L’espressione “settore dei servizi finanziari” fa subito pensare alle banche. Sebbene le banche siano vitali per far funzionare l’economia, i settori finanziari comprendono un’ampia gamma di aziende, che vanno dalle compagnie assicurative, alle compagnie FinTech, ai REIT ed ai gestori di asset, per arrivare alle compagnie che forniscono tali servizi, come i mercati azionari o le agenzie di rating.
Di seguito, parleremo dei fondamentali del settore e di un ETF legato ai servizi finanziari su cui vale la pena soffermarsi:
Un settore altamente ciclico
I titoli di banche e di altri servizi finanziari sono stati tra i settori più colpiti quando la pandemia di COVID-19 ha innescato il selloff globale dei mercati azionari. Sebbene i prezzi delle azioni di molte di queste compagnie siano già rimbalzati dai minimi di marzo, sono ancora considerevolmente bassi.
Le banche si erano ritrovate sotto i riflettori anche durante la crisi finanziaria del 2008/09, soprattutto negli USA, data la loro esposizione ai prodotti finanziari rischiosi. Lo stress finanziario si trasformò in una vera e propria emergenza globale quando la gigantesca banca di investimenti USA, la Lehman Brothers, fallì nel settembre 2008, spingendo governi e banche centrali a lavorare insieme per salvare molte banche, ricapitalizzandole.
In breve, i debiti privati di molte compagnie finanziarie all’epoca furono trasferiti allo stato, diventando debito pubblico. Anche se il fardello finì per cadere sulle spalle dei contribuenti, ne seguì un dibattito sull’influenza degli istituti finanziari, sul ruolo dello stato, sulle politiche di austerità e sullo sviluppo economico. La maggior parte delle economie globali alla fine si ripresero, con un boom dei mercati azionari.
Tuttavia, ogni downturn economico è diverso. Al contrario della crisi del 2008/09, i recenti ribassi di mercato non sono stati dovuti al settore bancario o alle azioni intraprese dalle aziende finanziarie.
Essendo un settore altamente ciclico, i prezzi dei titoli delle compagnie finanziarie sono suscettibili ai cambiamenti del clima economico, compresi timori per tassi di interesse, crescita economica, attività del settore immobiliare, salute globale, politica e commercio.
Ad esempio, tassi di interesse bassi possono influire negativamente su margini e redditività delle banche. Dopotutto, molte banche commerciali traggono profitto dallo spread tra tassi di deposito e tassi di prestito.
Negli USA e in altri paesi, i tassi di interesse sono ai minimi storici. Il 25 giugno, la Federal Reserve ha annunciato i risultati dei suoi annuali stress test e delle analisi addizionali sulla sensibilità delle banche. La Fed ha chiesto a 33 delle maggiori banche con sede negli USA di preservare il capitale sospendendo i riacquisti di azioni e di limitare i pagamenti dei dividendi nel terzo trimestre.
Anche in molti altri paesi, gli istituti finanziari hanno ridotto o del tutto sospeso i pagamenti dei dividendi. Ora che l’elemento delle entrate passive è sparito, gli investitori da dividendo potrebbero cercare delle alternative.
Ci saranno inoltre probabilmente delle oscillazioni di prezzo a breve termine su queste azioni nel resto del 2020 man mano che cambieranno le notizie, soprattutto quelle riguardanti gli effetti sanitari ed economici della pandemia.
Tenendo a mente questi aspetti, ecco un ETF che chi è interessato ad investire sul settore dei servizi finanziari potrebbe prendere in considerazione:
Il Financial Select Sector SPDR Fund
- Prezzo attuale: 24,03 dollari
- Range su 52 settimane: 17,49 - 31,38 dollari
- Rendimento dividendo: 2,54%
- Percentuale spesa: 0,13% all’anno, o 13 dollari su un investimento di 10.000 dollari
Il Financial Select Sector SPDR® Fund (NYSE:XLF) comprende 66 titoli e segue l’indice Financial Select Sector. I tre principali settori rappresentati sono banche, mercati dei capitali ed assicurazioni.
Oltre metà degli asset netti totali è costituita dalle prime dieci compagnie, per un valore di quasi 17,2 miliardi di dollari. Le tre principali compagnie del XLF sono Berkshire Hathaway Class B (NYSE:BRK.B), JPMorgan Chase (NYSE:JPM) e Bank of America (NYSE:BAC).
A partire dalla fine degli anni Cinquanta, il leggendario investitore Warren Buffett ed il suo storico socio Charlie Munger hanno trasformato la Berkshire Hathaway (NYSE:BRK.A), (NYSE:BRK.B) da un’azienda tessile in difficoltà ad una holding con una capitalizzazione di mercato di oltre 475 miliardi di dollari.
Di fatto, un’azione BRK.A al momento ha il prezzo più alto di qualsiasi compagnia della storia. Nel 1964, un’azione di Classe A valeva meno di 20 dollari. Ora ogni azione costa più di 293.000 dollari (no, non è un refuso: semplicemente, questo tipo di azione non è mai stata divisa). Di conseguenza, la maggior parte degli ETF probabilmente comprendono azioni BRK.B, non BRK.A.
La documentazione 13F di Berkshire Hathaway presentata alla Securities and Exchange Commission (SEC) indica i titoli posseduti dalla compagnia. Alcune delle compagnie preferite da Warren Buffett: titoli ad alta capitalizzazione, marchi di consumo, titoli che pagano dividendi e titoli del settore finanziario, comprese banche, compagnie finanziarie e, di recente, aziende FinTech.
Comprare le azioni di Berkshire Hathaway, direttamente o indirettamente tramite un fondo, permette di avere esposizione ad un’ampia gamma di compagnie.
Finora, quest’anno, il XLF è crollato di circa il 21%. Tuttavia, questo dato racconta solo una parte della storia. Il 23 marzo, il prezzo ha segnato il minimo di 52 settimane di 17,49 dollari, perciò 1.000 dollari investiti sul fondo in quel periodo ora varrebbero circa 1.370 dollari.
Morale della favola
Ci sono vari ETF del settore finanziario, che spaziano da grandi compagnie USA a banche regionali, ad aziende globali. Come sempre, gli investitori dovranno condurre un’adeguata due diligence e valutare i possedimenti di un dato fondo alla luce del proprio profilo di rischio/ritorno.