Il report annuale della Bis evidenzia le debolezze del bitocin e delle cryptocurrencies in generale:
1) Il mining è concentrato in poche mani, quindi la decentralizzazione sembra quasi un mito narrato sapientemente da chi gestisce il gioco
2) Antieconomico per le negoziazioni al crescere del valore, soprattutto per scambi di piccolo taglio (leverage coffee) : ad un certo punto, lo scorso dicembre, la commissione da pagare sulle transazioni in Bitcoin ha raggiunto i 57 per ogni transazione eseguita il che significa che se qualcuno avesse insistito nel voler pagare un caffè del valore di 2 $ in Bitcoin, quel caffè, per eseguirne il pagamento, avrebbe potuto finire per costargli ben 57$.
3) Eccessiva volatilità per definirlo moneta: ormai tutti, anche la Bis, argomenta sulle “crypto asset” e non sulle “crypto currencies”
4) Poco diffuso: solo 3,30 operazioni al secondo a livello globale, mercato poco liquido e opaco.
Il Bitcoin sotto i 6.000 dollari sembra una momentanea sconfitta del mondo crypto ma potrebbe essere la base per una fase di maturità che potrebbe portare il cambio anche a 2.000$ ma con volatilità in diminuzione nell’ottica di negoziare un asset più stabile come l’oro (digital gold).
Il futuro è il mercato degli asset digitali, con o senza blockchain/Dlt, con o senza bitcoin/cryptocurrencies