Nemmeno la vittoria di Tiger Woods ad Augusta ha contribuito a calmare l’inquietudine sui mercati azionari. L’indice DJIA è sceso dello 0,1%, a 26.385 punti, anche l’S&P 500 ha ceduto lo 0,1%, calando a 2.906 punti. Il settore finanziario ha trainato la modesta flessione, perché Goldman Sachs e Citigroup hanno presentato risultati trimestrali contrastanti. Anche il miglioramento dei dati sulle esportazioni cinesi e sull’attività manifatturiera negli USA ha generato poco entusiasmo. Nel T1 Goldman Sachs ha registrato utili per azione pari a $5,71, più dei $4,89 previsti, con ricavi in calo del 13% a/a, pari a $8,8 miliardi, a fronte degli $8,9 miliardi previsti. GS si è detta soddisfatta della performance nel T1, considerando il debole avvio delle contrattazioni nel 2019.
L’indice VIX è sceso a 12,20 e la volatilità sul forex è diminuita ancora, solo i mercati emergenti forniscono qualche spunto. In un contesto caratterizzato da poche novità e volatilità inesistente, l’USD continua a dominare su euro e CHF, perché i rendimenti negativi pesano sulle transazioni direzionali. Le voci sulle elezioni UE e sulle minacce per l’UE (Spagna, elezioni, ecc.) stanno passando in secondo piano e i mercati sono concentrati sulle decisioni di politica monetaria della BCE. Questo è il tema globale che influisce sui prezzi degli asset.
Passata la paura per la normalizzazione (i mercati ora mettono in conto tagli del tasso dalla Fed e dalla BCE), la politica monetaria accomodante sosterrà la propensione al rischio. I trader dovrebbero evitare un riprezzamento ciclico sulla base delle ultime notizie, e concentrarsi sulle azioni strutturali delle banche centrali. Un esempio a riguardo è il comunicato stampa meno accomodante dopo la riunione di politica monetaria sul T1 della PBoC. Seguendo questo ragionamento, propendiamo per ricaricare rischi sui cali.