Buongiorno a tutti i lettori di Investing.com
Prima di entrare nel merito della questione vediamo in che situazione si trova tecnicamente l’indice Euro Stoxx Utilities.
Un indice che raggruppa 21 tra le maggiori Aziende del settore di Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Finlandia (1 Fortum).
Le italiane sono Enel (MI:MI:ENEI), Snam (MI:MI:SRG), Terna (MI:MI:TRN), Italgas SpA (MI:IG) ed A2A (MI:MI:A2).
Dopo il perfetto testa e spalle ribassista disegnato tra Aprile 2007 e Giugno 2008 l’indice, che attualmente quota in area 260, ha subito un pesantissimo calo che dal massimo di 635 l’ha portato fino a 215 punti (meno 66,14%).
Da li è rimasto ingabbiato in una fase laterale tra area 190 (minimi del 2003) ed area 300 (ex-supporto del Luglio 2011, ora resistenza).
Come si nota dal grafico tale resistenza è già stata sollecitata, con esito negativo, proprio a Novembre 2017.
La tenuta dell’ampia area/fascia 250-190 e l’attuale impostazione grafica sembrerebbero volerne favorire il superamento con target almeno i 400 punti (il tutto è legato a doppio filo ed al 95% con il FTSE MIB)
In merito alla domanda principale ritengo pertanto che il settore possa avere delle prospettive positive sia a livello di fondamentali che, come detto prima, tecniche. Il tutto “condito” dalla solita calma e pazienza
Ma quali potrebbero essere le aziende su cui “puntare”? Penso A2A ed Italgas; entrambe presenti da quest’anno nel portafoglio “consigliato”
Fondamentali – Se prendessimo i dati “finali” del 2017 a parere personale ne conseguirebbe che:
A2A - i prezzi attuali possono rispecchiare, più o meno, il “prezzo giusto”
Italgas - l’attuale quotazione non ne rispecchi appieno il valore
Ma dando un’occhiata ai relativi futuri piani industriali credo che per entrambe sussistano le potenzialità di discreti apprezzamenti, considerando inoltre che da qui al 2020 il numero di operatori nazionali, secondo le previsioni, sarebbe destinato a dimezzarsi
A2A – Il business plan 2021 prevede di raggiungere un utile netto di 500 Ml. portando l’EBITDA a 1,38 Mld. Proseguirà la discesa dell’indebitamento netto che punta ad attestarsi a 2.5 Mld. contro i 3.0 Mld. circa del 2017. Inoltre in tale periodo si prevedono investimenti per circa 2.75 Mld. al fine di terminare la trasformazione del gruppo. Il tutto al netto delle aggregazioni (vedi Acsm-Agam). Se quanto previsto dal Management si porterà a compimento ritengo che il conseguente “prezzo giusto” possa collocarsi tra € 2.20-2.30 da cui ne conseguirebbe un rapporto EBITDA-Capitalizzazione leggermente sovrastimato, un rapporto patrimonio netto-capitalizzazione in linea ed un P/E leggermente sottostimato. Potenziale upside del 60% circa
ITALGAS – Il business plan 2023 prevede investimenti per circa 5.0 Mld., 3 dei quali dedicati allo sviluppo, al mantenimento delle reti ed all’installazione dei contatori elettronici ed i restanti 2 per la partecipazioni a gare d’ambito con l’obiettivo di incrementare l’attuale quota di mercato (punti di riconsegna attivi) di circa un 10%. Presumendo che fatturato e utile netto possano avere una leggera ma costante crescita e che l’EBITDA si possa mantenere ai livelli attuali ritengo che il conseguente “prezzo giusto” possa collocarsi a € 5.50 (al netto di sorprese positive) da cui ne conseguirebbe un rapporto EBITDA-Capitalizzazione sovrastimato ma un rapporto patrimonio netto-capitalizzazione ed un P/E leggermente sottostimati. Potenziale upside del 25% circa
Uno sguardo al portafoglio “consigliato”
STM (MI:MI:STM) – Il giorno 9 Febbraio si era aperta posizione al prezzo di 17.22. Sullo spunto di Giovedi 15 si è chiusa posizione avendo raggiunto il target (18.20)
Per il resto, al momento, rimane tutto invariato (consultare tabella sottostante)
Concludo con un pensiero sul FTSE-MIB. Il target ipotizzato una decina di giorni fa (fascia 23000-23500) non è stato ancora raggiunto a causa della “debolezza” del settore bancario. Il Dow Jones invece ha “concretizzato” area 25000 (max 25432) e questo fa ben sperare. Infatti, al di la di possibili ulteriori leggeri storni (2-3%) anche area 26000 potrebbe essere nel mirino. Per il “nostrano” i propositi rimangono positivi (sempre che le Banche facciano il loro “dovere”)