la Bce prenda in considerazione misure così aggressive”.
Moneta unica debole anche nel cambio con la divisa nipponica (140,5, supporto a 140,07) e in quello con la sterlina (0,8170, supporto di lungo periodo a 0,8157). Contrazione più consistente nell’incrocio con il dollaro australiano che dopo la rottura di 1,4824 passa di mano a 1,4741 e punta gli 1,4652 aud. Se dovesse cedere anche questo livello, “lo spazio di discesa è piuttosto ampio”, evidenzia Vincenzo Longo di IG. “Il cross potrebbe arrivare sino a 1,42-1,4150, bottom di ottobre e novembre dello scorso anno”.
Situazione simile nel caso dell’eur/cad che, rotto il sostegno a 1,5, arretra a 1,4945. Nel corso del pomeriggio riflettori puntati sul dato relativo le payrolls canadesi ad aprile (consenso +12,8 mila, da 42,9 mila) e il tasso di disoccupazione (stimato stabile al 6,9%).