Rassegna giornaliera sul mercato forex, 19 ottobre 2021
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
L’azionario USA ha chiuso in salita anche la giornata di martedì, ed il miglioramento della propensione al rischio ha fatto spostare gli investitori dalle valute rifugio a quelle più rischiose, e questo ci spiega perché il dollaro USA abbia chiuso in calo contro tutte le principali valute nonostante i rialzi dei rendimenti dei Treasury. I decennali stanno per testare il massimo di quattro mesi, e questo sarebbe dovuto essere positivo per il biglietto verde. Per certi versi è stato il motivo per cui il dollaro ha registrato le maggiori perdite in Asia ed Europa, con il biglietto verde in ripresa durante gli scambi newyorkesi. Non sono attesi dati economici importanti quest’oggi, ma la Federal Reserve ha espresso dei timori secondo cui potrebbero persistere le condizioni del mercato del lavoro e dell’inflazione, fino a quando non si risolverà situazione delle catene di approvvigionamento.
Domani i riflettori saranno accesi sull’inflazione, al rilascio dei dati sui prezzi al consumo nel Regno Unito e in Canada. Tutti temono l’inflazione, è risaputo. I prezzi delle materie prime come petrolio, cotone e ramestanno schizzando e i rincari si stanno già ripercuotendo su altri settori dell’economia. Più specificatamente, nei prossimi mesi potrebbero aumentare i prezzi di alimentari, benzina e carburanti da riscaldamento. Mentre ci avviciniamo alle festività di fine anno, le difficoltà di approvvigionamento potrebbero portare ad un aumento dei prezzi per giocattoli e altri regali. Alcuni banchieri centrali insistono col dire che le pressioni dell’inflazione sono transitorie, ma altri riconoscono che la pressione dei prezzi sia una condizione che potrebbe durare a lungo.
Le dichiarazioni rialziste della Banca l’Inghilterra questo mese hanno fatto schizzare il rendimento dei gilt britannici e della sterlina. Secondo gli strumenti dei future, un inasprimento di 15 punti base è stato già totalmente considerato quest’anno, con un rendimento dell’1% per il 2022. Il cambio GBP/USD è salito al livello più alto delle ultime tre settimane questo martedì, con ulteriori rialzi possibili con una sorpresa al rialzo dell’IPC. C’è una buona probabilità che la pressione dei prezzi possa superare le aspettative in quanto questa domenica il Governatore della banca centrale Andrew Bailey ha avvisato che la BoE potrebbe “dover agire” per ridurre la pressione dell’inflazione se questa non dovesse scendere da sola.
Le pressioni inflazionarie dovrebbero salire anche in Canada. Secondo l’ultimo report IVEY PMI, la pressione è salita nel mese di settembre. Il cambio USD/CAD ha toccato il minimo di tre mesi all’inizio degli scambi newyorkesi, prima di recuperare gran parte delle perdite. Tra la ripresa post-pandemia e l’aumento dei prezzi del petrolio, le previsioni per il dollaro canadese sono rosee. Se l’IPC dovesse salire, gli investitori potrebbero iniziare ad aspettarsi un aumento dei tassi di interesse prima di quanto previsto, vale a dire il secondo semestre del 2022.
Le valute con le migliori performance sono state il dollaro australiano e quello neozelandese. I verbali della RBA non sembra abbiano toccata l’aussie. La banca centrale si aspetta che torni la crescita nel quarto trimestre dopo che la variante Delta ha mandato gli stati in lockdown. Tuttavia, si aspetta una ripresa più debole rispetto allo scorso anno e questo spiega perché non ci si aspettino aumenti dei tassi di interesse fino al 2024.
Per gli USA e la zona euro l’attenzione si sposterà sul Beige Book della Federal Reserve e sull’IPC della zona euro. Con gli USA che si preparano a ridurre gli acquisti di asset, ci aspettiamo un report positivo dal Beige Book.