Mercoledì 21 Novembre
Quella di ieri è stata un’altra sessione molto pesanteper i mercati azionari che appaiono incapaci di reagire. Se i ribassi recentemente erano arrivati nonostante(o accompagnati da) una Fed dovish e un dollaro più debole, nulla è cambiato in una giornata incui il biglietto verde ha sfoderatouna buona reazionementre il Treasury (e i Bund) hanno mostrato ben poca capacità di portare beneficio ai portafogli bilanciati. Il pessimo momento dei corporate bond continua, sicuramente un peso aggiuntivo per i ritorni di molti investitori per cui questa asset class aveva generato a lungo rendimenti attraenti. Anche chi avesse diversificato nelle materie prime non sta avendo molto successo: la funzione di bene rifugio dell’oro zoppicamentre il petrolio,che aveva attirato qualche cacciatore di livelli apparentemente interessanti (come il sottoscritto) si è reso protagonista ieri di un altro orrido crollo (-6.5% WTI).
La reazione davvero poco convincente degli indici azionari di fronte ai segnali abbastanza decisi di poter rallentare/frenare la normalizzazione che la Fed ha lanciato settimana scorsa resta la conferma più recente di come, con il cambio nel regime di liquidità disponibile a cui facciamo riferimentoormai da mesi, las peranza che il mercato possa tornare ai fasti del 2017 e dei mesi centrali del 2018 si stia drasticamente riducendo. Come sapete da settimane ho un bias negativo sui mercati azionari. In ottica tattica sto ragionando se una situazione di iper-venduto di breve possa favorire una fase di rimbalzo simile a quella della prima decade di novembre (come sembra già lontana l’euforia sul risultatodelle elezioni di metà mandato) ma onestamente la price-action non offre al momento motivazioni sufficienti in questa direzione. Il mercato appare fragile nei suoi mini-recuperi, pur violenti, ma non dà segnali di reale capitolazione (panic sellling). Da questo punto di vista ritengo più ragionevole comprare eventualmente peggio (più in alto) ma con un consolidamento/stabilizzazione/miglioramento del sentiment confermato da un ritorno sopra l’area pivot a le 2700-2720 (S&P 500).
Lasciamo ora un po’di spazioai grafici...
Equity: DAX index.
...a un passo dal bear market (-20% dai massimi) ...
C’è stata parecchia attenzione mediatica negli ultimi giorni all’infausto segnale della ‘death cross’ (la media a 50 giorni che incrocia al ribasso la media a 200 giorni) che sta progressivamente colpendo gli amati FAANGs. Per Facebook (NASDAQ:FB) il momento era già arrivato settimane fa. Negli ultimi giorni è stato il caso di Google (NASDAQ:GOOGL) e Netflix (NASDAQ:NFLX) mentre Apple (NASDAQ:AAPL) e Amazon (NASDAQ:AMZN) non sono ancora stati toccati dall’”incrociomortale”...
Fonte: TS Lombard.
La storia raramente si ripete ma va sempre ricordata...
Crediti. Nuovi massimi dell’anno ieri sui credit spreadscon la chiusura a 417 bp dell’indice CDX HY US 5Y e a 79bp per quello IG. La preoccupazione non va solo, come è consuetonelle fasi di avversione al rischio, ai crediti speculativi (junk o high-yield che dir si voglia). Ormai il mondo Investment Grade è fortemente popolato da BBB, il livello di rating più vicino all’HY: di circa 5.000 bio USD di carta corporate US (non financials) esistentecirca la metà èormai BBB, con anni di QE che hanno stimolato ricerca di rendimento (lato domanda) e aumentato l’incentivo alla leva finanziaria (lato offerta). General Electric (NYSE:GE) è il caso più eclatante di potenziale ‘fallen angel’ prospettico (quando un emittente InvestmentGrade diventa ‘junk’). Ma come si vede dal grafico sotto, non il solo...
Petrolio. La stabilizzazionedell’ultima settimana, con ilsupporto trovato a 55 e il tentativo di tornare in area 60 (WTI), ha lasciato spazio bruscamente a un nuovo crolloe a nuovi minimi che complicano notevolmenteil quadro tecnico. I recenti tentativi di sfruttare la vertiginosa discesa delle precedenti 6 settimanacon posizioni rialzistenecessitano ora di una pronta reazionedei prezziper evitare unarepentina capitolazione. L’innesco di ieri sarebbero state altre dichiarazioni di Trump sul desiderio di vedere un prezzo del petrolio più basso (anche tassi di interesse più bassi se è per questo). Nulla di nuovo ma che mettono ulteriore pressione su OPEC e Arabia Saudita (fortemente indebolita nel suo ruolo di alleato privilegiato dalla vicenda Kashoggi) in vista di futuri tagli alla produzioneche sarebbero necessariper dare supporto ai corsi.
Bitcoin. La rottura delsupporto a rischio che avevamo segnalato settimana scorsa (JCI Daily Macro del 15 ottobre) si è rivelata in effetti un catalizzatore significativo e drammatico per tutto l’universo delle crypto-currencies...
Brexit. Il tentativo dell’ala oltranzista del suo partito di defenestrare Theresa May sembra aver perso abbrivio mentre il Primo Ministro incassa lo (scontato) supporto di Mark Carney al suo accordo.Il nodo resta comunque quello della ratifica parlamentare che dovrebbe essere tentata la prima settimana di dicembre a valle di un approvazione dei 27 dell’EU. Le dichiarazioni del primo ministro spagnolo fanno presagire qualche ostacolo in più rispetto a un passaggio solo formale (SPAIN TO VOTE AGAINST BREXIT DEAL IF TEXT NOT AMENDED: SANCHEZ).
Mercatia siatici. Qualche spiraglio di stabilizzazione. Le piazze del pacifico mostrano un passivo marginale limitando il danno possibile dopo i ribassi occidentali di iericon il future dell’S&P 500 (+0.4%) che si discosta dai minimi. Il greggio, aiutato da un dato sulle scorte in diminuzione, recupera quasi il 3% dal punto più bassodella sua rinnovata caduta (WTI54.4). L’unica notizia degna di nota della sessione notturna non è in realtà particolarmente distensiva, sul fronte Cina-US, in vista dell’incontro Trump-Xi. Il Rappresentante per il Commercio Robert Lighthizer tiene alta la pressione su Pechinoconun rapporto secondo cui i comportamenti sleali, che, sanzionati con la Section 301, hanno dato il via al walzer dei dazi nel marzo scorso, non stanno cambiando: https://www.reuters.com/article/us-usa-trade-china-idUSKCN1NP2NU.
Il parziale recupero overnight del greggio...
Ultima giornata di mercati completamente aperti con il Thanksgiving alle porte. Con gli affioranti timori di un rallentamento economico verrà forse data qualche attenzione in più ai dati US, pur di seconda fascia, di oggi (ordini di beni durevoli e vendite di case esistenti). Buona giornata.
Il desk rimane come sempre a disposizione per ulteriori approfondimenti.
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