Ricevi uno sconto del 40%
🤯 Perficient è in crescita di un incredibile 53%. La nostra AI ProPicks ha visto l'opportunità di acquisto a marzo.Guardalo qui

FED: inflazione o debito pubblico, qual è il nemico da combattere?

Pubblicato 11.02.2022, 11:05
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Molti tra gli investitori e speculatori, spesso fanno analisi fondamentale e tecnica, osservando variabili macroeconomiche e livelli da attenzionare; il problema è che si trascura, troppo spesso, l’andamento del mercato obbligazionario, considerato l’alternativa per eccellenza al cosiddetto “equity”, per correlazione inversa.

Le dinamiche dei mercati finanziari di queste ultime settimane, per essere comprese a fondo, hanno bisogno di una visione ampia che va oltre le aspettative e gli aspetti tecnici degli indici azionari. Per comprendere le motivazioni dell’innalzamento della volatilità infatti, è opportuno prendere in considerazione il fenomeno dell’inflazione, e, soprattutto, analizzare quello che sta accadendo al mercato delle obbligazioni, i cui rendimenti hanno iniziato a salire in modo significativo nel corso dell’ultimo periodo.

Oltre all’innalzamento dei rendimenti reali dei titoli governativi statunitensi a 2 anni, si stanno alzando anche i rendimenti dei Tnote a 10 anni, facendo registrare un appiattimento delle curve. Questo significa che gli operatori sono sempre più convinti che i tassi verranno alzati, e mantenuti su un certo livello, per un periodo di tempo non breve, consapevoli che l’unica arma contro l’inflazione sia una politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Americana.


TNOTE 10Y settimanale


Esiste una correlazione inversa tra il rendimento obbligazionario ed il prezzo delle obbligazioni: quindi se vediamo un rendimento in ascesa, significa che i prezzi stanno scendendo e quindi il mercato sta vendendo le obbligazioni. E così sembrerebbe che gli operatori stiano iniziando a scontare che L’INFLAZIONE PERCEPITA sia inferiore a quella DICHIARATA. E sembra che l’inflazione potrebbe essere più persistente di quanto si voglia far credere.

Proprio l’inflazione persistente potrebbe essere un valido motivo che spingerebbe gli investitori a continuare a vendere le obbligazioni, semplicemente perché scontano la probabilità che la FED possa essere più aggressiva del previsto.

D’altra parte l’inflazione è sostenuta anche dai prezzi delle materie prime:

- Il Gas naturale ha raggiunto i massimi che non si vedevano da 7 anni.

- Il petrolio greggio è quotato intorno ai 90 dollari al barile attestandosi su valori che erano stati rilevati l’ultima volta nel 2014.


GRAFICO WTI SETTIMANALE


Ma un dato ancor più preoccupante, che potrebbe ulteriormente alimentare la spirale dell’inflazione, deriva dal mercato del lavoro statunitense. A gennaio sono stati registrati in America 467.000 nuovi posti di lavoro; ma lasciando da parte questo dato, quello che spaventa il mercato obbligazionario, è legato all’aumento dei salari più rapido rispetto all’inflazione. Nel caso specifico dell’ultima rilevazione si è assistito ad una crescita dello 0,7% su base mensile e del 5,7% sull’annuale. Salari più alti significa che i lavoratori possono permettersi di sostenere l’inflazione, e l’aumento dei prezzi dei beni, sostiene a sua volta il persistere del meccanismo di aumento dei prezzi nel lungo periodo.

E così a cascata, salari più alti per le imprese rappresentano COSTI DI PRODUZIONE MAGGIORI, che comportano a loro volta un ulteriore incremento dei prezzi dei beni e dei servizi.

Tanto per fare un esempio concreto, AMAZON (NASDAQ:AMZN), ha comunicato l’aumento dei propri servizi in abbonamento “Prime” per i clienti americani, tra il 10 e il 15%.

In contrasto con questo scenario che vede l’inflazione come un problema, ci sono analisti che vedono nel rialzo dei prezzi una opportunità per sostenere il PIL nazionale, spinto dai maggiori prezzi dei beni e servizi. Quindi una elevata inflazione contribuirebbe al sostenimento della crescita economica, ma soprattutto sarebbe auspicabile per sostenere l’elevato peso del debito pubblico americano.

Da quest’ultima prospettiva, la Federal Reserve, non dovrebbe essere troppo falco, moderando la sua politica restrittiva, al fine di agevolare il più possibile la sostenibilità del debito pubblico che oramai ha raggiunto livelli record.


FALCO O COLOMBA


Chiudendo il cerchio, sorgono spontanee due domande: fino a che punto è opportuno per la FED combattere l’inflazione? E’ desiderabile tenerla sostenuta (entro i limiti accettabili) per contenere gli interessi sul debito pubblico?

In questo contesto, l’unica cosa certa è L’INCERTEZZA, che si sta facendo sentire sui mercati con l’aumento della volatilità e delle vendite sulle obbligazioni e sui titoli azionari.

DISCLAIMER: Questo articolo ha il solo ed esclusivo scopo didattico e formativo pertanto non deve essere inteso in alcun modo come consiglio operativo di investimento, né come sollecitazione di pubblico risparmio. Le attività di investimento in borsa e di trading speculativo comportano notevoli rischi economici e chiunque le svolga, lo fa sotto la propria ed esclusiva responsabilità. Pertanto non mi assumo nessuna responsabilità circa eventuali danni diretti o indiretti relativamente a decisioni di investimento prese dal lettore.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.