Il dollaro USA continua a perdere colpi, l'indice del dollaro è sceso dello 0,26% in area supporto a 90,50. Ipotizzando che il FOMC non cambi più di tanto le carte in tavola, potremmo assistere a ulteriori perdite e l'obbiettivo a quel punto sarebbe la zona di 90,00. Molto se non tutto, ovviamente, dipenderebbe dalla FED a questo punto.
Gran parte della debolezza del dollaro è stata guidata dalla sterlina, sebbene le altre principali valute registrino guadagni suppur meno importanti rispetto al biglietto verde. La sterlina è salita dell'1,0% arrivando a 1,3450 sulla base dei negoziati commerciali riguardanti la Brexit. Nonostante il rumore e la persistente tendenza rialzista, tradare in un range 1,3200/1,3500 sembra ancora la strategia più sensata fino a quando non emergerà qualcosa di concreto dai colloqui.
Sul fronte delle valute asiatiche, seppur con meno vigore, l'apprezzamento sul dollaro USA è costante. Interessante seguire l'andamento anche del cambio USD/CNY perché una chiusura settimanale inferiore a 6,5200 segnalerebbe un'altra ondata di acquisti sullo yuan supportata da un impressionante vantaggio di rendimento rispetto alle valute del G-10.
I dollari australiani e neozelandesi sono saliti quasi ai massimi di dicembre. In qualità di proxy per la ripresa globale, entrambi sembrano raccogliere forza in vista di una ripresa economica che verrebbe valutata imminente. Qualsiasi estensione ribassista del dollaro USA dopo il FOMC, sempre rispetto alle valute asiatiche o australiane, rappresenterebbe probabilmente un'opportunità buy on the deep.
Il pesante calendario economico odierno, nel pomeriggio, potrebbe già influenza il dollaro USA, in particolare tenete d'occhio le vendite al dettaglio per novembre e le PMI Markit Flash per dicembre. Il momento clou della giornata chiaramente è rappresentato dall'incontro politico del FOMC, a tal proposito gran parte degli analisti si aspettano che il FOMC prospetti delle modifiche sull'acquisto di obbligazioni sull'estremità più lunga della curva in modo da limitare i recenti aumenti dei tassi a lungo termine. Potrebbero segnalare l'intenzione di procedere a tali modifiche all'inizio del nuovo anno, ma la risposta l'avremo stasera.