Prezzi del petrolio in salita, pericolo shutdown scampato

Pubblicato 23.12.2024, 02:52
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Investing.com - I prezzi del petrolio sono saliti leggermente negli scambi asiatici di lunedì, dopo che il governo statunitense ha evitato lo shutdown durante il fine settimana; anche i dati sull’inflazione del paese sono stati d’aiuto in quanto più deboli del previsto.

L’attenzione è rimasta in gran parte sulla domanda in vista del 2025, con la Cina, primo importatore di petrolio, che ha segnalato l’intenzione di adottare ulteriori misure di stimolo nel prossimo anno. Sul fronte dell’offerta, anche la prospettiva di ulteriori sanzioni statunitensi contro l’Iran e la Russia ha presentato prospettive più rigide per l’offerta.

I future Brent con scadenza a febbraio sono saliti dello 0,4% a 73,20 dollari al barile, mentre i future West Texas Intermediate sono saliti dello 0,4% a 69,75 dollari al barile al momento della scrittura.

Gli spunti positivi degli Stati Uniti sostengono i prezzi del petrolio

I trader del petrolio sono stati sollevati dal fatto che il governo statunitense ha evitato un potenziale shutdown durante il fine settimana, grazie all’approvazione da parte del presidente Joe Biden di una legge di spesa provvisoria che approva il finanziamento del governo fino a marzo.

I timori di uno shutdown degli Stati Uniti erano aumentati la scorsa settimana dopo che il presidente eletto Donald Trump aveva criticato una legge di finanziamento bipartisan per le sue disposizioni ai legislatori democratici e aveva proposto una legge rivista che cercava anche di aumentare il limite del debito. La revisione è stata respinta dai legislatori.

I mercati temevano che uno shutdown degli Stati Uniti, soprattutto durante le festività natalizie, avrebbe interrotto i viaggi e danneggiato la domanda di carburante.

I mercati petroliferi sono stati sostenuti anche da un dollaro più debole, in quanto il biglietto verde si è ritirato dai massimi di un anno dopo che l’indice PCE - l’indicatore d’inflazione preferito dalla Federal Reserve - è risultato inferiore alle attese per novembre, indicando un certo raffreddamento delle pressioni sui prezzi.

La lettura è arrivata pochi giorni dopo che la Fed ha annunciato un rallentamento dei tagli dei tassi nel 2025, uno scenario che potrebbe pesare sulla crescita economica e frenare la domanda di petrolio.

La domanda cinese e le scorte limitate sono il tema del 2025

Le preoccupazioni per il rallentamento della domanda e l’aumento dell’offerta hanno fatto scendere i prezzi del petrolio di oltre il 5% nel 2024.

Nel 2025, l’attenzione si concentrerà sulla possibilità che ulteriori misure di stimolo in Cina possano contribuire a stimolare la crescita economica.

L’attenzione si concentrerà anche sulla politica degli Stati Uniti sotto il presidente eletto Donald Trump, che ha segnalato una posizione più protezionistica nei confronti di Cina e Iran.

Gli Stati Uniti potrebbero imporre ulteriori sanzioni all’industria petrolifera iraniana, limitando ulteriormente le forniture globali.

Secondo recenti notizie gli Stati Uniti starebbero valutando anche la possibilità di imporre ulteriori sanzioni alle esportazioni di petrolio dalla Russia.

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